La nuova miniserie britannica “Extraordinary” di Disney+ offre un altro punto di vista nel panorama supereroistico che sta dominando l’entertainment contemporaneo. Senza peli sulla lingua, come la sua protagonista, ecco una delle prime rivelazioni televisive dell’anno.
Siamo davvero sicuri che un mondo con superpoteri sia davvero il luogo più straordinario in cui vivere? Sembra poter essere questa la domanda pivotale di “Extraordinary“, nuova serie TV comedy britannica creata dalla sceneggiatrice Emma Moran e disponibile dal 25 gennaio su Disney+.
Fin dalle prime scene ci troviamo catapultati in maniera nuda e cruda in una realtà verosimile, un mondo in cui tutti, però, hanno i superpoteri. Certo, quasi tutti. La sfacciatissima Jen è la protagonista di Extraordinary, ragazza 25enne che, a differenza di tutti gli altri amici, colleghi, datori di lavoro, fidanzati, non possiede alcun dono. Non ha la super-forza, la super-vista, la super-velocità. E sì, certo, si potrebbe dire che magari è una super-stronza ma provate voi a nascere e (dover) crescere in un mondo così.
Per un totale di 8 episodi, la serie TV di Disney+ analizza, sviscera, prende in giro e rivolta il genere supereroistico che sta saturando il mondo dell’intrattenimento contemporaneo con ironia e offre l’opportunità di riflettere anche sulle possibilità, i pregiudizi, la quotidianità che il nostro mondo, quello reale, offre.
Jen (una convincente Máiréad Tyers) è alla ricerca di un nuovo impiego. Anzi, più in generale, è alla ricerca del proprio posto nel mondo. Un mondo che sembra far di tutto per impedirle di trovare spazio. Siamo infatti catapultati nel Regno Unito contemporaneo in cui tutti hanno dei poteri. Dai più classici, come il volo e la velocità, a quelli più peculiari – che aiutano a rendere Extraordinary una comedy squisita – come la capacità di stampare oggetti tridimensionali dal c*… evacuando. Jen, 25 anni, però, è una pecora nera: nessun potere da quando ha compiuto la maggiore età, nessuna capacità speciale.
La ragazza vive insieme ad una coppia: Carrie (Sofia Oxenham), la sua migliore amica, e il suo fidanzato Kash (Bilal Hasna). I due – ça va sans dire – possiedono dei poteri: Carrie può mettersi in contatto con i morti e, pertanto, viene spesso assunta come tramite per far testimoniare dall’aldilà le anime dei defunti nei processi o nelle questioni legali; Kash può riavvolgere il tempo per una lunghezza limitata e proporzionalmente alla proprie energie. Al trio si aggiungerà ben presto Jizzlord (Mr. Schizzo, Luke Rollason), mutaforma dal passato oscuro e ricordi sbiaditi dopo essere rimasto intraappolato in un altro corpo, che scuoterà con la sua innocenza ed ingenuità le dinamiche del gruppetto.
Carrie, di fatto, porta avanti la carretta con un animo sensibile ed altruista mentre Kash vuole realizzare il suo sogno di diventare un supereroe e sconfiggere il crimine nelle strade della città. Jen è un motore immobile: cercando di cambiare continuamente il proprio status, cade vittima di situazioni insoddisfacenti e insofferenti dalle quali non sembra poter uscire. A maggior ragione quando anche la sua sorellastra Andy (Safia Oakley-Green), soffiando sulle candeline della torta, mostra di possedere una forza sovraumana.
Il già fragile castello di carta di Jen cade, così, drammaticamente tanto da spingere la ragazza a sottoporsi ad un controllo in una clinica specializzata per far emergere l’agognato superpotere. Ma la dura realtà si scontra ben presto con il desiderio… è davvero questo che Jen sta cercando?
Extraordinary presenta un setting classico per le comedy: il gruppo di amici coinquilini al centro, tutti con la propria personalità. L’humor è squisitamente british, sporco e diretto quanto basta: la carta risulta vincente per parlare – soprattutto – ai millennials con i millennials. Jen è una ragazza che deve far i conti con le aspettative degli altri e di tutto il mondo esterno e, probabilmente per questo, finisce per rispondere sempre a tono e in maniera tagliente. Vive la propria sessualità in maniera libera e naturalmente dissoluta (donando anche un’anima queer alla serie Tv nel corso del sesto episodio).
Non si può non leggere, nella caratterizzazione della protagonista, una critica alla società tradizionalmente maschilista e patriarcale che opprime ancora il sesso femminile con aspettative sociali che dovrebbero essere ormai superate: gli sguardi stranianti verso Jen, priva di poteri, e la conseguente ricerca ossessiva di questi sono metafora, per esempio, della pressione sociale sulla maternità.
Il famale gaze offerto dalla creatrice e sceneggiatrice Emma Moran è autentico e ben centrato, la scrittura lo favorisce spingendo lo spettatore a leggere oltre le apparenze, ad empatizzare con Jen e comprendere come quel mondo di fantasia sia davvero molto simile al nostro. Extraordinary (si) pone degli interrogativi interessanti nel corso di una narrazione frenetica, colorata – e colorita – e frizzante: se tutti hanno i poteri, allora chi è davvero speciale? Ci basta qualche capacità straordinaria a poter renderci davvero supereroi? È sufficiente avere un potere per sentirsi in pace?
E, poi, non è trascurabile una velata critica metanarrativa: Jen non si trova bene nel mondo che la circonda, eppure lo accetta. Forse è la stessa situazione che vive lo spettatore ormai circondato da prodotti cinematografici e seriali pieni di superpoteri?
La serie TV non è solo un manifesto femminista, è un inno alla ricerca dell’amore, prima di tutto verso se stessi: ricercandolo e scavando dentro e intorno alla propria, singola figura si può cambiare, scegliere la persona giusta da abbracciare, con cui condividere. Allora, e forse solo allora, si potrà sentire di aver ottenuto il vero potere.
Extraordinary - Stagione 1
Máiréad Tyers
Sofia Oxenham
Bilal Hasna
Luke Rollason