Kevin Eastman: «Le Tartarughe Ninja si adattano ed evolvono con il tempo»

La prima edizione di UmbriaCON ha visto tra gli ospiti la presenza di Kevin Eastman, co-creatore insieme a Peter Laird delle Tartarughe Ninja. Noi della redazione di MegaNerd.it abbiamo avuto l’onore di moderare il talk a lui dedicato. Ecco cosa ci ha raccontato

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La prima edizione di UmbriaCON è stata impreziosita dalla presenza di grandi ospiti internazionali. Tra questi c’è stato Kevin Eastman, colui che insieme a Peter Laird ha creato le Tartarughe Ninja. La presenza di Kevin Eastman è stata particolarmente significativa perché l’autore americano, con questo evento, ha dato il via al tour celebrativo per i 40 anni di questo fortunato franchise. Noi della redazione di MegaNerd.it abbiamo avuto l’onore di moderare il talk a lui dedicato, un panel in cui l’autore americano ha raccontato la genesi dell’opera che lo ha lanciato nell’olimpo dei grandi autori, ma non solo: è stata anche l’occasione per raccontare la sua esperienza in progetti editoriali quali “Tundra Publishing” e “Heavy Metal“. Infine ci ha concesso una riflessione sull’impatto che sta avendo l’Intelligenza Artificiale nel mondo del fumetto.

Ecco a voi Kevin Eastman !


Kevin Eastman è un artista di fama internazionale, co-creatore insieme a Peter Laird delle Tartarughe Ninja. Quest’anno cade il quarantesimo anniversario dell’uscita del primo numero di “Teenage Mutant Ninja Turtles”, una serie a fumetti incentrata su quattro tartarughe dai nomi a noi familiari. Come è nata questa avventura delle Tartarughe Ninja?»

«Prima di tutto sono molto contento di essere qui a UmbriaCON e di festeggiare assieme a voi il quarantesimo anniversario delle Tartarughe Ninja. La prima ispirazione per le Tartarughe Ninja deriva dalle letture che avevo da bambino. Da piccolo ero anche un grande fan di Bruce Lee, quindi mi sono chiesto “se Bruce Lee fosse un animale, quale sarebbe ?“. Ho pensato di prendere l’animale più lento in natura e di donargli grande velocità e abilità nelle arti marziali. Da qui l’idea delle Tartarughe. Con Peter Laird abbiamo cominciato a lavorarci sopra:  dapprima abbiamo disegnato una tartaruga, poi siamo passati a quattro. Successivamente abbiamo lavorato sulle origini di questi personaggi. Essendo anche un grande appassionato alla storia dell’arte italiana ho pensato che sarebbe stato divertente chiamare le quattro tartarughe con i nomi di grandi artisti italiani, da qui Michelangelo, Donatello, Raffaello e Leonardo. Dimenticavo…sono anche un grande appassionato della pizza italiana!»

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Quello delle Tartarughe Ninja è un percorso che inizia nel 1984 e arriva fino ad oggi nel 2024. Durante tutti questi anni i personaggi si sono evoluti, sono mutati (non a caso sono dei mutanti…). Secondo il tuo punto di vista il segreto del grande successo delle Tartarughe Ninja risiede in questa capacità di sapersi evolvere?

«Questa è una domanda molto interessante. Il concetto alla base della storia si adatta e evolve con il tempo. È il personaggio, che rappresenta la parte più importante, che deve essere in grado di adattarsi ed evolvere con il contesto storico. Sicuramente la ragione del grande successo siete voi. È il pubblico che ha decretato il successo delle Tartarughe Ninja e siete voi la ragione per cui oggi io sono qui»

Le Tartarughe Ninja hanno vissuto diverse incarnazioni: dal fumetto si è passati al cinema, poi ai videogames. Soffermiamoci per un attimo sul fumetto. La serie verrà a breve rilanciata con una nuova run scritta da Jason Aaron, uno scrittore molto importante nel panorama del fumetto mondiale. Anche la numerazione verrà azzerata e si ripartirà dal numero 1. Puoi darci qualche anticipazione su come sarà questa run di Aaron?

«Quello che ho da sempre apprezzato del mio lavoro è stata l’opportunità di lavorare con artisti molto talentuosi. Ognuno di loro ha portato idee innovative e quella capacità di andare “oltre gli schemi”. È molto gratificante poter lavorare con questi artisti a prescindere dal media per cui essi scrivono. Questo per me è estremamente affascinante.»

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Recentemente in Italia è uscito “Teenage Mutant Ninja Turtles: L’Ultimo Ronin“, una miniserie ambientata in una realtà alternativa che sembra rappresentare la chiusura del cerchio perfetta per le storie tradizionali delle Tartarughe Ninja. Come è nata l’idea di questa storia?

«È un’intuizione che è nata nel 1987. L’idea era quella di ambientare una storia nel futuro. Purtroppo a quel tempo non c’è stata l’occasione per sviluppare questa storia, quindi è stata messa da parte. Nel 2018 stavo lavorando a una nuova serie delle Tartarughe Ninja insieme a Tom Walts e in quell’occasione ci siamo chiesti come sarebbero le Tartarughe 30 anni nel futuro. Da questa idea siamo ripartiti e abbiamo ripreso l’intuizione del 1987. Abbiamo creato “Teenage Mutant Ninja Turtles: L’Ultimo Ronin” cercando di  costruire una storia emozionante con l’intento di regalare ai vecchi e ai nuovi lettori un finale che chiudeva il filone tradizionale di storie, per poi gettare le basi per un nuovo inizio. Il pubblico ha accolto molto bene “Teenage Mutant Ninja Turtles: L’Ultimo Ronin” e io ne sono molto contento.»

Teenage Mutant Ninja Turtles L'Ultimo Ronin

Passiamo al cinema. La scorsa estate è uscito “Tartarughe Ninja – Caos Mutante“, pellicola d’animazione diretta da Jeff Rowe. Si è trattato di un successo strepitoso, un film il cui stile delle animazioni richiama quello di “Spider-Man: Across the Spider-Verse“. Secondo noi questo film è un modo perfetto per raccontare le Tartarughe Ninja alle nuove generazioni. In che misura tu e Peter Laird siete stati coinvolti nella realizzazione di questo film ?

«In questo caso sia io che Peter Laird siamo stati coinvolti molto poco. Questo perché abbiamo avuto la fortuna di incontrare Jeff Rowe, un regista espertissimo della mitologia delle Tartarughe Ninja. Jeff è cresciuto con le Tartarughe Ninja e ci ha proposto la sua idea su come voleva realizzare il film. Le sue idee ci sono piaciute immediatamente, quindi ha avuto da parte nostra carta bianca nella realizzazione della pellicola.»

Kevin Eastman non è impegnato soltanto con le Tartarughe Ninja, ma nel corso degli anni si è tuffato anche in altri progetti molto importanti. Hai fondato “Tundra Publishing” nel 1990 e nel 1992 sei diventato il proprietario della celebre rivista “Heavy Metal”. Nonostante il successo decennale che è arrivato con le Tartarughe non ti sei mai seduto sugli allori ma, anzi, ti sei impegnato nel difendere i diritti degli artisti creando una “Carta dei Diritti degli Autori”. Ci puoi parlare di queste esperienze?»

«Per me è molto facile parlarne: i giovani talenti fanno il lavoro e io mi prendo i meriti [ride, N.d.R.]. A parte gli scherzi , mi ritengo un uomo fortunato. Ho 61 anni e nella mia vita ho fatto il lavoro che desideravo fare da bambino. Sono esperienze molto importanti per me, perché trovo molto stimolante essere in questo ambiente, conoscere nuovi talenti e attingere a nuove idee dal loro lavoro. Questi autori scrivono e disegnano molto meglio di me e questo mi regala tantissima gioia.»

«Affrontiamo il tema delle Intelligenze Artificiali. Secondo te le IA possono essere un nemico per l’arte oppure possono rappresentare uno stimolo per gli autori per cercare nuove strade ?»

«È una questione spinosa. Faccio una premessa: quando ero bambino assorbivo come una spugna tutto quello che c’era attorno a me. Rispetto a quando ero bambino io, oggi c’è molta più scelta, basta guardarsi attorno in questa fiera: abbiamo comics, manga, graphic novel etc. C’è molto più materiale, ci sono più possibilità e di conseguenza più idee. Arte tradizionale e quella artificiale possono coesistere? Ti rispondo con un esempio: quando abbiamo creato il logo di “Tundra Publishing” ci siamo ispirati alla figura di un animale preistorico. Dietro quella figura rupestre c’è stato l’atto di creazione da parte di un’artista. L’Intelligenza Artificiale non possiede questo lato “artigianale”. Essa prende elementi da varie fonti e li mette assieme in una sorta di copia e incolla. Non è arte pura. E se vuoi sapere la mia opinione, l’Intelligenza Artificiale nel mondo del fumetto non mi fa sentire a mio agio.»

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Un momento del talk di Kevin Eastman durante UmbriaCON curato da MegaNerd

Per concludere volevo chiederti se tra le tantissime versioni che ci sono state delle Tartarughe Ninja ce n’è una che ti è rimasta nel cuore»

«La versione delle Tartarughe Ninja che più mi è rimasta nel cuore è il primo live action [“Tartarughe Ninja alla Riscossa”, pellicola del 1990 diretta da Steve Barron, N.d.R.]. Abbiamo impiegato moltissimo tempo per lavorare su questo progetto. Non è stato facile passare dal fumetto al live action, ma è stato altrettanto bello lavorare con un bravissimo regista come Steve Barron. Mi piace molto l’ultimo film, ma il primo live action è quello che mi è rimasto decisamente nel cuore»

Ringraziamo tantissimo Mr. Kevin Eastman per essere stato con noi e vogliamo salutarlo con un grandissimo “COWABUNGA”!


Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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