Across The Spider-verse – Ombre e perplessità sulla produzione

Secondo una recente inchiesta pubblicata sul sito Vulture, sembrerebbe che la produzione dell’acclamato Across The Spider-verse, sequel con protagonista Miles Morales abbia avuto notevoli problemi nel corso degli anni

Come diceva un vecchio adagio, non è tutto oro quel che luccica. Tale immortale proverbio sembra perfettamente adattarsi a ciò che sta vivendo in questi giorni la produzione di Across The Spider-verse, sequel dell’apprezzatissimo Into the Spider-verse, che ha riportato il  multiverso ragnesco di casa Sony sul grande schermo, a distanza di quattro anni dal suo predecessore.

Se a livello di critica e di incassi il film sta navigando a vele spiegate, così non si può dire sulle condizioni dei lavoratori impiegati nel lungometraggio dopo le recenti dichiarazioni rilasciate al sito di news Vulture, che ha realizzato un nutrito approfondimento, in merito ad una produzione definita ai limiti dell’impossibile.

Sembrerebbe infatti, a detta di chi ha partecipato alla lavorazione del film che ben 100 fra animatori e numerose altre figure abbiano dovuto abbandonare il progetto prima della sua fine, a causa dei suoi ritmi insostenibili.

In particolare sembrerebbe esserci stata una vera e propria ossessione nella ricerca della perfezione, che ha costretto i lavoratori del film a dover ripetutamente mettere mano al lungometraggio in un numero infinito di revisioni.

Ciò nonostante sembrerebbe, sempre secondo quanto riferito da 4 membri della crew che ha lavorato alla produzione, (rimasti ovviamente anonimi) che vi fosse una vera e propria rincorsa al tempo, dato che era stato prefissato che questo secondo capitolo dedicato al multiverso ragnesco dovesse essere distribuito massimo entro tre anni dal rilascio di Into the Spider-verse.

A pensar male si fa presto e non è un certo un mistero che, a dispetto di questo proposito, le cose siano andate ben diversamente. Infatti il debutto del film era inizialmente previsto per Aprile 2022, poi slittato ad Ottobre dello stesso anno, ed infine a Giugno 2023.

L’unione di tutti questi fattori, a cui si è accavallata una gestione abbastanza infelice, sotto determinati aspetti, da parte dei registi Phil Lord (in particolare) e Chris Miller, hanno portato all’inevitabile conseguenza di massacranti turni di lavoro, pare di 11 ore al giorno per sette giorni alla settimana.

Da quando l’inchiesta è uscita i pareri paiono essere discordanti: c’è chi ha fortemente aderito a quando riferito dai misteriosi membri del team, mentre per altri si tratta di un racconto esagerato e che, comunque, lavorare ad un film significa anche questo, come sostenuto (a ben donde) da Amy Pascal, precedente amministratrice e presidente della Sony Pictures Entertainment.

Fonte: Vulture


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BorgoNerd

Nerd convinto dal 1989, amante del mondo geek a 360° gradi, redattore per passione, fervente fedele del Super Nintendo e di One Piece.

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