Kamen Rider Black Sun – Recensione no spoiler

In occasione del 50° anniversario dalla creazione della serie originale, Kamen Rider torna nella sua incarnazione più cruenta, Black Sun, distribuita in  tutto il mondo da Prime Video. Ecco la nostra recensione!

recensione kamen rider black sun

Kamen Rider – letteralmente “Ciclista Mascherato”, ma anche “Cavaliere Mascherato” – è probabilmente una delle più importanti serie tokusatsu mai prodotte in Giappone (il tokusatsu ruota perlopiù attorno ad eroi mascherati spesso in tutine colorate, n.d.r.) .

Conosciuta anche come Masked Rider (compreso l’adattamento americano del ’95 a cura di Haim Saban), la serie fu creata nel 1971 per Toei Company dal maestro Shōtarō Ishinomori, che curò nello stesso periodo anche una serializzazione manga. Protagonista lo studente universitario Takeshi Hongo, rapito dalla malvagia organizzazione Shocker che, per scopi diabolici, lo tramutò in un potentissimo cyborg. Riuscito a scappare e munitosi di una moto e di un costume con una maschera da cavalletta, il giovane deciderà invece di lottare per il bene dell’umanità.

Da allora altri Kamen Rider sono succeduti a Hongo in questi 50 anni, uno dei più apprezzati è sicuramente Kotaro Minami, protagonista della serie Kamen Rider Black, prodotta dal 1987 al 1989 per un totale di 51 episodi e due film brevi. Tramutato in cyborg da una spietata organizzazione chiamata Gorgom, insieme al suo amico d’infanzia Nobuhiko Akizuki, per essere assurti a imperatori secolari noti col nome di Black Sun e Shadow Moon, Kotaro deciderà anche lui di divenire un paladino del bene.

Ecco, proprio l’arco Black è alla base del reboot realizzato per il 50° anniversario della saga e rilasciato 28 ottobre 2022: Kamen Rider Black Sun, così intitolato, pesca tutti i personaggi originali e li posiziona all’interno di una narrazione più oscura e matura.

Toei, forte anche della distribuzione internazionale di Prime Video, ha realizzato una rivisitazione per adulti, colma di sangue e frattaglie, intrighi politici e sociali, che si discosta notevolmente dalla serie d’origine anche per la caratterizzazione dei vari protagonisti.

STORIA

Ci troviamo in un Giappone estremamente realistico preda di gravi tumulti sociali, perfetto specchio della nostra odierna società. Con qualche palese richiamo alla saga degli X-Men, la comunità s’interroga circa la pericolosità dei kaijin, mutanti perfettamente integrati nella collettività la cui esistenza è messa a dura prova da numerosi movimenti xenofobi che sfociano in atti di violenza.

Il nostro protagonista, Kotaro, vive alla giornata, guadagnandosi il pane come esattore/picchiatore alla stregua del Rocky di Sylvester Stallone.

Assunto per mettere a tacere la giovane Aoi Izumi, attivista per i diritti dei mutanti, Kotaro finirà invece per affezionarsi a lei dopo averla trovata in possesso di una delle cosiddette Pietre del Re (Kingstone è la parola che sentirete con più frequenza), manufatti utilizzati durante la guerra dai giapponesi per trasformare gli umani in mutanti al fine di utilizzarli come arma. Ergendosi a suo baluardo contro il movimento Gorgom, radicato fin dentro il governo giapponese, Kotaro non esiterà a rivelare la sua natura di mutante insettoide, col nome di Black Sun.

Kotaro trasformato in Black Sun
Kotaro trasformato in Black Sun

La faida, purtroppo, lo contrapporrà al suo fraterno amico Nobuihiko, denominato Shadow Moon, tornato per la resa dei conti contro il genere umano.

La narrazione di muove nel corso dei 10 episodi su ben due binari, uno collocato negli ’70 e l’altro nel nostro presente.

La linea temporale del passato mostra la nascita del movimento Gorgom, in cui militarono anche dei giovanissimi Kotaro e Nobuhiko, prima che la loro rivalità li dividesse.

Kotaro e Nobuhiko si scontrano
Kotaro e Nobuhiko si scontrano

TECNICISMI

La regia della serie è stata affidata a Kazuya Shiraishi, noto a livello internazionale per i suoi thriller e yakuza movie, il cui lavoro si riflette soprattutto sull’uso di fotografia e inquadrature elaborate, non tipiche delle normali produzioni tokusatsu. Il suo approccio decisamente cinematografico viene evidenziato più volte nei combattimenti tra mutanti, che appaiono brutali e violenti, con smembramenti, eviscerazioni, decapitazioni e geyser di sangue scarlatto.

La violenza, però, è riscontrabile soprattutto nelle tematiche, con forti echi provenienti dalla nostra quotidianità. Una sequenza ben riuscita, ad esempio, vede un poliziotto poggiare il suo ginocchio sul collo di un mutante immobilizzato, che lo implora di lasciarlo andare perché non respira, evidente richiamo alla triste vicenda di George Floyd. Inoltre sono spesso lampanti gli espliciti sotto-testi sessuali che permeano la narrazione, accompagnata dall’evocativa colonna sonora di Kenta Matsukuma.

Purtroppo, però, gli effetti speciali non sempre reggono il passo con la credibilità della produzione, finendo per smorzarne involontariamente i toni. Alcuni costumi (che siano carapaci, piume, pellicce o semplicemente barbe finte) non danno l’idea di qualcosa di organico, ma appaiono invece visibilmente posticci dando ben presto l’effetto da pupazzone gommoso, attenuando l’impatto complessivo dell’intera vicenda.

Il pupazzone di turno
Il pupazzone di turno

Inoltre lo scotto da pagare per produzioni del genere sono i richiami alla saga originale, quindi non mancheranno moto personalizzate con antenne sul manubrio e pose plastiche a braccio teso che trasformeranno Kotaro nella sua controparte mutante… ovviamente al grido di HENSHIN! (letter. Trasformazione).

La recitazione di alcuni comprimari, poi, risulta a volte troppo sopra le righe facendo sì che diverse situazioni sfiorino accidentalmente il ridicolo. Recitazione che almeno si dimostra efficace e credibile per i protagonisti: Kotaro è interpretato dal bravissimo Hidetoshi Nishijima, che abbiamo avuto modo di apprezzare sia in Kyashan – La rinascita che nel film premio Oscar Drive My Car. Tomoya Nakamura tratteggia un Nobuhiko affascinante ed inquietante, risultando sempre in parte. Lo stesso dicasi per la giovanissima Kokoro Hirasawa, interprete di Aoi, a suo agio anche nel recitare in inglese. La produzione infatti presenta svariate parti in lingua anglosassone, tanto da annoverare tra le sue file alcuni attori di etnia non nipponica, rimarcando lo sforzo nel cercare di donare un’aria dal sapore internazionale.

Un’altra critica può essere mossa all’edizione italiana. Non ci riferiamo al doppiaggio, la serie infatti è stata presentata in versione originale, ma alla traduzione dei sottotitoli, che sembra strizzare l’occhio a lavori di cannarsiana memoria, mancando in più punti di un vero e proprio adattamento nella nostra lingua. Molte volte vi capiterà di leggere intere frasi accostabili a delle supercazzole, proprio a causa dell’utilizzo di un lessico forzato.

Ciò purtroppo rende l’esposizione un po’ confusionaria e non sempre comprensibile. Speriamo che in futuro la piattaforma renda disponibile il doppiaggio in altre lingue (italiano compreso) per poter godere appieno della storia, disponendo ovviamente di traduzione e adattamento migliori.

CONSIDERAZIONI FINALI

Kamen Rider Black Sun è una serie dal potenziale inespresso, in cui grossi pupazzi antropomorfi se le danno di santa ragione strappandosi intestini e arti. Inespresso perché, nonostante il sangue, la produzione non ha voluto distaccarsi del tutto dal materiale d’origine, laddove l’estremo realismo della vicenda cozza inevitabilmente con la realizzazione tecnica dei costumi e di alcune sequenze fin troppo leziose, creando un dualismo poco funzionale.

Ciò non significa che non meriti un’occhiata, anzi potrebbe sorprendervi, diventando un buon punto di partenza per future produzioni nipponiche in cui speriamo ci sia il giusto equilibrio tra narrazione ed effetti speciali.

Qualcuno di voi l’aveva già vista? Piaciuta? Fateci sapere la vostra in un commento, così da poterne parlare insieme.

Kamen Rider Black Sun

Kamen Rider Black Sun

Regia: Kazuya Shiraishi
Anno: 2022
Stagioni: 1
Episodi: 10 (40 minuti circa, cad.)
Cast: Kotaro Minami: Hidetoshi Nishijima Nobuhiko Akizuki: Tomoya Nakamura Kotaro Minami giovane: Aoi Nakamura Aoi Izumi: Kokoro Hirasawa Shunsuke Komatsu: Kengo Kimura Darom: Nakamura Baijaku II Darom giovane: Nao Okabe Bishium: Yō Yoshida Young Bishium: Mana Sakurai Baraom: Pretty Ohta Bilgenia: Takahiro Miura Bat Kaijin: Takuma Otoo Whale Kaijin: Gaku Hamada Flea Kaijin: Daisuke Kuroda Anemone Kaijin: Miwako Kakei Spider Kaijin: Issei Okihara Shinichi Donami: Lou Ohshiba Shinichi Donami giovane: Oshiro Maeda Isao Nimura: Toshinori Omi Segretario-Generale: Minori Terada Wataru Igaki: Hiroki Konno Kazuya Kurokawa: Junichi Kawanami Nick Johnson: Jua Oliver Johnson: Mochtar
Dove vederlo: Prime Video
Voto:

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Gianluca Testaverde

Instagram Meganerd
Faccio un po' di tutto nella vita: perditempo a tempo pieno, disegno, amo il doppiaggio e scrivo ciò che vorrei leggere. E per l'amor di Dio... non fate i fumettisti!

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