> Il nuovo, freddissimo capitolo della serie antologica “Una Brutta Giornata” vede protagonista Mr. Freeze. Gerry Duggan e Matteo Scalera scavano nella psiche e nel passato di Victor Fries con una storia contrassegnata dalla rabbia e dalla perdizione del villain.
A Natale siamo tutti più buoni… tranne Mr. Freeze. Nel periodo dell’anno in cui il bene per il prossimo subisce un’impennata esponenziale di adepti, a Gotham City c’è chi rimane fedele a se stesso, chi non ha bisogno delle buone azioni per riscaldarsi dalle temperature vertiginosamente basse. A Gotham City, a Natale, con la neve che scende copiosa sui grattacieli e nasconde ancora meglio i criminali nei vicoli, c’è chi del freddo e gelo non conosce segreti e li ha fatti propri: Mr. Freeze.
Al secolo Victor Fries, scienziato esperto in criogenia, quando una lunga malattia stava per portargli via sua moglie Nora, si è trasformato in Mr. Freeze a seguito di un incidente, criminale dotato di tuta crio-regolatrice e occhialetti rossi. È lui il protagonista del nuovo capitolo della serie antologica “Una Brutta Giornata“ (qui le altre recensioni).
La storia di Gerry Duggan, “L’inverno più buio“, è ambientata a Natale, in uno dei primissimi anni di attività del Cavaliere Oscuro. La collocazione temporale la si evince da alcuni indizi disseminati con spontaneità nei dialoghi tra i personaggi e dalla presenza di un giovanissimo Dick Grayson nei panni del primo Robin.
Che sia per questa ingenua inesperienza, che sia proprio per il periodo dell’anno, il capitolo dedicato a Mr. Freeze prende il via con la missione autoimposta da Batman di salvare il criminale. Bruce Wayne conosce bene le vicende personali che hanno portato Fries a diventare Freeze: dal dolore, al lutto, all’incidente. Per il Cavaliere Oscuro, Mr. Freeze può ancora essere salvato perché la sua missione criminale ruota tutta intorno alla salvezza di Nora, alla possibilità di farla uscire dallo stato in cui si trova e restituirle una vita normale. Il dolore e l’amore muovono l’animo freddo di Mr. Freeze.
Quello che ci appare, probabilmente da sempre o quantomeno dopo la re-invenzione di Dini e Timm nella serie animata e nel film Batman: Sub-Zero, è a tutti gli effetti un anti-criminale (riadattando per un cattivo la definizione di anti-eroe). Quello che non conosciamo davvero a fondo, e che costituisce la gran parte del coraggioso lavoro di Duggan, è il suo passato: la sua vita come Victor Fries, il suo impegno come scienziato, il suo matrimonio con Nora.
Victor Fries è un brillante scienziato che, con il passare degli anni e l’aumentare del lavoro, si chiude sempre di più in se stesso. Non trascorre del tempo con Nora, che afferma di amare moltissimo, né con gli amici di sempre. Il mondo intorno, le abitudini della moglie, il lavoro sempre più pesante lo fanno diventare scontroso e sempre più introverso, geloso e freddo. In una misura in cui è egli stesso il gelo che fa appassire la rosa dell’amore di Nora.
Quando la signora Fries inizia a manifestare i primi sintomi di una malattia che sente essere troppo radicata, Victor peggiora con lei: negli atteggiamenti verso gli amici, verso la stessa Nora, per la quale l’amore provato si mostra solo come possessività. Un amore reciproco che si è raffreddato nel tempo, fino ad ammalarsi e diventare freddo.
Victor non riesce ad accettare la dura verità, forse inconsapevolmente turbato dal tempo perso, e tenta di sfruttare i propri studi per riportare Nora in vita, interrompendo quello stato di catalessi criogenica in cui si trova. Ma Victor e poi Freeze vuole restituire Nora al mondo… o a se stesso?
Gerry Duggan scrive una gran bella storia su Mr. Freeze, espandendone coraggiosamente il passato: in linea con le altre brutte giornate, conoscere il passato del villain di turno non lo redime affatto agli occhi del lettore. Anzi, in questo caso, la scelta di Victor di diventare un criminale risulta essere “naturale“: conoscendone il passato, il carattere (nonostante la presentazione da “scienziato brillante solitario” forse troppo abusata) e la discesa nell’oscurità dopo il lutto, Mr. Freeze risulta essere un’ineluttabile evoluzione di Fries. Duggan riprende e trasduce il senso più intimo della brutta giornata di The Killing Joke di Moore: un evento spartiacque che definisce il futuro, scegliendo di essere un eroe o un cattivo, per ciò che si è.
Mr. Freeze ne esce come una figura ancora più drammatica, un uomo che non riesce prima di tutto a perdonarsi, e mai ammettendolo, di aver perso l’amore della vita prima ancora che la malattia si manifestasse. Mr. Freeze è la copertura fredda di un uomo che non avrebbe potuto desiderare di meglio ma che lo ha perso richiudendosi in se stesso, senza condividere ed inasprendosi.
Ed ecco come anche l’ambientazione natalizia fa da contraltare morale al protagonista.
Ne L’inverno più buio ritroviamo la caratterizzazione nuda e cruda del Batman-Detective che, nella sua missione pacifica di redenzione, si intrufola negli angoli più sporchi della città per arrivare, attraverso la soffiata giusta, a Freeze. Ma il vero co-protagonista della storia è Robin: Dick Grayson è il pettirosso vivace e portatore di speranza per eccellenza e, nelle dinamiche della storia, è il contrasto cromatico e caratteriale perfetto per il villain.
Matteo Scalera ai disegni si diverte, realizzando character design dalla presenza scenica molto forte e particolare: Freeze è slanciato, snello, nervoso; Robin è piccolo, scattante, furbo; Bruce imponente, forte; Nora rassegnata, malinconica. Ai colori, Dave Stewart compie un lavoro eccezionale nella resa di un racconto in cui le tonalità cromatiche vanno di pari passo e sono piena manifestazione delle emozioni dei personaggi.
Ancora una volta, il nuovo capitolo di “Batman: Una Brutta Giornata” è centrato, frutto di un team ancora una volta ispiratissimo ed affiatato. Quello di Mr. Freeze è un racconto sul valore del tempo, sulla condivisione e sul dolore. Perché «…certi avversari di Batman affrontano una brutta giornata mentre altri vivono delle lunghe emergenze che finiscono in tragedia».
