Extraordianary stagione 2 – Super poteri per problemi normali

È arrivata su Disney+ la seconda stagione di “Extraordinary“, serie TV britannica ambientata in un mondo in cui i super poteri sono la normalità. Sarà finalmente arrivato anche il turno di Jen? E potranno aiutarla davvero a risolvere i problemi di tutti i giorni?

copertina recensione extraordinary stagione 2

Già con la recensione della scorsa stagione (che potete recuperare qui) non ero riuscito pienamente a contenere il mio entusiasmo per quella che avevo ritenuto essere, senza classificarla in categorie di chissà quale livello superiore, “una ventata d’aria fresca del panorama supereroistico contemporaneo”.

Con l’arrivo della seconda stagione su Disney+ e a visione conclusa, il rischio di chiosare il giudizio complessivo nella stessa espressione è stato molto alto eppure non distante dalla realtà: Extraordinary si ripresenta come una serie TV riuscitissima che parla dei superpoteri, li sviscera, li rivolta come un calzino grazie all’humor british dei suoi protagonisti, una scrittura centrata e capace di ribaltare le aspettative dello spettatore proprio un momento prima di cascare nei cliché del genere.

La chimica dei protagonisti, Jen, Carrie, Kash e Jizzlord è evidente e ben amalgamata, grazie al lavoro nella sceneggiatura di Emma Moran e al suo take un (bel) po’ caustico sul genere. Dopo aver visto soffrire e fallire i quattro giovani protagonisti, dopo aver costruito attentamente il mondo in cui essi vivono, le dinamiche cui sono sottoposti in una straordinaria normalità, in questa seconda stagione la creatrice ed autrice della serie TV decide di concentrarsi maggiormente sui rapporti, sulle vicende quotidiane che, nonostante la realtà di superpoteri, hanno a che fare con la sfera più intima e profonda dei personaggi e – in qualche modo – di noi stessi.

Moran e, per estensione, il suo prodotto e i suoi personaggi hanno fatto proprio il motto Marvel “supereroi con superproblemi” declinandolo funzionalmente all’universo narrativo di cui fanno parte: se avere poteri è la normalità, quei pochi che non ne possiedono sono i veri esseri straordinari. Così, il mondo fuori dalla finestra di Extraordinary è pieno di super poteri per problemi normali. Un limbo chiastico in cui si (ri)trova immersa Jen.

Dove eravamo rimasti, quindi? Il cliffhanger Lostiano del finale della prima stagione ci aveva lasciato con una rivelazione a dir poco scioccante (eppure narrativamente propulsiva per il prosieguo della serie TV): Mr. Schizzo aveva una famiglia, moglie e figlio, che a causa della sua prigionia nella forma felina aveva totalmente rimosso dalla propria memoria. Nel frattempo, Carrie e Kash, nonostante i tentativi di lui di riavvolgere il tempo, si erano lasciati. Il mondo che Jen aveva imparato a sentir proprio si stava rimodellando e anche lei aveva necessità di una scossa: sentire di esserne, finalmente, parte.

La prima mossa è, dunque, quella di affidarsi alla clinica specializzata affinché possa rivelarsi il potere nascosto: coerentemente con i messaggi lanciati nel corso della prima stagione (self-care, salute mentale, analisi e dolore), Jen si sottopone ad una seduta con lo psicologo George – un uomo sulla cinquantina che si configura subito come una figura paterna. L’obiettivo è quello di capire se il blocco di Jen è di natura psicologica, con il suo subconscio prigioniero di problemi irrisolti che si protraggono chissà da quanto tempo.

D’altra parte, il nuovo status di Jizzlord (il cui vero nome si scopre essere RobertBobClutton) crea non pochi problemi nella relazione: il ragazzo è tallonato da Nora, che lo rivorrebbe con sé e che lo costringe a riacquisire una vita di cui non ha più memoria. L’animo candido di Jizz cede e sente il dovere di tornare ad essere il padre (del piccolo Alfie) e il marito che fu. Di contro, non vuole rinunciare alla sua nuova vita con Jen e la gang.

Sì, è chiaro: fin dalle prime battute e ancor di più che si procede con la narrazione, uno dei temi principali di questa seconda stagione è il problema con la figura paterna (il cosiddetto Daddy-issue). Jen continua a parlare, attraverso Carrie, con Martin mentre con George il transfert sembra quasi inevitabile e questi fattori andranno ad acuire i già tesi rapporti con la madre Mary; Jizz si sforza di riprenderne il ruolo nei confronti di Alfie, sotto manipolazione di Nora. Non possiamo dimenticare il resto della gang: dopo il fallimentare esperimento da vigilante e la rottura con Carrie, Kash si sente perso e senza scopo; Carrie, invece, vuole rimettersi in gioco per accantonare il suo lato altruista e pensare di più a se stessa.

I quattro ragazzi, quindi, sono impegnati in lotte personali – in primis – e che inevitabilmente coinvolgono anche gli altri, che li rendono i “super eroi” dei propri problemi: è qui che Extraordinary conferma i propri punti di forza. Tutti abbiamo dei problemi da dover risolvere: che ci serva un aiuto di specialisti, il conforto degli amici, l’affetto della famiglia, siamo già “super eroi” nel rimboccarci le maniche per affrontarli.

La famiglia, quella di sangue e quella che si costruisce, è un tema centrale in questa seconda stagione di Extraordinary: è il motore di alcune situazioni, il fine ultimo di altre. Questo, però, viene accompagnato da uno più difficile che dona drammaticità alla serie TV: il lutto e la sua elaborazione.

Il fil rouge che collega tra loro le varie tematiche e le varie trame dei singoli personaggi è il lasciar andare: Jen suo padre, per disancorarsi da un passato che sembra castrarla; Jizz il suo passato o il suo presente e scegliere da che parte e con chi stare; Kash la sua relazione, il suo fallimento da vigilante per aprire la strada ai suoi veri io creativo ed emotivo; Carrie il suo vecchio modo di essere, la sua totale abnegazione per gli altri in favore di se stessa.

Extraordinary si riconferma un prodotto che, attraverso l’impianto classico della comedy (giovani amici/fidanzati coinquilini) caratterizzato dall’umorismo british e uno sfondo supereroistico, vuole soprattutto parlare al cuore degli spettatori lanciando messaggi che riguardano la salute della propria persona non in una chiave cinicamente egoistica ma affinché possa aprire una strada di totale realizzazione. In questo senso, la ricerca (dello sblocco) del potere da parte di Jen non è altro che una metafora per sbloccare se stessa, aprirsi definitivamente al mondo scavalcando il macigno che la ancora al passato. Ed è beninteso che questo processo non debba essere necessariamente breve: ognuno di noi, nella propria individualità, ha bisogno del proprio tempo per trovarsi.

Probabilmente solo in quel momento, quando avremo raggiunto il nostro benessere, saremo riusciti a sbloccare il nostro vero potere nascosto.

Extraordinary - Stagione 2

Extraordinary - Stagione 2

Paese: Regno Unito
Anno: 2023 - In produzione
Stagioni: 2
Episodi: 16 (8 per stagione)
Durata: 28-33 min (episodio)
Interpreti e personaggi:
Máiréad Tyers (Jen)
Sofia Oxenham (Carrie)
Bilal Hasna (Kash)
Luke Rollason (Mr. Jizzlord)
Dove vederlo: Disney+
Voto:

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Pier

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Appassionato di scienza e supereroi, divoratore di comics, serie TV e pizza. Ex power ranger wannabe, matematico nella vita, Batman nello spirito. Mentre cerco qualche significato nascosto nelle mie letture, sono già proiettato verso la prossima recensione... Ed oltre!

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