Intervista a Simone Marzola, attore, doppiatore e direttore del doppiaggio

In occasione dell’uscita della serie animata di Tekken: Bloodline, Bastard!! e quella live action di Resident Evil su Netflix, la redazione di MegaNerd è orgogliosa di ospitare Simone Marzola, attore teatrale, doppiatore e direttore di doppiaggioche ha supervisionato le edizioni italiane delle maggiori serie del colosso dello streaming degli ultimi anni.

intervista simone marzola

 

Ciao, Simone, benvenuto su MegaNerd! Per cominciare, parlaci brevemente di te, come ti sei avvicinato al doppiaggio?

Grazie mille, saluto tutti i ragazzi e le ragazze che seguono la vostra pagina e la vostra community (è anche per loro che mettiamo tanto impegno nel nostro lavoro).

Venendo a noi: il primo momento in cui mi sono accorto che ero affascinato da quello che ancora non ritenevo un lavoro è stato quando da piccolo davanti alla tv mi trovavo a fare le “vocine” sopra i cartoni animati, a mettere la voce sui programmi televisivi. Era un gioco automatico che facevo in camera mia.

Poi, da più grande ho studiato (tanto). Ma ho cominciato dalla recitazione, dal teatro. Ho frequentato un’accademia di teatro, poi per tre anni un’accademia di musical (il mio amore parallelo al doppiaggio), ho fatto corsi di doppiaggio e se devo dirti la verità continuo ancora adesso a studiare. E’ un lavoro che ti obbliga a tenerti sempre in allenamento e aggiornato.

Alla fine ho trovato un bellissimo equilibrio che amo: il doppiaggio compagno di vita e il teatro (il musical in particolare) un amante di cui non posso fare a meno.

Dunque, adesso entriamo nel vivo: come si viene selezionati in qualità di direttore di doppiaggio? E soprattutto che responsabilità comporta un ruolo del genere?

Domanda tecnica molto interessante: ci sono diverse variabili in gioco quando si viene scelti per dirigere un prodotto. Sempre più spesso, ultimamente, è capitato che venissero richieste precedenti esperienze in un determinato genere (l’animazione giapponese, ad esempio) oppure si è scelti in base alla fiducia che si è creata lavorando insieme e ai risultati che si sono raggiunti. A volte invece è solo fortuna nel far coincidere le tempistiche.

La responsabilità che io sento quando dirigo un prodotto è totale (e anche l’ansia per quanto mi riguarda, ma questo riguarda più il mio psicologo), a prescindere dall’importanza della serie. C’è sempre, almeno in me, l’obbligo morale di non deludere chi poi vedrà quello che hai fatto e di rispettare quello che è stato creato in originale. Devo dire che fino ad oggi ho sempre registrato l’ultima battuta con la coscienza di aver messo il massimo impegno possibile (prima e durante i turni di registrazione).

Nelle scorse settimane sono stati rilasciati sia Bastard!! che la serie live action di Resident Evil, le cui edizioni italiane sono state da te dirette. Come le hai trovate, e che effetto ti ha fatto lavorare su brand così importanti?

E qui torniamo prepotentemente all’ansia, eheh.

Da attore, mi sono sempre approcciato alla recitazione con un “non giudizio” morale ed etico sul personaggio che devo interpretare. Questo concetto lo utilizzo anche quando devo dirigere. Non do un mio giudizio sui contenuti quando lavoro su un prodotto. Cerco di capire la psicologia dei personaggi, come si muovono nelle puntate, che evoluzioni hanno, cosa davvero vogliono trasmettere e di raccontarlo ai doppiatori quando sono in sala.

E per ogni lavorazione cerco di trovare “uno stile”.

Sia per Bastard!! che per Resident Evil ho creato dei cast misti (voci che provenissero sia dalla pizza milanese che dalla piazza romana) di assoluta e riconosciuta esperienza e questo mi ha aiutato molto.

Ho trovato in Bastard!! delle scelte stilistiche, in originale, un pochino estreme (la vocalità di Dark Schneider e i suoi acuti, ad esempio) che ho cercato di mantenere anche in italiano per non tradire quello che era stato fatto e per mantenere quel pizzico di “metal” che è presente anche nel sottotitolo della serie (la qualità vocale che viene usata è lo “screaming”).

A Resident Evil, invece, sono legato umanamente da sempre avendo fatto parte della mia adolescenza e mi ero già occupato della serie animata prodotta sempre da Netflix lo scorso anno. Nella serie animata abbiamo mantenuto (in assoluta simbiosi con quanto veniva richiesto anche dai fan) le voci dei videogames, in questa serie live i personaggi sono quasi tutti nuovi (a parte un paio) e la storia pur rimanendo nello stesso universo si distacca e prende nuove strade. Una cosa che mi ha fatto molto piacere è che Paola Núñez (l’interprete di Evelyn Marcus), doppiata da Jolanda Granato, ha dichiarato e condiviso su più storie instagram il suo apprezzamento per l’edizione italiana (cosa che non succede spesso).

bastard!!

Bastard!!, in particolare, è una serie molto “forte”, con tante scene di nudo e un protagonista totalmente folle e sopra le righe. Hai visionato la prima serie animata degli anni ’90 per entrare nel mood e dirigere al meglio i doppiatori? Avevi preso in considerazione l’idea di richiamare qualcuno del vecchio cast?

Io amo la follia, i cambi di registro attoriali, passare dalla comicità estrema alla serietà in un battito di ciglia, passare dalla farsa alla verità (cosa che in Bastard!! è particolarmente presente).

Avevo visionato la serie degli anni ’90 (non tutta) e non c’è mai stata l’idea di mantenere il cast originale (pur essendo artisti meravigliosi con cui pagherei io per lavorarci).

In Resident Evil – Infinite Darkness e in altri prodotti è stato mantenuto il cast originale, in questo no, semplicemente perché è un reboot totale. Non ha nessun punto di contatto con quegli OAV. I personaggi sono disegnati diversamente, il mood è diverso, anche la caratterizzazione vocale dei personaggi in originale è diversa nella versione del 2022 rispetto a quella degli anni ‘90.

tekken bloodline

Nuovo di zecca è invece il doppiaggio di Tekken: Bloodline, da poco su Netflix, l’adattamento anime di uno dei picchiaduro più importanti di sempre nel settore dei videogiochi. Cosa puoi raccontarci di questa lavorazione, ispirata al terzo capitolo videoludico. Che difficoltà hai trovato nel distribuire le voci italiane su personaggi così amati dai videogiocatori?

Eri a conoscenza del fatto che Diego Baldoin, doppiatore di Paul nell’anime, ha prestato la propria voce ad uno dei personaggi del videogioco? Precisamente Claudio Serafino in Tekken 7.

Questa lavorazione è arrivata all’improvviso ed è stata molto veloce, visto che la serie è al momento composta da sei episodi di breve durata e i personaggi sono relativamente pochi.

La serie si apre con un trauma molto forte per il protagonista e volevo rendere in modo reale il tormento, il dolore, il rifiuto verso gli altri, le cicatrici del bullismo. Sentimenti che delineano in maniera molto precisa il personaggio di Jin, anche nel passaggio di crescita di cui il pubblico è spettatore.

C’è un piccolo fun fact: il protagonista della serie è doppiato da Ezio Vivolo e quando uscì il primo trailer di Tekken in originale lo stava guardando insieme a suo fratello (grandissimo fan del videogioco) il quale gli disse immediatamente che sarebbe stato perfetto per doppiare Jin Kazama. Ezio gli rispose che non sarebbe mai successo e che sicuramente la serie era già stata doppiata. Direi che è andata diversamente…

Il cast l’ho scelto come scelgo tutti i cast, ovvero in base a chi mi sembra più adatto per un determinato carattere. Anche in questo caso c’è una contaminazione di una voce che non lavora canonicamente a Milano, Luca Graziani, che ha reso a mio parere un Heihachi Mishima realmente inquietante e gelido. Ma tutto il cast si è messo, come sempre, a disposizione in modo profondo. Tra l’altro molti sono fan del videogioco e si sono emozionati nel momento in cui hanno scoperto quale personaggio avrebbero doppiato.

Ovviamente tutti noi eravamo a conoscenza del fatto che Diego fosse la voce di Claudio, nel videogioco. Anche in accordo con lui abbiamo preferito concentrarci sui personaggi che erano presenti nella prima stagione della serie, lasciandoci una porta aperta nel caso Claudio facesse la sua comparsa in stagioni successive. Un altro personaggio fondamentale di Tekken viene solo nominato e appena accennato in questa prima stagione, ma in visione futura ho voluto affidarmi a un vero fuoriclasse che scoprirete aguzzando le orecchie nei primi minuti del primo episodio.

Hai diretto anche la serie Heartstopper, basata su una celebre serie di graphic novel di Alice Oseman. Lo show è stato ben accolto da pubblico e critica. Cosa puoi dirci di questa esperienza? Conoscevi già il fumetto originale?

Heartstopper è semplicemente un pezzo del mio cuore. La prima volta che mi è stato proposto di dirigere questa serie non mi era stato detto il titolo ma solo il genere e che era tratto da una graphic novel. Ho fatto una scommessa: arrivato a casa ho ordinato su Amazon il primo volume di Heartstopper puntando sul fatto che sarebbe stata quella. Ed effettivamente poi quella è stata.

È stata, senza dubbio, l’esperienza lavorativa più bella della mia vita (mi sono occupato anche dei dialoghi italiani, cercando di avvicinarmi il più possibile a come un adolescente di oggi parlerebbe in italiano). Lavorare sulla recitazione è stato meraviglioso. Abbiamo lavorato sulle emozioni, sui respiri, sui brividi che quegli attori meravigliosi facevano venire a tutti noi in sala. Il cast, dal primo all’ultimo è stato strepitoso. Tutti si sono affezionati visceralmente a questa serie.

Uno show come questo è importantissimo (soprattutto nel nostro paese). Fino a solo dieci anni fa era impensabile che potesse andare in onda. In questi mesi mi sono arrivati centinaia di messaggi di ragazzi e ragazze che sono stati toccati da questa serie e questo è in assoluto il premio più bello che si possa ricevere quando dirigi un prodotto.

Heartstopper è un termine inglese per descrivere un’emozione talmente forte da farti “fermare il cuore” e devo dire che è il termine che in assoluto descrive meglio quello che ho provato dal primo secondo in cui ho visto il primo episodio all’ultima battuta che abbiamo registrato.

heartstopper

Da direttore di doppiaggio, come percepisci le critiche al tuo lavoro? E cosa pensi delle polemiche tra lingua originale e doppiaggio?

Da direttore di doppiaggio le critiche le prendo benissimo e le percepisco come uno stimolo meraviglioso per migliorare. Come Simone le prendo malissimo invece, nel senso che emotivamente mi colpiscono (soprattutto quando sono superficiali o quando in alcune recensioni si vuole colpire il lavoro di altri per scopi che vanno oltre il prodotto).

Invece le polemiche tra lingua originale e doppiaggio per me sono semplicemente una noiosissima perdita di tempo. Nel senso: Ma se ognuno facesse quello che gli pare e agli altri non fregasse nulla non sarebbe una figata assurda?

Le capirei se non ci fosse la possibilità di scelta ma ormai è possibile scegliere in quale lingua vedere un prodotto quindi, davvero, non capisco il punto di voler imporre un proprio gusto agli altri.

Devo dire che però la divisioni in fazioni è davvero un male che comprende ogni campo della nostra società, non solo questo preciso argomento.

Preferisci dirigere serie live action (che siano serie TV e Film) o anime?

Per un mio gusto personale preferisco dirigere serie e film, ma davvero è un gusto personale.

Detto questo, anche per gli anime mi approccio come se fossero degli attori umani, non certo come se fossero “roba per bambini” da fare con la mano sinistra. In Edens Zero (di cui mi sono occupato lo scorso anno), ad esempio, il personaggio di Shiki ha un’evoluzione davvero interessante dal punto di vista recitativo ed è stato bello affrontare questo cambiamento come se fosse un attore in carne ed ossa.

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Ci sono dei doppiatori con i quali ti piacerebbe lavorare, ma ancora non hai avuto occasione?

La lista sarebbe lunga, lunghissima, infinita.

C’è un cartone, un film o un personaggio in particolare che avresti voluto doppiare doppiare? O una serie che ti piacerebbe dirigere?

Da piccolo ero semplicemente ossessionato da Aladdin. Credo che sia un doppiaggio meraviglioso. Tutto è bellissimo da ascoltare. È divertente, commovente, vero. Probabilmente mi sarebbe piaciuto prendere parte a quella lavorazione.

Invece fino a poco tempo fa mi sarebbe piaciuto dirigere una serie con le esatte caratteristiche di Heartstopper, quindi direi che sono stato già abbastanza fortunato.

Sei stato anche direttore del secondo doppiaggio di Summer of 84. Il film arrivò in TV la prima volta con un doppiaggio che definire poco professionale sarebbe un eufemismo. Le critiche della community hanno portato Rai ad investire nel nuovo doppiaggio da te diretto. Hai qualche aneddoto legato a questa lavorazione?

Quando dallo studio che si occupò di Summer of 84 mi chiesero di seguire la direzione del film nessuno di noi sapeva che esistesse già un doppiaggio. Prima di entrare in sala uno di noi scoprì attraverso dei video su YouTube ciò che era stato fatto prima e… boh, diciamo che abbiamo bruciato il telefono su cui stavamo guardando quei video.

Un piccolo aneddoto è che io non mi distribuisco praticamente mai sui personaggi delle serie o sui film che dirigo. Invece in questo caso doppio uno dei protagonisti, ma è stata una decisione dell’ultimo momento data da un forfait improvviso ma ben giustificato dell’attore precedentemente scelto.

summer of 84

Siamo arrivati alla fine, prima di salutarti sarebbe possibile avere una piccola anticipazione sui tuoi prossimi lavori (clausole di segretezza a parte)?

Se io svelo anche solo un titolo di quelli su cui sto lavorando mi prelevano seduta stante e la prossima intervista non ci sarà!!!

Però posso dire un po’ di cose: intanto da ottobre sarò in teatro perché riprendo in tutta Italia il tour del musical Alice nel paese delle meraviglie, dove interpreto il cappellaio matto, poi fra poco uscirà una serie che ho diretto molto importante e di cui sono molto orgoglioso, inoltre ho da poco doppiato in un anime che uscirà presto un personaggio che ho letteralmente AMATO e poi c’è un film che uscirà a ottobre e ancora un sacco di roba. Devo dire che è un periodo davvero fortunato e di cui sono grato. Tanto.

Grazie del tuo tempo, Simone. Sei stato davvero disponibile ed esaustivo, grazie davvero. Speriamo di rivederti ancora, chissà, magari di persona presso qualche fiera e poter ancora chiacchierare con te. A presto!


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Gianluca Testaverde

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Faccio un po' di tutto nella vita: perditempo a tempo pieno, disegno, amo il doppiaggio e scrivo ciò che vorrei leggere. E per l'amor di Dio... non fate i fumettisti!

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