Alan Moore non vuole avere più niente a che fare con i fumetti (e critica i cinecomics)

In un’intervista concessa al Guardian, Alan Moore confida di non voler avere più nulla a che fare con il mondo dei fumetti, criticando (pesantemente) i cinecomics

Alan Moore è riconosciuto indiscutibilmente come uno dei maggiori fumettisti di tutti i tempi. Le opere dello scrittore britannico sono dei veri e proprio capisaldi del genere fumettistico. Opere come “Watchmen“, “V per Vendetta“, “Batman: The Killing Joke” (per citarne solo alcuni)  sono letture imprescindibili per ogni amante del genere (e non). Da molti anni Moore è lontano dalla scene ed ora sembra essere confermato il suo addio definitivo al mondo del fumetto. La conferma arriva direttamente dallo stesso autore britannico per mezzo di un’intervista concessa al Guardian.

«Ho decisamente finito con i fumetti. Non ne scrivo più da circa cinque anni. Amerò e adorerò sempre il medium dei fumetti, ma l’industria dei fumetti e tutte le cose ad essa collegate sono diventate insopportabili. Centinaia di migliaia di adulti si mettono in fila per vedere personaggi e situazioni che erano stati creati per intrattenere i ragazzi di 12 anni di 50 anni fa. Non pensavo davvero che i supereroi fossero roba da adulti.  Penso che questo sia stato un malinteso nato da quello che è successo negli anni ’80, di cui devo darmi una parte considerevole della colpa, anche se non era intenzionale, quando cose come ‘Watchmen’ sono apparse per la prima volta. C’erano un sacco di titoli che dicevano ‘I fumetti sono cresciuti’. Tendo a pensare che, no, i fumetti non siano cresciuti. C’erano alcuni titoli che erano più adulti di quanto le persone fossero abituate. Ma la maggior parte dei titoli di fumetti era praticamente la stessa di sempre. Non sono stati i fumetti a crescere. Penso che fossero più i fumetti che incontravano l’età emotiva del pubblico che calava».

Alan Moore, proseguendo con l’intervista, spiega come i cinecomics rappresentino addirittura un pericolo per la società. Una teoria questa che ci sembra alquanto discutibile:

«Intorno al 2011 ho detto che pensavo che avrebbe avuto implicazioni serie e preoccupanti per il futuro se milioni di adulti avessero fatto la fila per vedere i film di Batman. Perché quel tipo di infantilizzazione, quella spinta verso tempi più semplici, molto spesso può essere un precursore del fascismo».

Caro Alan, anche se comprendiamo poco le tue parole, continuiamo a volerti bene per tutta la bellezza che ci hai regalato. Grazie di tutto,

Voi che ne pensate delle parole di Alan Moore rilasciate al Guardian? Fatecelo sapere nei commenti!

 


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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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