Il Problema dei Tre Corpi – Siamo insetti nell’universo

Abbiamo visto in anteprima “Il Problema dei 3 Corpi“, la serie TV targata Netflix creata da David Benioff, D. B. Weiss e Alexander Woo, adattamento per il piccolo schermo dell’omonima opera letteraria di Cixin Liu. Queste sono le nostre impressioni rigorosamente no spoiler.

copertina recensione il problema dei 3 corpi

«Non conosciamo la civiltà extraterrestre, ma conosciamo l’umanità»

 

Per dipingere una parete grande, serve un pennello grande” recitava un vecchio spot appartenuto ad un’epoca oramai passata. Traslando questo concetto al contesto di cui scriviamo, potremmo dire che per realizzare l’adattamento di un’opera letteraria imponente e ambiziosa servono degli autori di livello assoluto. David Benioff e D.B. Weiss, dopo aver portato su schermo la saga di “Game of Thrones – Il Trono di Spade“, tornano ad occuparsi, avvalendosi della collaborazione di Alexander Woo, dell’adattamento per la TV di una grande opera letteraria, virando nettamente verso la fantascienza. Questa volta l’impresa sembra veramente difficile perché “Il Problema dei Tre Corpi” è un prodotto tutt’altro che banale, la cui complessità la fa sembrare, per chi la legge, inadattabile per il piccolo e grande schermo.

Il Problema dei Tre Corpi” è un romanzo scritto nel 2006 dall’autore cinese Cixin Liu, esponente di punta di un movimento, quello della fantascienza cinese, che sta diventando una realtà consolidata e sta portando nuova linfa a tutto il genere. Originariamente serializzato dalla rivista cinese “Science Fiction World“, l’opera di Liu rappresenta il primo romanzo di fantascienza cinese ad essere tradotto in America (per conto della Tor Books). Il romanzo ottenne un successo incredibile tanto da essere considerato da Barack Obama una delle sue opere letterarie preferite. Oltre alla benedizione dell’ex Presidente degli Stati Uniti, arriva nel 2015 anche il Premio Hugo, ossia il riconoscimento più ambito nel settore della letteratura sci-fi. Il successo de “Il Problema dei Tre Corpi” venne poi sublimato dalla pubblicazione di altri due libri che completano la trilogia: “La Materia del Cosmo” (2008) e “Nella Quarta Dimensione” (2010), per un totale di oltre 1200 pagine di grande letteratura di fantascienza.

La trilogia de “Il Problema dei Tre Corpi” si ascrive al genere hard sci-fi, ossia quella sotto categoria della fantascienza caratterizzata dall’enfasi che viene data al dettaglio scientifico e tecnologico. Già con il termine “Fantascienza” si intende quella forma di narrazione che specula su ipotesi di carattere scientifico rendendoli più o meno plausibili. Nell’hard sci-fi questo concetto viene esasperato: la complessità che deriva dalla minuziosa descrizione del background scientifico su cui si poggiano gli eventi narrati rendono, di fatto, un genere di narrazione che traguarda prevalentemente il medium letterario. È questa la maggiore perplessità (unita al forte hype) che abbiamo maturato quando è stata annunciata questa trasposizione per il piccolo schermo de “Il Problema dei Tre Corpi“: riusciranno Benioff e Weiss a confezionare un prodotto rendendolo quanto più fedele all’opera originale senza “inquinarlo” con licenze artistiche ed esigenze di post produzione? Scopriamolo assieme.

«Dovrebbe essere la filosofia a guidare gli esperimenti o dovrebbero essere gli esperimenti a guidare la filosofia?»

 

3 Body Problem Review

La storia de “Il Problema dei Tre Corpi” nasce nel 1967,  un’epoca di totale caos per la Cina. Mao Zedong, la cui autorità era stata messa fortemente in discussione a causa del fallimento delle sue politiche economiche, lancia la “Grande Rivoluzione Culturale Proletaria“, un movimento che incitò le nuove generazioni cinesi a ribellarsi al fine di sradicare le “vecchie correnti di pensiero” accusate di frenare la trasformazione della Cina in paese socialista. In un turbinio di tumulti nel quale l’uomo si è macchiato dei crimini più aberranti, a farne le spese sono stati soprattutto gli intellettuali e il mondo accademico. La serie si apre con una violenta sequenza nella quale assistiamo alla brutale esecuzione in pubblico di un docente di Fisica Teorica. L’esecuzione avviene davanti agli occhi della figlia Ye Wenjie (interpretata dall’attrice americana ma di origini cinesi Rosalind Chao, già a suo agio in produzioni di genere in quanto ha già lavorato su “Star Trek: The Next Generation” e “Deep Space Nine“). Ye Wenjie, nonostante abbia seguito il percorso accademico del padre, trova riparo da una comunità che l’accusa di essere nemica del popolo, accettando di unirsi alla base “Costa Rossa” per far parte di un progetto militare segreto.

«Tutte le prove portano ad una sola conclusione: la Fisica non è mai esistita e mai esisterà. So che mi sto comportando in modo irresponsabile, ma non ho scelta»

wong

La storia de “Il Problema dei Tre Corpi” fa un balzo temporale fino ai nostri giorni e, in seguito, si svilupperà su due binari destinati ad incontrarsi. Assistiamo alla storia di Ye Wenjie, del suo sentimento di rivalsa nei confronti del genere umano e dei progressi fatti in merito all’obbiettivo finale del progetto “Costa Rossa”: stabilire un contatto con una civiltà extraterreste. Parallelamente, nella Londra del 2024, facciamo la conoscenza del detective poco convenzionale Da Shi (interpretato dal bravissimo Benedict Wong, l’amato assistente del Doctor Strange del Marvel Cinematic Universe) alle prese con una catena di misteriosi suicidi che stanno colpendo membri autorevoli della comunità scientifica. Tutti le vittime identificate sembrano essere testimoni di una serie di anomalie, quali la visione di una misteriosa sequenza di numeri e il contatto con un misterioso gioco di ruolo on line in realtà a virtuale che sembra essere tecnologicamente molto avanzato. In generale, la comunità scientifica sembra essere spinta ad interrompere ogni forma di ricerca, come se una barriera invisibile si stesse frapponendo al progresso. Cosa succede ad uno scienziato, uno studioso che ha dedicato tutta la sua vita sull’altare del progresso scientifico, se diventa consapevole di aver raggiunto i limiti della conoscenza umana ?

Vi starete chiedendo in cosa consiste il problema dei tre corpi del titolo. Non vorremmo scendere troppo in dettaglio con spiegoni di fisica teorica, non ne saremmo nemmeno in grado. Sopratutto, non vogliamo rovinarvi la visione con troppi spoiler. Vi basta sapere che il problema dei tre corpi è una classe di problemi della meccanica celeste (ossia quella branca della meccanica che studia il moto orbitale di oggetti naturali quali i pianeti e i loro satelliti) che non ha alcuna soluzione matematica. Il problema dei tre corpi riguarda lo studio di un sistema composto da tre soli e dell’attrazione gravitazionale che esercitano l’uno sull’altro. Le dinamiche del ciclo di movimento di un pianeta attorno ad un’orbita in un sistema del genere sono del tutto imprevedibili e, di fatto, lo rendono assolutamente inabitabile. È come una partita di calcio che si gioca su scala universale dove i 3 corpi sono i giocatori e la Terra è la palla. Non vogliamo aggiungere altro, ma avrete capito che questi assiomi avranno un ruolo fondamentale nell’economia della storia.

«Noi siamo insetti nell’Universo»

3 body problem

Ne “Il Problema dei Tre Corpi” c’è ricostruzione storica, lo sviluppo di un thriller procedurale, tanta scienza e un forte approfondimento delle dinamiche umane alla luce di una grave crisi che si affaccia all’orizzonte. Il tutto viene condensato dagli autori in 8 puntante da circa un’ora ciascuna in uno straordinario esercizio di sintesi. Nonostante l’immensità dell’opera da cui è ispirato questo adattamento, gli autori della saga de “Il Trono di Spade” sono riusciti a mantenere l’essenza della storia senza perdere per strada gli elementi fondanti. L’adattamento televisivo del romanzo di Cixin Liu risulta essere un’opera imponente di cui percepiamo una grandezza ancor più sconfinata che non viene raccontata. Inevitabilmente alcuni elementi del libro dovevano essere sacrificati. Ci riferiamo alla dovizia di particolari con i quali viene rappresentata la storia e la cultura cinese, gli estenuanti trattati di carattere scientifico che avrebbero appesantito oltremodo la fruizione dello show a un pubblico meno esigente (ma che sono estremamente affascinanti nella versione letteraria per chi è appassionato di scienza) e gli approfondimenti etici e filosofici che la vicenda impone di affrontare. Tuttavia non mancano i momenti di grande epicità. Rimarrete letteralmente a bocca aperta davanti ad alcune grandiose sequenze. La fotografia si mantiene a livelli ottimali per tutto lo show raggiungendo picchi notevoli nei momenti in cui la storia si svolge all’interno del gioco di ruolo online in realtà virtuale.

Nonostante tutti questi aspetti positivi, dobbiamo evidenziare che l’opera di Beinoff, Weiss e Woo non è esente da difetti. Se nei primi 5 episodi, quelli che coprono il primo libro della trilogia, il livello qualitativo generale è mantenuto ad altissimi livelli, nei restanti 3 episodi il ritmo cala repentinamente. Questo perché gli autori hanno voluto inserire nella prima stagione de “Il Problema dei Tre Corpi” alcuni elementi contenuti nel secondo libro, dove l’approfondimento scientifico e il convulso susseguirsi degli eventi lascia il posto ai rapporti umani e a considerazioni di carattere sociologico. Già all’origine, “La Materia del Cosmo” è un’opera letteraria dal ritmo più compassato, e questo aspetto si riflette fedelmente sull’adattamento televisivo spezzando in maniera significativa il pathos costruito nei primi episodi.

Inoltre dobbiamo riportare che la produzione si è concessa qualche libertà di troppo sulla sceneggiatura, che appare a volte banale (sopratutto nei dialoghi) e fuori contesto rispetto alla crisi che si sta raccontando. L’intento evidente è quello di raggiungere un pubblico più vasto possibile nel rispetto delle politiche imposte da Netflix ma, a nostro avviso, questa ingerenza va a spezzare l’atmosfera e incide significativamente sulla resa generale.

«Guardateli gli insetti. Gli umani hanno fatto tutto quanto in loro potere per portarli all’estinzione. Questa infinita guerra va avanti dagli albori della civiltà umana. Ma l’esito è ancora incerto»

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Il Problema dei Tre Corpi” è come un bicchiere di Jack Daniels allungato con l’acqua tiepida. Non ci sentiamo di parlare di occasione mancata perché la resa finale è sicuramente di buon livello, Ma questo adattamento per la TV sarebbe potuto essere un vero e proprio capolavoro se gli autori si fossero attenuti con maggior rigore alle atmosfere dell’opera originale senza consentire semplificazioni di sorta. L’opera di David Benioff, D. B. Weiss e Alexander Woo vi lascerà a bocca aperta e qualche domanda senza risposta di troppo. Alcune delle risposte sono nascoste “tra le righe”, altre sono riservate alle stagioni successive che auspichiamo vengano confermate.

Il Problema dei Tre Corpi” è una serie che deve essere vista con il giusto livello di attenzione, sopratutto se siete amanti della fantascienza. Tuttavia vi consigliamo caldamente di recuperare la trilogia di Cixin Liu, una lettura che vi aprirà la mente e vi farà vedere la fantascienza sotto una luce del tutto nuova.

“Il Problema dei Tre Corpi” è su Netflix a partire dal 21 marzo.

Il Problema dei 3 Corpi

Il Problema dei 3 Corpi

Titolo originale: 3 Body Problem
Paese: USA
Anno: 2024
Stagioni: 1
Episodi: 8
Durata: 60 minuti a episodio
Ideatori: David Benioff, D. B. Weiss, Alexander Woo
Interpreti e personaggi:
Saamer Usmani: Raj Varma
Marlo Kelly: Tatiana
Jess Hong: Jin Cheng
Jovan Adepo: Saul Durand
Rosalind Chao: Ye Wenjie
Sea Shimooka: Sophon
John Bradley: Jack Rooney
Eiza González: Auggie Salazar
Liam Cunningham: Thomas Wade
Benedict Wong: Da Shi
Alex Sharp: Will Downing
Jonathan Pryce: Mike Evans
Ben Schnetzer: Young Mike Evans
Dove vederla: Netflix
Voto:

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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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