Civil War – L’orrore della guerra in un’instantanea

Abbiamo visto in anteprima “Civil War“, film distopico scritto e diretto da Alex Garland che ci mostra gli orrori di un conflitto attraverso lo sguardo asettico dei reporter di guerra. In questa recensione no spoiler vi spieghiamo perché questo è un film che non dovete assolutamente perdere

copertina recensione civil war

Nell’anno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America che vedranno contrapposti l’attuale presidente Joe Biden e il candidato Repubblicano Donald Trump (entrambi candidati per il secondo mandato), la casa produttrice indipendente A24 fa uscire un film che racconta, in un futuro che non sembra troppo lontano, un’America al collasso, dilaniata e frammentata in molteplici fazioni coinvolte in una sanguinosa guerra civile. Per la A24, casa produttrice che nel cinema sta diventando la gallina dalle uova d’oro, “Civil War” rappresenta la produzione più costosa con un budget di 50 milioni di dollari e, credeteci, il risultato finale è talmente grandioso che crediamo di trovarci di fronte al film dell’anno 2024.

In un paese lacerato da divisioni interne, una pellicola come “Civil War” non riesce a passare inosservata. Potete comprendere le polemiche che l’uscita di questo film sta scatenando sul suolo americano sopratutto in merito all’opportunità di far uscire, in un momento così particolare, una pellicola del genere. Siamo in un contesto in cui i due candidati alle presidenziali si fronteggiano a colpi di accuse di complottismi e (neanche tanto) velate minacce, dove il sentimento che attraversa l’opinione pubblica americana è quello di un forte timore di vivere realmente nel prossimo futuro una guerra civile (il 40% degli interpellati in un sondaggio del 2022 condotto da YouGov/Economist lo considerano “probabile nei prossimi 10 anni”).

civil war 2024

Civil War” è quello che oggi definiamo “distopia”, ossia la descrizione di un futuro immaginario ma prevedibile in base alla tendenze del presente percepite come altamente negative. Un futuro in cui le cose non sono andata bene. L’auspicio è che lo scenario descritto in “Civil War” rimanga per sempre “distopico” e che non possa tramutarsi in realtà. Abbiamo ancora negli occhi le stucchevoli immagini dell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti avvenuto il 6 gennaio 2021 a seguito delle elezioni presidenziali che, all’epoca, videro contrapporsi gli stessi candidati di oggi. La storia la conosciamo: Joe Biden è risultato vincitore e il presidente uscente Donald Trump con i suoi più facinorosi elettori non la presero benissimo. Quelle Immagini sono di una vicenda realmente accaduta che sembrano fungere in modo sinistro da prologo su quanto viene raccontato in maniera speculativa in questo film.

Alla regia di “Civil War” troviamo Alex Garland, sceneggiatore, regista e scrittore britannico di 54 anni, un autore che sembra essere particolarmente dotato quando si tratta di immaginare scenari futuri apocalittici. Sua è la sceneggiatura di “28 Giorni Dopo” (pellicola del 2002, diretta da Danny Boyle), uno dei migliori zombie movie in cui la narrazione invita a profonde riflessioni su temi quali l’uso incauto dell’ingegneria genetica, l’isolamento derivante dall’incubo post-apocalittico e l’anarchia. L’autore britannico si è distinto al suo debutto alla regia in “Ex Machina“, pellicola del 2015 che gli è valso un premio Oscar per gli effetti speciali e una candidatura per la migliore sceneggiatura originale. Anche in “Ex Machina” Garland riflette sui rischi e i dilemmi  legati alle tendenze del presente, nel caso specifico le conseguenze dello sviluppo fuori controllo dell’intelligenza artificiale e l’etica della creazione.

In “Civil War“, l’autore britannico ipotizza un futuro (non ben definito temporalmente) in cui è in atto negli Stati Uniti la seconda guerra di secessione. Le forze armate occidentali separatiste guidate da Florida, Texas e California sono contrapposte alle forze militari del governo federale guidate dal presidente degli Stati Uniti (interpretato da Nick Offerman). La guerra civile viene narrata dal punto di vista asettico di quattro reporter di guerra. Kirsten Dust interpreta Lee. La Dust, straordinaria nella parte grazie a una recitazione che riesce perfettamente a trasmettere l’angoscia del personaggio nonostante una corazza derivante dal suo modo di intendere la professione, è una fotografa di grande esperienza che sembra essere particolarmente a suo agio quando deve operare in prima linea. La sua aspirazione è quella di ottenere lo scatto perfetto, quello che la immortalerebbe tra i più grandi fotografi di guerra della storia. Wagner Moura interpreta Joel, un giornalista tanto scaltro quanto ambizioso. Stephen McKinley Henderson interpreta Sammy, l’anziano mentore di Lee e Joel, reduce di quello che rimane del “The New York Times” e di un certo modo di fare giornalismo. Ai tre navigati reporter si aggrega Jessie, interpretata dalla bravissima Cailee Spaeny (già vincitrice della Coppa Volpi per la sua interpretazione di Priscilla Presley in “Priscilla“) una giovanissima fotografa in erba che ha l’ambizione di seguire le orme professionali del suo mito Lee. I quattro intraprendono un viaggio che da New York li porterà a Washington con l’obbiettivo di realizzare il colpo giornalistico della vita: realizzare l’ultima intervista al Presidente degli Stati Uniti, oramai prossimo a soccombere sotto i colpi della fazione nemica.

civil war

Il film si sviluppa come un road movie, il che consente una narrazione della storia abbastanza lineare ma nondimeno efficace. In questo viaggio della speranza i quattro saranno esposti ad un forma di atrocità che ogni conflitto bellico sa riservare. Il punto di vista utilizzato è quello della giovane Jessie che, durante il percorso, apprende dalla sua mentore tutti i segreti di un mestiere così difficile e le complicanze di natura etica che ne derivano. “Civil War” sfrutta più la forza delle immagini che quello dei dialoghi facendosi supportare da una fotografia maestosa e un comparto sonoro imponente, vero valore aggiunto di tutta la pellicola.

Civil War” mette in scena un’idea apolitica della guerra. Non sono infatti definite le fazioni politiche in campo. Non sappiamo quale sia stato il casus belli che abbia generato la guerra civile. Non sappiamo se il presidente degli Stati Uniti sia un Democratico oppure un Repubblicano. Garland ha scelto volutamente di non schierarsi, mantenendo le distanze da qualsiasi speculazione politica sebbene, per sua stessa ammissione, l’idea che è alla base di “Civil War” deriva dai sentimenti populisti che sono sorti negli ultimi anni in tutto il mondo.

Per quanto riguarda il luogo del contendere, gli Stati Uniti vengono visti come cartina di tornasole. “Civil War” racconta di una guerra civile su suolo americano, ma potrebbe essere la storia di spaccature presenti nelle società di tantissimi altri paesi. In questo caso, la considerazione triste (ma terribilmente razionale) è che le implicazioni di una guerra del genere sul suolo degli Stati Uniti siano più rilevanti per via della influenza che ha questa nazione sul mondo. Il messaggio forte e senza timore di fraintendimenti che “Civil War” vuole mandare al pubblico è quello di ferma condanna “senza se e senza ma” all’uso delle armi. In un conflitto bellico gli ideali, che siano politici o meno, vengono a perdere di valore. Il tutto si riduce ad una guerra per la sopravvivenza da raggiungere ad ogni costo, sopratutto a discapito del prossimo. Il film sintetizza benissimo questo concetto in un passaggio che consideriamo illuminante. In questa sequenza vediamo due soldati asserragliati sotto gli fuoco di un cecchino. Quando Lee si avvicina a loro per chiedergli da che parte stanno, uno dei due risponde: «Qualcuno ci vuole uccidere. E noi vogliamo uccidere loro». La guerra produce individui privi di empatia la cui sopravvivenza non prevede alcuna forma di compassione. Anzi, se ci si abbandona alla misericordia allora si firma la propria condanna a morte.

civil war garland

La stessa mancanza di empatia è la competenza principale che viene richiesta per poter svolgere il mestiere di reporter di guerra. Robert Capa, uno dei più grandi fotografi della storia, affermava che «Non è sempre facile stare in disparte e non essere in grado di fare nulla, se non registrare le sofferenze che stanno intorno». La neutralità del ruolo del reporter viene tratteggiata perfettamente dal cinismo represso del personaggio interpretato da Kirsten Dust, per la quale uno “scatto bellissimo” è quello che ritrae il momento della morte. Su queste parole ci torna in mente di nuovo Capa quando affermava che «se le tue foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino». L’indifferenza alla  morte e il distacco sono concetti sui quali viene forgiata la giovane Jessie durante il suo percorso di formazione professionale e (de)crescita caratteriale. In un contesto dove regna sovrana la freddezza e la totale mancanza di indulgenza, la macchina fotografica diventa un oggetto non molto distante da una qualsiasi arma da fuoco.

CIVIL WAR di Alex Garland (2024) - Trailer Italiano Ufficiale HD

Civil War” vuole anche celebrare un modo di fare giornalismo che oggi ci appare ancestrale e, nondimeno, sulla via del tramonto. Un modo di interpretare la professione di reporter dove gli elementi più efficaci per raccontare la verità sono le istantanee di una macchina fotografica. In “Civil War” viene fatto uso di macchine fotografiche analogiche dove i rullini vengono sviluppati con mezzi rudimentali. Riuscire a scattare la foto perfetta è un’impresa che richiede una forte dose di coraggio e una discreta fortuna, nonché un enorme spreco di istantanee che non hanno la resa desiderata. Nonostante la pellicola collochi la storia in un futuro ipotetico, non troverete traccia di telefoni cellulari oppure tecnologie di nuova generazione. Un modo esplicito per riscoprire le radici di un mestiere che oggi è agonizzante a causa di declinazioni da social che lo sacrificano sull’altare del click bait.

Why Alex Garland's dystopic thriller Civil War is 'best film of 2024' |  Metro News

Civil War” è senza dubbio il miglior film di Alex Garland. È un film potente, durissimo, che non vi lascerà indifferenti. Rimarrete particolarmente colpiti perché tutto quello che vedrete sul grande schermo vi apparirà tremendamente reale e per nulla peregrino. Se serve il grande cinema per sensibilizzarci su determinati temi, allora ben vengano pellicole come questa.

Civil War” è al cinema a partire dal 18 Aprile.

Civil War

Civil War

Anno: 2024
Paese di produzione: USA, UK
Durata: 109 minuti
Regia, soggetto e sceneggiatura: Alex Garland
Casa di produzione: A24, DNA Films
Distributore italiano: 01 Distribution
Cast:
Kirsten Dunst
Wagner Moura
Stephen McKinley Henderson
Cailee Spaeny
Jesse Plemons
Nick Offerman
Sonoya Mizuno
Karl Glusman:
Voto:

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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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