Il Corvo – Le differenze tra il fumetto di James O’Barr e la pellicola di Alex Proyas

In attesa dell’arrivo nelle sale della nuova trasposizione legata al tenebroso personaggio di James O’Barr, cerchiamo di analizzare insieme le differenze che dividono il fumetto originale e la leggendaria pellicola diretta da Alex Proyas con protagonista Brandon Lee.

speciale corvo

A quanto pare non c’è pace per la nuova pellicola ispirata all’omonimo graphic novel di James O’Barr (di cui parlai approfonditamente qui). L’adattamento con protagonista Bill Skarsgård, la cui uscita è prevista per quest’estate, ha già ricevuto aspre critiche dopo la pubblicazione del primo trailer, sia per il tono che per l’aspetto del protagonista.

the crow 2024

Commenti negativi sono giunti anche dagli attori e dal regista del film originale del 1994. Benché la nuova trasposizione di Rupert Sanders abbia il merito di aver riportato nuovamente al cinema la creatura di O’Barr, sembra discostarsi in maniera estrema dalle atmosfere e dai personaggi del fumetto originale.

Indubbiamente la pellicola di Alex Proyas, in cui ha perso la vita il compianto Brandon Lee, resta ancora l’adattamento più fedele, sia in termini visivi che psicologici, a ciò che l’autore di Detroit aveva portato nelle pagine, incanalando su carta i propri demoni. Eppure, nonostante questo, le due opere presentano ugualmente delle differenze sostanziali che andremo ad esaminare in questo articolo.

Cominciamo col toglierci un sassolino: la famosa frase Non può piovere per sempre non esiste nel graphic novel. Si tratta di un’invenzione degli sceneggiatori, eppure questo enunciato è ormai il simbolo dell’opera di O’Barr, malgrado non ne faccia parte se non di riflesso.

Per quanto riguarda il protagonista della vicenda, Eric, nel fumetto il suo cognome non viene mai menzionato. Per tutti i lettori è semplicemente Eric. Nient’altro.

Per motivi narrativi, invece, nella pellicola viene reso noto che il suo cognome è Draven, che, detto velocemente, presenta un’assonanza fonetica con The Raven (Il Corvo), per cui ogni volta che viene pronunciato, quanto meno in inglese, si ha la sensazione che i comprimari si riferiscano a lui come Eric Il Corvo. Curiosamente, nell’opera originale, il protagonista si riferisce a sé stesso proprio come Il Corvo, pertanto potrebbe essere considerato in parte come una sorta di inside joke dei produttori che si sono divertiti a citare il fumetto.

Inoltre, sempre nel graphic novel, non viene mai specificato che tipo di professione Eric conduca, benché venga suggerito più volte sia un lavoro edile o comunque manuale come il carpentiere o il meccanico, mentre invece nel film viene specificato si tratti essere di un vero proprio musicista, frontman di una rock band.

A livello estetico i due personaggi sono molto simili, anche se la versione cartacea possiede una cicatrice che da sotto l’occhio sinistro arriva sul naso, dovuta ad uno colpo di proiettile che ne ha distrutto l’iride, donando al personaggio una forzata (ma affascinante) eterocromia. Questa peculiarità è assente nella versione cinematografica (compresa l’incarnazione più recente).

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Psicologicamente i due Eric sono invece uno lo specchio dell’altro, sebbene il dolore della perdita venga rappresentato in maniera diametralmente opposta: l’Eric filmico è distruttivo verso tutto ciò che lo circonda, tanto da devastare persino la sua chitarra, mentre quello cartaceo rivolge la propria furia anche verso sé stesso, manifestando atti di autolesionismo, che lo vedono ferirsi da solo con lame e altri utensili in preda a risa isteriche. Era ovviamente palese che un tratto così estremo fosse irriproducibile nella versione cinema.

Proprio questo particolare rende alcuni ornamenti del vestiario del protagonista puramente estetici, come le fasce nere sulle mani e l’addome, nel momento in cui nel fumetto lo scotch applicato sugli avambracci serviva proprio per tamponare (anche) le ferite autoinflitte. E questo ci porta ad un’ennesima importante differenza:  L’Eric cartaceo non guarisce istantaneamente dalle ferite come avviene nella pellicola di Proyas, dovendo provvedere a curarsi da sé. Nel fumetto, infatti, il corpo del protagonista è pieno di cicatrici e fori di pallottole, segni che sembrano delineare sul suo corpo una funesta autostrada del dolore.

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Molto diversa anche l’aggressione che la coppia di innamorati subisce. Nella versione cartacea avviene presso una strada isolata, dopo che la loro auto è finita in panne. Mentre il giovane cerca di riparare la macchina, vengono sorpresi da degli spietati criminali, che perpetrano il male solo per il piacere di farlo, senza una motivazione precisa.

Nel film, invece, Shelly viene aggredita in casa con una motivazione più elaborata che va oltre la mera violenza, in quanto la ragazza era attivista contro gli sfratti dei locatari del suo quartiere. La sua presenza era d’intralcio ai piani del malvagio boss Top Dollar, che voleva quegli edifici per i suoi loschi affari. Di conseguenza inviò i suoi sottoposti T-Bird, Tin Tin, Skank e Funboy per spaventarla e farla desistere dai suoi propositi. Il Top Dollar cinematografico (interpretato magistralmente da Michael Wincott) è ben diverso da quello che appare nell’opera a fumetti.

il corvo

Si tratta di una discrepanza rilevante in quanto, se nella trasposizione cinematografica questi riveste il ruolo di cattivo principale, nell’opera di O’Barr tutti i criminali citati sono invece messi sullo stesso piano e ognuno gestisce una zona della città con i propri sgherri. Anzi, Top Dollar non ha un ruolo così rilevante ed è il secondo a venir ucciso, dopo Tin Tin. Chi invece ha la funzione principale di antagonista e leader prepotente è T-Bird, nel film incarnato dall’attore David Patrick Kelly. Nella versione cartacea è l’ultimo ad essere raggiunto dalla vendetta di Eric, ed è nero, curiosamente piuttosto somigliante all’attore Laurence Mason, che interpreta proprio Tin Tin.

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Inoltre è ben diverso anche il rapporto con Funboy, benché la fisionomia del compianto Michael Massee ricalcasse piuttosto bene la sua controparte cartacea. Il personaggio del fumetto è infatti l’unico che instaura un legame ambiguo col protagonista, tanto da farsi promettere che, quando sarà il suo turno, sarà ucciso in fretta e senza dolore, cosa che avviene analogamente alla pellicola, attraverso un’overdose di morfina.

Il Funboy cartaceo non solo sfoggia una certa cultura letteraria (legge Milton), ma sembra in effetti l’unico con una coscienza – tanto da rammaricarsi per quanto avvenuto ad Eric e la sua ragazza – e l’unico villain verso cui il protagonista sembra provare della sincera simpatia.

il corvo

Nella pellicola questo ambivalente rapporto non viene contemplato e così la personalità complessa del personaggio, che viene ucciso senza pietà come tutti gli altri.

Per di più, nel graphic novel, esistono alcuni antagonisti omessi e/o sostituiti con altri. Possiamo citare il caso di Tom Tom, sostituito con Skank (con il volto di Angel David). La motivazione potrebbe essere la vicinanza del suo nome a quello di Tin Tin. Nel fumetto Tom Tom muore dissanguato in seguito all’amputazione delle gambe, dopo che Eric gli ha raccontato la parabola del locandiere e di Gesù (nella trasposizione cinematografica il racconto avviene nella camera di Funboy) . Mentre sta per spirare, il protagonista gli tiene compagnia, ascoltando le sue ultime parole. Nel film, invece, Skank viene scaraventato giù da un edificio.

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Altri personaggi aggiunti nell’adattamento di Proyas sono Myca e Grange: la prima (interpretata da Bai Ling) sorella/amante di Top Dollar, il secondo (interpretato da Tony Todd), prezzolato tuttofare.

Ciò che invece viene quasi trasposto per intero è l’irruzione di Eric nel negozio di Gideon, con battute riprese direttamente dal fumetto. Con l’unica differenza che quest’ultimo  viene ucciso proprio dal protagonista. Nel film Gideon viene altresì trucidato con una spada dallo stesso Top Dollar.

corvo

Dopo i villain, spostiamoci sui comprimari della storia, nello specifico la piccola Sarah (l’attrice Rochelle Davis) e Albrecht (l’attore Ernie Hudson). Nell’opera di O’Barr, il personaggio di Sarah non riveste un ruolo così importante, e in realtà si chiama Sherry, nome molto vicino a quello di Shelly, tanto che anche lo stesso Eric mette in risalto tale analogia. Sherry non è un’amica della coppia, bensì una ragazzina povera di Detroit, figlia di una tossicodipendente, Sandy (Darla nel film), amante di Funboy. Il protagonista la incontra per la prima volta seduta sulle scale dell’edificio dove abita quest’ultimo, in attesa di sua madre. A quel punto Eric, intenerito, le regala la fede nuziale di Shelly.

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Prima di avventurarsi nello scontro finale, il nostro invia una lettera all’agente Albrecht, chiedendogli di prendersi cura della bambina. Anche l’integerrimo agente non riveste un ruolo di primo piano nel fumetto, rispetto alla sua versione cinematografica, che risulta essere l’unione di questo personaggio con quello del suo superiore, chiamato affettuosamente dai suoi sottoposti Capitan Uncino. Uncino presta anche le fattezze all’Albrecht del film, in quanto quello del graphic novel è di razza caucasica.

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Per quello che riguarda piuttosto il lato mistico della vicenda, nel graphic novel il protagonista è solito parlare letteralmente con il corvo, che non si limita solo a guidarlo verso la sua prossima vittima, ma in un certo senso stimola la sua coscienza, tenendolo vigile e in equilibrio per la sua missione. Durante il suo omicidio e quello di Shelly, infatti, il pennuto gli apparve in punto di morte, intimandogli di non guardare.

Allo stesso modo, nel fumetto appare sovente un’altra inquietante figura soprannaturale, ovvero lo Skull Cowboy. Il suo nome è dovuto proprio al suo aspetto, ovvero uno scheletro ambulante vestito da pistolero.

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Nel fumetto è assimilabile ad una sorta di figura onirica che accompagna il volatile del titolo, non proferendo mai parola, se non tenere lontano Eric dai ricordi che possono distrarlo, anche con mezzi brutali. In una delle reminiscenze del protagonista, spara impietosamente a Shelly, riportando il nostro alla realtà.

Era previsto che il personaggio apparisse nella pellicola, interpretato nientemeno che dalla star dell’horror Michael Berryman (Le colline hanno gli occhi ), il quale arrivò persino a girare le sue scene, salvo vedersi tagliato dal montaggio.

corvo

Skull Cowboy sarebbe dovuto apparire in una manciata di scene, compresa una sequenza prima dello scontro finale con Top-Dollar, dove avrebbe rivelato al ragazzo che la sua vendetta, appena compiuta, lo avrebbe privato dei poteri. Nel film, alla fine, si è invece voluto puntare sull’unione tra il corvo e l’uomo, per cui se uno veniva ferito, anche l’altro avrebbe seguito lo stesso destino.

Michael Berryman sul set in fase di trucco con Brandon Lee.
Michael Berryman sul set in fase di trucco con Brandon Lee.

 

Nel fumetto, invece, Eric non perde mai i suoi poteri, anzi, alcuni mostrati nella trasposizione cinematografica non vengono mai menzionati, come la capacità di sentire e trasmettere il dolore altrui. Inoltre non cade mai vittima di trappole o tranelli e uccide tutti i suoi aguzzini implacabilmente senza mostrare mai alcun segno di pietà.

Siamo giunti alla fine, ma prima di lasciarvi, ecco per voi un’ulteriore curiosità. Vi siete chiesti perché il look di Skarsgård sia così diverso (pretese della produzione a parte)? E se fosse anche questo ispirato ad un fumetto de Il Corvo? In effetti, i molti tatuaggi e i capelli corti potrebbero rimandare alla miniserie in 3 volumi The Crow: Wild Justice, scritta da Jerry Prosser e illustrata da  Charlie Adlard.

The Crow: Wild Justice

Qui il protagonista si chiama Michael Korby, e viene assassinato assieme alla moglie Jan mentre alcuni teppisti punk rubano la loro auto. Il fumetto offre anche la prospettiva di uno degli assassini, di nome Darryl che, alla stregua di Funboy, si rammarica profondamente a causa delle sue azioni malvage. Se così fosse, resta curioso che pur di discostarsi dalla versione precedente di Proyas, i realizzatori della nuova pellicola abbiano preso a modello un personaggio che sostanzialmente non è Eric Draven, quando forse sarebbe bastato avvicinarsi ancora di più a ciò che O’Barr aveva disegnato, compresa la cicatrice sul viso del protagonista.

Ora vi lasciamo per davvero. Conoscevate tutte queste differenze? Abbiamo tralasciato qualcosa? Fatecelo sapere in un commento, così da poterne parlare insieme.


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Gianluca Testaverde

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Faccio un po' di tutto nella vita: perditempo a tempo pieno, disegno, amo il doppiaggio e scrivo ciò che vorrei leggere. E per l'amor di Dio... non fate i fumettisti!

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