Venticinque anni di nWo – New World Order

Lo scorso 7 luglio si è celebrato il venticinquesimo anniversario del giorno che cambiò per sempre il mondo del wrestling. Un vero e proprio terremoto che fece tremare le fondamenta del nostro sport-spettacolo preferito catapultandolo in una nuova era: la nascita del nWo, il New World Order!

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Addio a “The Patriot”

Prima di tuffarci in una nuova puntata del nostro Wrestling Vintage, purtroppo dobbiamo riportare l’ennesima tragica notizia della morte di un ex wrestler a causa di un attacco cardiaco. Come fin troppi altri suoi colleghi, infatti, anche “The Patriot” Del Wilkes se n’è andato prematuramente lo scorso 30 giugno, all’età di 59 anni, probabilmente per le conseguenze dell’abuso di steroidi e cocaina durante la sua carriera sul ring.

I fan più hardcore lo ricordano per una breve apparizione nella World Wrestling Federation del 1997 dove, indossando una maschera con i colori della bandiera americana, Wilkes difendeva l’onore del proprio Paese dalle posizioni antiamericane di un “cattivo” Bret Hart e della sua Hart Foundation. Di lui si ricordano, soprattutto, la vittoria contro “The Hitman” nella puntata di Raw del 28 luglio e la sfida per il titolo assoluto persa contro lo stesso Hart al pay-per-view di settembre Ground Zero: In Your House. Verso la fine dello stesso anno, però, “The Patriot” dovette definitivamente ammainare la bandiera americana e abbandonare ogni ambizione sul ring a causa di un infortunio che lo costrinse al ritiro.

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“The Patriot” Del Wilkes

7 luglio di venticinque anni fa: il giorno in cui tutto cambiò

Lo scorso 7 luglio si è celebrato il venticinquesimo anniversario del giorno che cambiò per sempre il mondo del wrestling. Un vero e proprio terremoto che fece tremare le fondamenta del nostro sport-spettacolo preferito catapultandolo in una nuova era.

Stiamo parlando di Bash At The Beach 1996, l’evento della World Championship Wrestling in cui Hulk Hogan, il beniamino del pubblico, l’eroe d’infanzia di tutti noi che oggi abbiamo quarant’anni o giù di lì (sì, anche voi che oggi fate no col capino, lo so che avevate il poster in cameretta), passò al lato oscuro dopo anni di onorata carriera fra le fila dei “buoni”.

Abbiamo pensato di rivivere quella storica giornata rileggendo Controversy creates cash (2006, WWE Books), il bellissimo libro di Eric Bischoff, allora presidente della WCW e genio dietro all’idea narrativa più riuscita della storia del wrestling: la creazione della stable del New World Order.

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Nel mese di maggio del 1996, durante la guerra per gli ascolti del lunedì sera con la WWF di Vince McMahon, “Eazy E” mette a segno due grandissimi colpi ingaggiando “Diesel” Kevin Nash e “Razor Ramon” Scott Hall, due delle principali stelle della federazione rivale. Hall si presenta nella puntata di Nitro del 27 maggio interrompendo un match in corso e dichiarando di essere tornato, dopo essersi affermato altrove, dove non gli era stato permesso di esprimere il suo potenziale – la WCW appunto – per regolare i conti in sospeso. Nel promo, inoltre, il lottatore annuncia che sarebbe tornato con un “grande amico”. Il 16 giugno, quindi, a The Great American Bash, è la volta di Kevin Nash. Nel libro, Bischoff, che on screen fungeva da telecronista, ricorda l’episodio in cui il gigante, introdotto dal compagno, gli compare alle spalle e, poco dopo, lo scaraventa su un tavolo provocandogli un (vero ma fortunatamente non grave) infortunio.

Il punto è che, complice una certa innocenza con cui il pubblico di quegli anni seguiva il wrestling (tradotto: i fan si bevevano una buona parte di ciò che veniva raccontato nelle storyline), la percezione che gli spettatori ricavarono da quegli episodi fu quella che l’ex Razor Ramon e l’ex Diesel fossero veramente degli invasori mandati dalla WWF.

“Diesel” Kevin Nash e “Razor Ramon” Scott Hall

Nelle settimane successive gli “Outsiders”, come gli stessi si erano definiti, cominciano a solleticare gli spettatori con la notizia dell’esistenza di un “terzo uomo”, un altro invasore che, insieme a loro, avrebbe soggiogato l’intera federazione. Ma nessuno, in quei giorni, si sarebbe aspettato quello che sarebbe accaduto da lì a poco.

Il 7 luglio del 1996, a Daytona, in Florida, ci sono circa 8.300 fan, accorsi per assistere al pay-per-view Bash At The Beach, nel cui main event il trio di casa formato da “Macho Man” Randy Savage, Sting e Lex Luger avrebbe provato a fermare l’“ostile assalto” alla WCW messo in atto da Hall, Nash e il “terzo uomo” di cui ancora nessuno conosceva l’identità.

Gli Outsiders, però, si presentano sul quadrato da soli, infittendo sempre più il mistero su chi possa essere il loro partner. Dall’altra parte, dopo l’inizio del match, Luger subisce un infortunio ed è costretto ad abbandonare la contesa, lasciando Sting e Savage da soli.

Il momento cruciale per la storia del wrestling arriva durante il picco della battaglia in corso. Dal backstage compare Hulk Hogan. Il pubblico è felice perché finalmente l’eroe di sempre avrebbe messo fine alle scorrettezze di Hall e Nash. Mentre il baffuto lottatore si dirige verso il ring, i due “cattivi” saltano fuori e si mettono a distanza di sicurezza. Attimi di suspense e poi accade ciò che NESSUNO avrebbe mai immaginato: invece di attaccare gli Outsider, l’Hulkster esegue il suo famoso legdrop su “Macho Man”! Gli Outisders tornano sul quadrato e fanno festa con lui. Tutti, nell’arena e a casa, sono attoniti.

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«Un secondo dopo che Hogan rendesse evidente di essere il terzo uomo – ricorda Bischoff nel suo libro –, vidi un fan, disgustato e arrabbiato, tirare sul ring un bicchiere di Coca o Pepsi. Mi resi conto che non solo aveva funzionato, ma era andata alla grande. Veramente alla grande».

Eh già, perché proprio in quel momento venne rivelato al mondo quello che sarebbe diventato il gruppo più cool, macina-soldi e macina-ascolti dell’intero panorama dello sport-spettacolo: il New World Order. «Mentre Hogan sputtanava Ted Turner (proprietario della federazione, nda), la WCW e quello che essa rappresentava – continua Bischoff –, la gente perse la testa. Riempirono il ring di spazzatura”. La rivoluzione era appena iniziata.

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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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