Good Omens 2 – Storia di un’amicizia che dura dall’alba dei tempi

È arrivata su Prime Video la seconda stagione di Good Omens, la serie TV tratta dall’omonimo romanzo di Neil Gaiman e Terry Pratchett (pubblicato in Italia come Buona Apocalisse a tutti!). Noi di MegaNerd l’abbiamo vista in anteprima per voi e vi diciamo cosa ne pensiamo (senza spoiler)

recensione good omens 2

Era l’ormai lontano 2019 quando arrivò su Prime Video un prodotto particolare, nato dall’adattamento di un romanzo di Neil Gaiman e Terry Pratchett: si trattava di Good Omens, il racconto di un’ Apocalisse scongiurata da due improbabili esponenti di Inferno e Paradiso, seguendo Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter, Strega.

Nel corso di sei episodi, tra un Anticristo bambino e una strega che ripercorreva i passi della propria antenata, avevamo fatto la conoscenza di Aziraphale (Michael Sheen), un angelo pignolo, collezionista e commerciante di libri rari, e Crowley (David Tennant), un demone amante della velocità e della buona musica. Erano stati proprio loro, stranamente fianco a fianco, a evitare l’Armageddon.

Andando avanti nella storia, era anche parso chiaro come i due fossero in realtà amici da molto tempo, per quanto le loro rispettive “origini” imponessero il contrario: li avevamo visti insieme sulle mura dell’Eden, proprio dopo la cacciate di Adamo ed Eva.

Ed è proprio su quest’aspetto che la seconda stagione si fonda: una volta terminato il materiale originario (che copriva fino al finale della stagioneprecedente), si racconta l’amicizia profonda – qualcuno l’ha definita bromance – che lega Aziraphale e Crowley, al punto da renderli l’uno la persona dell’altro.

ATTENZIONE: DA QUESTO PUNTO IN POI POTREBBERO ESSERCI SPOILER

SINOSSI

Sono passati tre o quattro anni dalla scampata Apocalisse; Inferno e Paradiso sono tornati alla loro vita di sempre, così come Aziraphale, che continua a gestire la sua piccola libreria a Soho, e Crowley, che gira per le strade a tutta velocità, a bordo della sua Bentley d’epoca. Calma piatta per tutti, almeno fino a quando l’angelo riceve una visita inaspettata che rischia di mettere a repentaglio gli equilibri e che porta con sé un mistero. Intanto, il Paradiso è in subbuglio: l’ Arcangelo Gabriele (Jon Hamm) è scomparso senza lasciare traccia.

Come ha spiegato Tennant:

Crowley e Aziraphale faranno ancora di più affidamento l’uno sull’altro nella stagione 2 rispetto alla stagione 1, perché sono, per necessità e per circostanza, un duo a cui nessun altro può unirsi.

 

IL VERO VOLTO DI INFERNO E PARADISO

I momenti immediatamente precedenti all’Apocalisse della prima stagione ci avevano mostrato l’Inferno e il Paradiso, col proprio seguito di angeli e demoni che, a dirla tutta, non sembravano poi tanto diversi.

Alla caoticità demoniaca era stato contrapposto un fascismo angelico che aveva dell’inquietante, e che mostrava tutta la debolezza dell’una e dell’altra parte.

Questa nuova stagione continua sulla stessa falsariga, mostrando il peggio delle due fazioni. Da un lato ci sono arcangeli ottusi e arroganti, che credono di saperne abbastanza degli umani e, pur di non ammettere la loro incompetenza, accettano per buone delle informazioni totalmente campate in aria. La scomparsa di Gabriele basta a mandarli nel panico: ora chi si occuperà di guidare il Paradiso?

Dall’altro lato troviamo orde di demoni disorganizzati, che sembrano vecchi impiegati di un ufficio pubblico in decadenza, occupati a giocare a carte, e incapaci anche di prendersi cura di sé stessi. A malapena hanno un capo, e più che un esercito sono una ristretta banda di disperati buoni solo a spaventare i ragazzini.

Quelli che un tempo erano grandiosi angeli hanno lentamente perso il contatto con l’umanità: e che siano caduti o meno, sono diventati una parodia di ciò che erano. Probabilmente – ma non ci è dato saperlo – lo stesso Creatore ne ride.

UN’ AMICIZIA LUNGA MILLENNI

Se il Bene e il Male non sono diventati altro che un riflesso di ciò che un tempo sono – forse – stati, a emergere sono i grigi che vivono nello spazio intermedio, e che raccolgono in sé tutta la complessità del mondo – non solo quello umano.

Tennant e Sheen fanno un lavoro grandioso, riuscendo a dare vita a personaggi che sulla carta funzionavano perfettamente – e per cui il rischio era proprio un fallimento sullo schermo. Sono convincenti, complici, ben amalgamati: in pratica, funzionano. Se non fosse stato per loro, la serie non sarebbe stata altrettanto bella.

I loro Aziraphale e Crowley sono, per stessa ammissione dei personaggi, due diversi toni di grigio: destinati alla solitudine tra la propria gente, il loro incontro ha fatto sì che ciascuno avesse l’altro su cui contare, sin dall’alba dei tempi. Due creature opposte eppure uguali, che hanno scoperto il mondo e attraversato le epoche con il loro bagaglio di contraddizioni.

Hanno un rapporto per nulla lineare – e quale rapporto lo è? – che, per quanto non sembri, è fatto di compromessi continui, di un costante viaggio per incontrarsi a metà strada, nel punto esatto in cui il Bene e il Male cessano di essere degli assoluti e diventano sfumati.

Lo Yin e lo Yang, ecco il modo migliore per descriverli: un angelo che fa scelte poco ortodosse (mentire, per esempio), e un demone dotato di buon cuore (per quanto cerchi di nasconderlo), ciascuno capace di arrivare là dove l’altro non riesce. Ed è in questo che sta la loro invincibilità.

Che siano una coppia nel senso romantico del termine, o semplicemente due buoni amici, poco importa: Aziraphale e Crowley ci mostrano una lealtà tanto profonda da sfondare qualunque barriera. Perché non esiste più una parte da cui stare se dall’altro lato ci sono le persone che ami.

In più di un punto, la serie strizza l’occhio alla possibilità di un interesse romantico tra i due, ma tutto sommato mi chiedo: è davvero importante definire il loro rapporto? E se proprio dobbiamo definirlo, direi che Aziraphale e Crowley sono una famiglia queer: dopotutto, gli angeli non sono forse senza sesso? E i demoni, non sono forse angeli caduti?

Good Omens ci da un messaggio d’amore che trascende davvero tutti i confini; e che forse un po’ rimanda alla bella amicizia tra Gaiman e il compianto Pratchett (ci ho pensato in particolare al minuto 1:36 del video sotto, quando Gaiman parla del modo in cui lui e l’amico hanno “semi-collaborato” per molto tempo).

Proprio come la prima stagione ci faceva riflettere su quanto, tutto sommato, il mondo fosse un posto degno di essere salvato, la seconda ci fa riflettere sull’importanza dei legami veri, quelli che resistono a tutto.
Apocalissi comprese.

Good Omens - Stagione 2

Good Omens - Stagione 2

Paese: Regno Unito, USA
Anno: 2019-2023
Stagioni: 2
Episodi: 12
Durata: 51-57 minuti (episodio)
Regia: Douglas Mackinnon
Interpreti e personaggi:
Michael Sheen: Aziraphale
David Tennant: Crowley
Daniel Mays: Arthur Young
Sian Brooke: Deirdre Young
Ned Dennehy: Hastur
Ariyon Bakare: Ligur
Nick Offerman: Thaddeus Dowling
Anna Maxwell Martin: Belzebù
Nina Sosanya: Maria Loquace
Doon Mackichan: Arcangelo Michele
Sam Taylor Buck: Adam Young
Adria Arjona: Anathema Device
Miranda Richardson: Madame Tracy
Michael McKean: Shadwell
Jack Whitehall: Newton Pulsifer
Mireille Enos: Guerra
Bill Paterson: R.P. Tyler
Yusuf Gatewood: Carestia
Jon Hamm: Arcangelo Gabriele
Dove vederla: Prime Video
Voto:

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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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