The Umbrella Academy 3 – Dov’è finita la stravaganza?

Abbiamo visto tutti gli episodi della terza stagione di The Umbrella Academy, una delle serie Netflix più apprezzate degli ultimi tempi. Questi nuovi episodi saranno all’altezza dei precedenti? Scopriamolo insieme

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Gomitoli (non poi così) impossibili da sbrogliare.
Nel secondo episodio di questa Stagione 3 di THE UMBRELLA ACADEMY, c’è proprio questa metafora del gomitolo, a rappresentare la Famiglia, il modo in cui ci unisce, ci lega in modi indistricabili ad altre persone, a suggerire e sottolineare ancora una volta il tema portante e fondamentale della Serie TV tratta dalla serie a fumetti di Gerard Way e Gabriel Bà.
Però, a guardarla a bocce ferme, a mente un po’ più riposata, mi rendo conto che questa metafora del gomitolo si presta bene anche a rappresentare questo terzo ciclo di puntate, questa terza avventura della sgangherata e disfunzionale Famiglia Hargreeves.

Che stavolta sono due, le famiglie. Gli Umbrella e gli Sparrow, ritrovandoli esattamente da dove li avevamo lasciati (anche se uno di loro con un taglio di capelli diverso).
Per la prima volta, inoltre, la Serie TV naviga un pochetto a vista rispetto alle due precedenti. Non che il Fumetto Dark Horse sia mai stato chissà che bussola da seguire ciecamente, ma stavolta andiamo a conoscere e veder sviluppati personaggi davvero inediti rispetto alle pagine dei comics, perché, per dove siamo arrivati sinora con la Umbrella a nuvolette parlanti, gli Sparrow sono stati introdotti e basta, in attesa di future avventure.
Quindi eccoli, contraltare degli Eroi che sappiamo, perfetti supereroi di un mondo, anzi una linea temporale, che ha trovato in questi ragazzi quei protettori che gli Umbrella non sono mai stati veramente.
Perfetti? Ça va sans dire, quando vieni cresciuto da una sorta di ferreo e dispotico “padre”, la perfezione, sopratutto sentimentale, è ben lontana dall’essere raggiunta. E tra Kugelblitz da fine del mondo e piccoli e grandi tormenti del cuore, i due gruppi capiranno che ci sono più punti in comune di quanto pensano.

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C’è quindi una nuova Apocalisse da sventare, salti temporali vari ed eventuali da affrontare, dinamiche familiari da sviscerare e imprevedibili orizzonti degli eventi da mettere in scena.
Come dite? Ma è sempre la stessa cosa già vista in passato?
Non potrei darvi torto, perché, al netto del piacere e del divertimento del ritrovare gli Hargreeves, questa terza stagione è meno a fuoco, più consapevole dei propri pregi e del volerli ruffianamente sfruttare e meno coraggiosa nello sradicare certezze e costruire soluzioni che siano davvero creative.
E qui torniamo al gomitolo: da fuori, sembra un groviglio inestricabile, complesso e senza un capo o una coda, ma una volta che lo inizi a sciogliere e lo fai correre, ti rendi conto che, forse, è più lineare di quanto sembri, meno complicato e meno intricato.

I Nostri arrivano in una nuova linea temporale, scatenano questo “Kugelblitz” rappresentato da una palla infuocata che lancia onde armoniche che, lentamente, portano l’universo a scomparire. Le due famiglie si incontrano, si scontrano, si conoscono, si alleano (qualcuno potremmo anche dire che “va a letto col nemico”) e via di Happy End (o quasi, forse sì, forse no, forse chissà).
Il tutto sullo sfondo di questo Hotel, che non è l’Oblivion a cui pensavamo noi amanti del Fumetto.
A ben guardare, seppur con qualche colpo di scena qui e là, subito smontato l’attimo dopo, la S3 di “The Umbrella Academy” è confinata tra i corridoi di questo enorme albergo, ma sopratutto confinata all’interno di una trama sin troppo semplice, lineare appunto.

Azione e reazione, senza quella rutilante e brillante follia che ci ha conquistato sinora, quella mitigata solo dai caratteri, accesi e vitali, dei suoi protagonisti.
Che rimangono il suo punto di forza migliore, il suo centro e il motivo per cui questi dieci episodi scorrono relativamente in fretta.
Ancora una volta questa(e) compagine(i) di matti fa quello che gli riesce meglio, raccontarsi ed evolvere, crescere (o regredire) sino a sbagliare, e non puoi che perdonargli tutto.
Brave le new entry, mentre gli “storici” ormai vestono come guanti questi panni, con le due solite eccezioni eccezionali: Aidan Gallagher e Robert Sheehan sono i loro personaggi, li incarnano talmente alla perfezione da essere inscindibili, con quella talentuosa capacità di polarizzare l’attenzione sempre e comunque. In mano loro ogni momento diventa imperdibile, e infatti le scene più interessanti li riguardano.
Poi è un continuo deja-vu di quegli elementi che il pubblico si aspetta dalla Umbrella Academy. Cose astruse, quasi fuori dal contesto, liti familiari e una colonna sonora sempre efficace, inclusa la scena di ballo, che non può mai mancare, a quanto sembra.

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Ma è proprio questo il limite che vedo in questi nuovi episodi, la mancanza di una vera stravaganza, di quella nota alta di assurdo, da sempre la Spada di Damocle di chi costruisce parte del successo di un’opera sulla ricerca di costante stupore.
Qui si è invece deciso di mettere pausa e dare al pubblico un “More of the Same”, che funziona, sia chiarito qui e subito.
Non voglio infatti dire che guardare questa terza stagione sia una perdita di tempo, o che comunque non valga la pena recuperarla, se sin qui si è amata la serie.
Ma è indubbio che, furbescamente, si è voluto far capire al pubblico che “sappiamo cosa vi piace, e ve lo diamo”, perché è difficile trovare sempre cose nuove per sorprendere ancora e ancora, certi  che il cast, questo cast, avrebbe retto a meraviglia la sfida.
E così è, appunto: sono i protagonisti a reggere la baracca, anzi l’Obsidian, sulle loro ampie spalle (no Luther, non mi sto riferendo a te) e a tenere sempre desta l’attenzione, nonostante tutto, nonostante questa Fine del Mondo sia così, repentina e senza troppi perché, percome e perquando.
Fateci caso: è grazie a loro, alla loro ormai rodata alchimia, al loro saper rispondere botta su botta, battuta su battuta, con eccellente dinamismo verbale e fisico, che quei corridoi, che quelle stanze non ci risultano mai tutte uguali.

Anche quando vedi agganci narrativi ed emotivi non sviscerati meglio o appieno.
E proprio questo orchestrare tutto attorno ai personaggi, permette alla Stagione il suo gioco migliore, scambiando preferenze, volgendo verso altre direzioni affetto ed interesse del pubblico. Personaggi sino a ieri mal sopportati, adesso ci appaiono sotto una luce diversa, e personaggi per cui, metaforicamente, ci saremmo buttati sotto un treno, adesso, forse, sarebbero loro a finirci sotto, spinti da noi stessi (no Ben, non mi riferisco – solo – a te. E piccola nota a margine, sono contento che Justin H.Min abbia sempre più spazio).
Sono contrasti che vanno saputi costruire, sono dinamiche che vanno sapute sfruttare, e questo è indubbiamente un pregio che gli sceneggiatori hanno dimostrato di possedere, in modo da sopperire a ben altre mancanze, un modo per “Umbrella Academy” per traghettarsi verso una Stagione 4 che probabilmente sarà l’ultima.
In caso arrivasse, infatti, un rinnovo di questo tipo, da spettatore, mi riterrei soddisfatto, sperando in un finale epico come il suo incipit, e che sappia dimostrare che questi personaggi meritano quanto più estro possibile in fase di scrittura.

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Il finale di questa terza fa sicuramente presagire nuovi e più importanti risvolti, sbloccando molte possibilità per dare a tutti prospettive altre, che sarà un piacere sin da adesso pensare a come verranno sfruttate.
Fatto sta, comunque, che “The Umbrella Academy” rimane sempre uno show molto divertente, piacevole ed intrigante a modo suo. Magari stavolta è stato meno disfunzionale, magari stavolta è venuto a patti con sin troppe cose per non notarle, ma sa ancora essere una delle produzioni più brillanti di Netflix, una di quelle per cui vale l’abbonamento.
E in quel marasma di offerte che la piattaforma propone, non è poco, per nulla.
Il gomitolo è stato sbrogliato, e chissà che adesso, sapendo abilmente sferruzzare, non ne venga fuori un bel maglione: del resto, non c’è regalo migliore per dire “Famiglia” (no, Maglioni di Natale, non mi sto riferendo a voi!)

 

The Umbrella Academy stagione 3

The Umbrella Academy stagione 3

Paese: USA
Anno: 2022 (terza stagione)
Episodi: 10 (terza stagione); 30 complessivi
Durata: 40-60 min (episodio)
Interpreti e personaggi:
Elliot Page: Vanya/Viktor Hargreeves
Tom Hopper: Luther Hargreeves
David Castañeda: Diego Hargreeves
Emmy Raver-Lampman: Allison Hargreeves
Robert Sheehan: Klaus Hargreeves
Aidan Gallagher: Cinque Hargreeves
Mary J. Blige: Cha-Cha
Cameron Britton: Hazel
John Magaro: Leonard Peabody
Adam Godley: Pogo
Colm Feore: Reginald Hargreeves
Justin H. Min: Ben Hargreeves
Ritu Arya: Lila Pitts
Yusuf Gatewood: Raymond Chestnut
Marin Ireland: Sissy Cooper
Kate Walsh: The Handler
Justin Paul Kelly: Harlan Cooper (bambino)
Callum Keith Rennie: Harlan Cooper (anziano)/Lester Pocket
Genesis Rodriguez: Sloane Hargreeves
Britne Oldford: Fei Hargreeves
Jake Epstein: Alphonso Hargreeves
Cazzie Davis: Jayme Hargreeves
Justin Cornwell: Marcus Hargreeves
Jordan Claire Robbins: Grace Hargreeves
Dove vederlo: Netflix
Voto:

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