Silent Night: Il Silenzio della Vendetta – Vendetta fa sempre rima con Sconfitta

Abbiamo visto in anteprima “Silent Night – Il Silenzio della Vendetta“, l’ultimo adrenalinico film di John Woo, il re degli action movies. Questa è la nostra recensione, rigorosamente spoiler free

copertina recensione silent night

Per tutti gli amanti degli action movies l’uscita di un nuovo film di John Woo a ridosso delle feste di Natale è considerata come una vera e propria strenna. Per di più il regista di Hong Kong torna a girare un film su suolo americano esattamente venti anni dopo “Paycheck” (2003), una pellicola di fantascienza che trae ispirazione da un racconto di Philip K. Dick, un tizio che come John Woo è considerato un simbolo nel suo genere.

Nel manifesto di “Silent Night – Il Silenzio della Vendetta” ci sono chiari riferimenti alle festività del Natale. Dal classico maglioncino dall’inequivocabile trama (di quelli inguardabili che fatichi a indossare anche il 25 dicembre) al titolo stesso della pellicola, che richiama la soave melodia che si ascolta la sera della vigilia davanti al presepe e un abete adornato di luci e doni. Tutto lascia intendere di trovarsi davanti a una pellicola dai toni rilassati. Tuttavia la minacciosa pistola in primo piano non lascia presagire nulla di soave e sereno: è pur sempre un film diretto da John Woo!

John Woo, 77 anni di Hong Kong, è un regista che ha costruito una carriera con la regia di film d’azione diventandone indiscusso punto di riferimento per il genere nonostante gran parte della sua filmografia sia stata prodotta nella sua terra natia con qualche importante eccezione (vedi “Mission Impossible II” oppure “Face/Off – Due facce di un assassino“, quest’ultimo forse il migliore tra i film di Woo).

Il tratto distintivo di Woo è caratterizzato da un’esplosiva combinazione di azione frenetica, coreografie di combattimento e una forte enfasi nelle relazione umane. Il tutto accompagnato da un forte simbolismo nelle immagini che evidenziano il contrasto tra l’innocenza e la violenza dilagante circostante, il frammentarsi dei rapporti umani, l’incessante scorrere del tempo. Un dramma che va al di là della pura azione ma che aggiunge anche strati di emotività. Tutte queste caratteristiche le ritroverete in “Silent Night – Il Silenzio della Vendetta” sebbene la pellicola non sia esente da difetti che l’allontanano dai fasti delle migliori produzioni del regista di Hong Kong.

silent night john woo

La storia di “Silent Night – Il Silenzio della Vendetta” inizia con un uomo che corre disperato in cerca di salvezza. Siamo in una località americana al confine con il Messico, un luogo falcidiato dalla guerra tra bande che infestano la città. Capiamo subito che l’uomo è inseguito da qualcuno che vorrebbe ucciderlo e, pertanto, quello a cui stiamo assistendo potrebbero essere gli ultimi momenti della sua vita. L’uomo indossa un maglione di Natale sporco di sangue, il suono dolce e ripetuto di un carrilon accompagna musicalmente la sequenza, un palloncino rosso vola leggiadro nel cielo. Una sequenza di adrenalinica azione condita da immagini di innocenza e festa: siamo ai primi fotogrammi del film ed ecco a voi la firma distintiva di John Woo!

Scopriamo ben presto che l’uomo (interpretato da Joel Kinnaman, navigato attore svedese con cittadinanza statunitense) è un tranquillo padre di famiglia il cui figlio è stato appena ucciso accidentalmente da un proiettile vacante durante una disputa tra gang criminali, un altro dei tanti episodi di violenza quotidiana che dilaga come un cancro nella comunità locale. La fuga dell’uomo purtroppo non finisce bene. Raggiunto da uno dei boss criminali, viene lasciato a terra in fin di vita con una pallottola infilata in gola. L’uomo si salva miracolosamente, ma quello che fa ritorno dalla morte non è più il tranquillo marito e padre di famiglia di prima. Adesso è un uomo il cui suo unico scopo nella vita è vendicare suo figlio. Assistiamo a tutto il (lungo) processo di trasformazione dell’uomo, una fase di addestramento a base di combattimenti corpo a corpo, tecniche militari e tiri al poligono che lo preparano per la personale guerra che lo attende. Una sequenza piuttosto lunga (e a tratti noiosa, dobbiamo dirlo) che somiglia all’addestramento di Rocky Balboa per l’imminente incontro con Apollo Creed. Il tutto avviene davanti lo sguardo inerme della moglie, che passivamente assiste alla trasformazione del marito in una vera e propria macchina da guerra, al punto che Frank Castle (alias Il Punitore dei fumetti Marvel) al confronto è il Puffo Brontolone e Bullseye è Gargamella. Ci sembra qualcosa di già visto: non era il Joker che affermava che “la distanza tra un folle e l’uomo più assennato della Terra è soltanto una brutta giornata?

Woo sfrutta un artificio narrativo (l’uomo perde l’uso della voce dopo l’agguato all’inizio della storia) per eliminare dalla pellicola ogni forma di dialogo e raccontare la storia con la sola forza delle immagini (da qui il senso del titolo del film che, ovviamente, non allude soltanto alla feste natalizie). Nel momento del giudizio verrete travolti da un mare di proiettili, tra macchine che esplodono in corsa, combattimenti all’arma bianca e fiotti di sangue. Allo stesso tempo il ricorrere incessante alla musica del carrilon e alla vista di un pendolo di Newton ci ricordano come un moto perpetuo e in maniera troppo insistita, l’inesorabile scandire del tempo e le motivazioni che spingono l’uomo ad agire con tanta violenza, come se quest’ultime non fossero sufficientemente chiare.

silent night

Avrete capito che gli stilemi del cinema di John Woo ci sono e in abbondanza, ma il tutto ci è sembrato terribilmente derivativo e pieno di cliché, a cominciare dalla trama. Quante volte abbiamo visto una storia che vede un uomo cercare vendetta a seguito dell’uccisione di un proprio caro? Pellicole di questo tipo ce ne vengono in mente tantissime: pensiamo a “Kill Bill” (2003, il film di Quentin Tarantino fa del concetto di vendetta una questione morale),  “Il Giustiziere della Notte” (1974, un uomo interpretato magistralmente da Charles Bronson, viene traumatizzato dallo stupro della figlia e dall’assassinio della moglie, a seguito dei quali intraprende il suo percorso di vendetta di fronte agli occhi impotenti della polizia)  e, per rimanere in Italia, non possiamo non citare il meraviglioso “Un borghese piccolo piccolo” (1977), in cui un grandissimo Alberto Sordi sveste i panni del comico per esibirsi in una delle parti più drammatiche della sua intera carriera. Siamo sicuri che voi, attenti lettori, avrete molti altri esempi da portare sul tavolo.

Avrete capito che il grosso problema di “Silent Night – Il Silenzio della Vendetta” è proprio la mancanza di originalità. Nonostante la pellicola sia assolutamente godibile per quello che riguarda l’impatto visivo, ci sembra tutto quanto maledettamente già raccontato. Oltre a questo, c’è da registrare che il film è troppo incentrato sul personaggio protagonista interpretato da Joel Kinnaman. Kinnaman sembra essere particolarmente a suo agio nel ruolo ma su questo avevamo pochi dubbi se si osserva la carriera dell’attore di origini svedesi: film come “Robocop” (2014, in cui interpreta Alex Murphy), oppure i due “The Suicide Squad” (nella parte del colonnello Rick Flag) costituiscono una buona palestra per prepararsi ad un film come questo. Kinnaman ce la mette tutta per aggiungere dramma e coinvolgimento emotivo a un personaggio che vede morire il proprio figlio tra le braccia. Le sequenze in cui si strugge per questo dramma sono le migliori della sua performance recitativa. Quando invece imbraca fucile e pistole Berretta per compiere la sua mattanza, allora viene a mancare un pizzico di phisique du role (ma non possono essere tutti Jean-Claude Van Damme).

In un film dove è così netta la distinzione tra quali sono le forze contrapposte non si può avere un cattivo privo di carisma. Purtroppo questo è il caso dell’antagonista principale interpretato dall’attore messicano Harold Torres. Un personaggio privo di mordente, impalpabile e che ricorderemo esclusivamente per i suoi pittoreschi tatuaggi e non per la presenza scenica.

Infine, avrebbe meritato uno spazio maggiore il personaggio di Saya, moglie del protagonista interpretata da Catalina Sandino Moreno (talentuosa attrice colombiana premiata con l’Orso d’argento per la migliore attrice al festival di Berlino e una candidatura all’Oscar come migliore attrice protagonista, entrambi i riconoscimenti per “Maria Full of Grace“). La sceneggiatura miope non approfondisce il dolore della donna, e se ne ricorda di darne valore solo sul finale. La retorica di grana grossa del finale suggerisce il più scontato dei messaggi: agire per vendetta vuol dire soccombere definitivamente. Un finale che prova a toccare le corde dell’emozione nel nostro cuore già però irrimediabilmente provato dallo spargimento di sangue che si è assistito nelle circa due ore di durata del film. Uscendo dalla sala non avrete l’istinto di cercare un kleenex per asciugare le lacrime ma quello di imbracare un fucile a canne mozze e di «iscriversi ai terroristi» (per citare un noto individuo che, a suo tempo, ha vissuto la sua giornata difficile..).

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In conclusione, “Silent Night – Il Silenzio della Vendetta” è un film godibile per chi è amante del genere action movies, di quelli espliciti che non lasciano nulla all’interpretazione. Se siete amanti di questo genere allora la visione è sicuramente consigliata. Di sicuro non ci troviamo di fronte al migliore dei film di John Woo e, in questo senso, il film rappresenta una grande occasione mancata.

Silent Night – Il Silenzio della Vendetta” lo trovate in sala a partire dal 30 novembre.

Silent Night - Il Silenzio della Vendetta

Silent Night - Il Silenzio della Vendetta

Paese: USA
Anno: 2023
Durata: 104 minuti
Regia: John Woo
Soggetto e sceneggiatura: Robert Archer Lynn
Casa di produzione: Lions Gate Entertainment, A Better Tomorrow Films, Capstone Studios, Thunder Road Pictures
Distribuzione italiana: Plaion
Interpreti e personaggi:
Joel Kinnaman: Godluck
Scott Mescudi: Vassell
Harold Torres: Playa
Catalina Sandino Moreno: Saya
Yoko Hamamura: Ruiz
Vinny O'Brien: Anthony Barello
Anthony Giulietti: Kid
Uscira nelle sale: 30 novembre 2023
Voto:

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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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