Abbiamo visto in anteprima la prima puntata della nuova serie Sky Original “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno-La leggendaria storia degli 883” e volete un nostro modestissimo parere? Dovreste vederla anche voi e in questa recensione (assolutamente no spoiler) vi spieghiamo perché
Ho visto in anteprima la prima puntata della nuova serie “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno-La leggendaria storia degli 883” e volete un mio modestissimo parere? Dovreste vederla anche voi!
La serie è composta da 8 puntate (per la prima stagione) che raccontano una parte della vita di Max Pezzali (Elia Nuzzolo), l’incontro con Mauro Repetto (Matteo Giuggioli) e la nascita degli 883, attraversando così la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90.
Ora capiamoci bene, io sono stato un grande fan degli 883 e all’uscita del loro primo disco avevo 13 anni.
Le loro canzoni hanno accompagnato la mia adolescenza, le prime cotte, le prime feste a casa di amici con i loro pezzi come sottofondo, i pomeriggi in sala giochi, insomma posso tranquillamente dire che gli Max e Mauro sono stati la colonna sonora della mia adolescenza dai 13 ai 18 anni.
Certamente anche molti di voi potranno dire lo stesso, sia chi nel ‘92 aveva meno anni di me, sia chi ne aveva qualcuno di più.
Se vi riconoscete in questo profilo, non avete scuse: dovete vedere questa serie!
Se invece non siete fan degli 883… beh ve la consiglio ugualmente.
Certo, forse non avrete la “pelle d’oca” durante i titoli di testa (quando li vedrete capirete cosa intendo), ma sono sicuro che troverete mille altri motivi per emozionarvi.
Sì, perché questo è l’effetto che vi farà questa serie, saprà farvi emozionare.
Il fatto che dietro la scrittura e la produzione di questa serie ci sia lo zampino di Sydney Sibilia (Smetto quando voglio e Mixed by Erry), dovrebbe già farvi intuire il tono e i colori con cui verranno raccontate le vicende che ruotano intorno a Max e Mauro.
Magari qualcuno potrà pensare “ma come fa Mike a dedurre tutte queste cose avendo visto una sola puntata?”, beh perchè dopo averla vista ho assistito alla conferenza stampa che ne è seguita e ho avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con Sydney e i due protagonisti… e l’impressione che ho avuto è stata più che positiva.
Le origini degli 883
Tutto ha inizio con la bocciatura alle superiori di Max Pezzali: da qui si dipanano una serie di eventi che porteranno al fatidico incontro con Mauro Repetto tra i banchi di scuola.
Non voglio raccontarvi troppo di ciò che avviene durante i 60 minuti o poco meno della prima puntata, ma vi posso dire che emerge da subito l’incredibile attenzione nel ricreare l’atmosfera di fine anni ottanta in un città come Pavia.
Vi perderete nell’andare a caccia di tutti quegli oggetti di uso quotidiano che si trovavano comunemente in casa, al bar o per strada in quegli anni… eh sì, già dal primo episodio si vede anche un cabinato arcade (tra l’altro lo stesso che ho io a casa!).
Hanno ucciso l’Uomo Ragno, non ha solo l’intento di far rivivere quei tempi, anzi questo fa solo da contorno, da cornice se vogliamo. Il cuore dell’opera sta nel racconto dell’amicizia tra due ragazzi che si ritrovano improvvisamente ad essere protagonisti della loro storia in maniera quasi inconsapevole.
Già perché stiamo parlando di adolescenti che non hanno ancora le idee chiare, che sognano un futuro diverso da quello che i propri genitori vedono per loro e che nemmeno immaginano che improvvisamente si troveranno su di un palco a cantare davanti a migliaia di persone.
In oltre rendono benissimo a schermo tutte le dinamiche di cui noi, nati in quegli anni, siamo stati testimoni.
Il fardello della bocciatura, le cassettine (audio cassette), le attese al telefono, i giri in motorino senza casco, tutte cose che oggi a noi adulti strappano un sorriso, ma che nella serie vengono rappresentate in maniera incredibilmente credibile.
Gli stessi giovani protagonisti, Elia e Matteo (classe 2000), grazie alla loro bravura e alla guida del regista sono riusciti a dare il giusto risalto a situazioni che abbiamo vissuto sulla nostra pelle noi GenX.
Insomma che siate fan oppure no degli 883, non fatevi scappare questa serie perché è un racconto che parla di amicizia, di sogni, di grandi opportunità e di come se ci credi abbastanza, tutto possa cambiare quando meno te lo aspetti, anche in una città come Pavia.
Ovviamente, ad amalgamare il tutto e a dargli il giusto tono, c’è l’inconfondibile mano di Sydney Sibilia, di cui abbiamo imparato ad apprezzare lo stile. È riuscito a rappresentare in maniera molto convincente un’ epoca in cui tutto sembrava possibile, realizzando una serie che saprà attirare l’attenzione sia di un pubblico nostalgico, sia di una nuova generazione desiderosa di scoprire un’era iconica (gli anni 80-90) durante la quale nacque una delle band che ha segnato la storia della musica italiana.
Io sono Mike, e vi do appuntamento nei commenti, ricordandovi che la serie “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883” verrà trasmessa su Sky e Now, dall’11 di ottobre.
Hanno Ucciso l'Uomo Ragno - La Leggendaria Storia degli 883
Elia Nuzzolo,
Matteo Oscar Giuggioli,
Davide Calgaro.
1 Comment
Omone
(11 Ottobre 2024 - 09:47)Dopo aver letto la tua recensione mi è venuta una gran voglia di guardarlo. Oltre alla loro musica sono molto curioso di vedere come siano riusciti a rendere l’atmosfera di quegli anni