Devilman Crybaby: l’ottimo lavoro di Masaaki Yuasa

Netflix ha finalmente rilasciato l’attesissimo Devilman: Crybaby, nuova trasposizione animata del capolavoro di Go Nagai realizzata da Masaaki Yuasa, regista dalla forte personalità che ha saputo rendere giustizia a un’opera di livello mondiale. Abbiamo recensito i dieci episodi che compongono la prima stagione

A poche ore dal rilascio, eravamo già in piedi ad applaudire. La rete ha iniziato a impazzire, i fan di Nagai dell’ultima ora storcevano il naso mentre i puristi gridavano al capolavoro. È successo di tutto e di più e noi, con la nostra tipica sobrietà, continuavamo ad applaudire senza tenere più i gridolini di felicità in piena notte, svegliando tutti.

Devilman è un punto fermo nel mondo che gira. Può rappresentare l’inizio o il punto di arrivo. Prima o poi tutti s’imbattono nella storia di Akira Fudo. Noi abbiamo espresso il nostro amore –  che è così immenso tanto da far male – per questo capolavoro del Maestro Nagai QUI. Oggi, la nostra attenzione è tutta per il lavoro di uno dei registi tra i più sperimentali dell’animazione giapponese: Masaaki Yuasa.

Devilman Crybaby è riuscito dove altri hanno fallito. L’apocalisse demoniaca grondante di violenza, in grado di rammentare all’umanità il suo effimero passaggio su un mondo che non gli appartiene, è ancora in grado di suscitare scosse brutali nella nostra coscienza. L’anime, composto da dieci tracotanti episodi, è stato in grado di cogliere l’essenza dell’opera originale, muovendosi con spiccata intelligenza tra le pagine di un racconto che abbandona i confini e le certezze che rassicurano i nostri pensieri, insinuandosi come un dubbio che non ci abbandona più.

L’anime è in puro stile nagaiano, di quelli che lasciano poco all’immaginazione e sicuramente poco adatti ai più piccoli. A differenza del titolo animato degli anni ’70, nato contemporaneamente al manga e diretto immediatamente ai giovanissimi, Devilman Crybaby è un prodotto adulto e giustamente disturbante. Se dobbiamo raccontare la discesa di esseri senz’anima, possessioni disumane e una guerra all’ultimo uomo e demone, ci sono poche scappatoie e bisogna osare. E così, lasciato da parte ogni pudore, Ichiro Okouchi, chiamato alla sceneggiatura, abbonda con le scene di sesso e le carneficine. D’altronde, il Maestro Nagai mostra senza mai nascondersi dietro a edulcorazioni che proprio non gli appartengono.

Scelta giusta e che funziona è quella di adattare la narrazione ai giorni nostri. La storia di Devilman si presta perfettamente a raccontare quello che siamo diventati: le ombre di noi stessi. Uomini soli con mezzi potenti di comunicazione tra le mani che, alla fine, ci hanno ridotti al silenzio. Nagai con Devilman segnò un punto di rottura senza ritorno con la sua cultura d’appartenenza e, se l’uomo era solo ai tempi dell’uscita dei cinque tankobon, figuriamoci ora.

Lo stile animato di Devilman Crybaby è seducente. Su quest’aspetto i giudizi degli appassionati si dividono. Questa è la parrocchia che lo promuove a pieni voti. C’è, senza soluzione di continuità, un perfetto miscelarsi di stili che rendono la visione ipnotica. Una delle caratteristiche portanti del Devilman di Nagai è il senso di smarrimento che si impossessa del lettore. Quando Amon possederà Akira, inizieranno a perdersi i contorni, anche del disegno, perché i confini non saranno più distinguibili. Oltre la distinzione tra bene e male c’è la storia di Devilman.

Masaaki Yuasa fonde più stili. Tutto assume una dimensione onirica quando il reale non basta più. Fantastico. Inoltre, l’abuso di effetto stroboscopico durante i sabba, i colori e le immagini psichedeliche, hanno il potere di alterare la coscienza di chi guarda e di generare tensione emotiva, stato perfetto per godersi la visione.

L’opera animata trasuda amore per l’originale. Credo che sia uno dei motivi per cui ci siamo lasciati conquistare subito, episodio dopo episodio. Ogni momento è buono per omaggiare il vecchio e insostituibile – nei nostri ricordi – Devilman e, sicuramente, non potevano restituirci una Silene più bella di così; neanche noi eravamo arrivati a tanto nei nostri incubi.

Devilman Crybaby è assolutamente promosso a pieni voti, oltre ogni aspettativa. Unica nota di biasimo, il doppiaggio italiano che non convince del tutto (a voler trovare il pelo nell’uovo, sia chiaro). Straconsigliata la visione in originale. Buona visione lettori di MegaNerd, vi vogliamo qui a cantare fregandovene di dove e con chi siete Akuma no chikara minitsuketa, seigino hero. Debiruman, Debiruman.

 

 

Abbiamo parlato di:

 

 

 

Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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