Yudori: «La Scelta di Pandora? Nessuna morale, potete trarne ciò che volete»

Durante Lucca Comics & Games abbiamo avuto il grande piacere di scambiare quattro chiacchiere con Yudori, superstar del web e autrice raffinata de La Scelta di Pandora, un’opera che sta conquistando le classifiche di tutto il mondo

intervista a yudori

Uno degli ospiti più attesi di questa Lucca Comics & Games era senza ombra di dubbio Yudori. Una ragazza tanto giovane, quanto talentuosa, che ha saputo conquistare davvero tutti con il suo La Scelta di Pandora, pubblicato in Italia da J-Pop Manga.
Noi abbiamo avuto il piacere di scambiare con lei quattro chiacchiere e così facendo l’abbiamo conosciuta meglio, scoprendo un’Autrice determinata, molto preparata e di una disponibilità davvero rara.
Per tutti voi, ecco Yudori.


I lettori italiani sono stati conquistati da La scelta di Pandora e MegaNerd ti rivolge un saluto a nome di tutti i tuoi fan.
Yudori, prima di tutto, grazie per aver accettato di scambiare due parole con noi. È un grande onore poterti intervistare.

Sei stata una degli ospiti più importanti dell’ultima edizione di Lucca Comics & Games 2019. Quali sono le tue impressioni sull’appuntamento italiano più importante dell’anno in campo fumettistico?
L’ho adorata! Era così piena di energia ed entusiasmo! Ero sopraffatta, ma è stata comunque una bella esperienza. Il mio editore ha fatto di tutto per supportarmi.

La storia di Pandora tratta temi importanti e molto delicati, come la condizione della donna, la diversità. Qual è il messaggio che vuoi lanciare attraverso la tua storia?
Non c’è una morale della storia. Potete trarne ciò che volete!

Con altre opere come The Curious Case of the Ring Brothers, affronti sempre il tema della diversità e dell’emarginazione sociale. I tuoi protagonisti sembrano non avere altra scelta che lavorare per un Freak’s Show. Credi che la società attuale sia riuscita ad andare oltre alcuni retaggi culturali e certe forme di discriminazione?
Credo che gli esseri umani rimarranno sempre essere umani. Saranno sempre imperfetti. Non riesco ad immaginare nessuna società completamente libera da qualsiasi tipo di discriminazione.

Pandora è una bambina che conosce le regole al solo scopo di infrangerle. Ti rivedi nella tua protagonista? Quanto c’è di tuo?
Ero un po’ una ragazzina selvaggia. Mi rifiutavo di tenere i vestiti addosso e di farmi sistemare i capelli da mia madre. Vengo anche da una città molto piccola. Autrici come Ikeda Riyoko e Tada Yumi si sono ispirate alla storia occidentale per esprimere il loro pensiero di donne giapponesi. Io mi rivedo in questa tradizione.

C’è qualche romanzo classico o contemporaneo che ti ha influenzato mentre creavi la tua storia?
L’Amante è uno dei pochi romanzi che io conosca che parli della sessualità di una ragazzina senza bombardarti di lezioni morali. È un racconto costruito e fortemente romanzato mascherato da autobiografia. Lo adoro.

La signora delle Camelie di Dumas figlio è stato una grande fonte di ispirazione, nel senso che mi ha fornito molti riferimenti storici. Dal suo modo di scrivere i protagonisti sembrano profondamente e perdutamente innamorati, ma secondo alcune ricerche storiche pare che la musa del suo libro avesse trovato un nuovo amore subito dopo la loro rottura.

Penso spesso a queste cose, a come la realtà sia diversa dalla narrativa.

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Ne La scelta di Pandora citi molto spesso Shakespeare. Qual è la sua opera che preferisci e perché?
Otello! Adoro quell’opera perché è piena di relazioni omosociali, romantiche e di riferimenti razziali. Ho letto uno studio secondo il quale Otello sarebbe dovuto essere un morisco (un musulmano in veste di cristiano) e Iago un marrano (un ebreo convertito che praticava segretamente l’ebraismo). È brutalmente onesto e giocoso. Non sai mai come sarebbe dovuto essere. Adoro anche Il Mercante di Venezia, per la stessa ragione.

Una menzione particolare va sicuramente agli abiti indossati dai protagonisti de La scelta di Pandora. È stato difficile riprodurre tutti i dettagli dei vestiti dell’epoca? Come ti sei documentata?
La mia adolescenza è stata caratterizzata dallo stigma che le ragazze dovessero crescere e smettere di pensare troppo ai bei vestiti. Abbandonare la tua “femminilità” e adottare dei comportamenti “maschili” era sinonimo di maturare. La rosa di Versailles e Sailor Moon erano trattati come fantasie da bambina, mentre Dragon Ball e Akira erano celebrati come grandi capolavori.
Io mi sono detta, come autrice, non smetterò mai di disegnare bei vestiti, ma dimostrerò a tutti che è un campo di studio molto, molto serio che coinvolge cultura, storia, politica ed economia. Conosco a memoria lo stile di ogni decade dal XVI al XX secolo. Ci vuole tantissimo impegno.

Ti aspettavi tutto questo successo dall’altra parte del mondo?
No! Cerco di vivere la mia vita senza aspettative! Ma sono veramente grata per tutto l’affetto!

A cosa stai lavorando attualmente?
Sì, una compilation di Instagram verrà presto pubblicata da Delcourt. Sto anche lavorando ad un romanzo storico fantascientifico dove una ragazza nell’Olanda del XVII secolo cerca d’inventare un congegno volante.

Che effetto fa vedere una propria opera, nata su una piattaforma come Webtoon, prendere vita su carta?
Lo adoro. Era destinato ad essere stampato. Mi piace molto la natura intricata dello story telling cartaceo. Molto di questo viene perso nel formato dei webcomic.

Tornerai in Italia a trovarci?
Mi piacerebbe molto, se ne avrò la possibilità. L’Italia è un paese pieno di diversità, cultura e storia. Si presume che Venezia sia il primo luogo dov’è nato un “ghetto”. Il commercio con l’Oriente ha reso la cultura italiana unica e complessa. Mi piacerebbe molto visitare la Sicilia.

Grazie Yudori, sei un’Autrice straordinaria e ti auguriamo che questo sia solo l’inizio di una splendida e lunghissima carriera anche in Italia.
Grazie!

Ringraziamo l’ufficio stampa di J-Pop Manga per la collaborazione e il supporto nella realizzazione di quest’intervista. 


Sig.ra Moroboshi

Instagram Meganerd
Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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