The Savage Sword of Conan Collection – Recensione

Hachette porta in edicola un pezzo fondamentale nella storia del fumetto americano: Conan il Barbaro è finalmente tornato tra noi e lo fa con le storie più belle, quelle che hanno creato la leggenda: direttamente dagli anni 70, i fumetti Marvel in bianco e nero scritti da Roy Thomas e illustrati da Barry Windsor Smith, Gil Kane, Neal Adams e Jim Starlin

Dal punto di vista culturale, dobbiamo veramente molto agli anni 70. Perché mentre nel mondo ne succedevano di tutti i colori, la creatività di alcuni individui fuori dal comune si scatenava e dava vita a cose fantastiche. Pensate all’arrivo dei Queen nel mondo della musica (nello stesso anno in cui esce l’ultimo album dei Beatles), oppure ai Dire Straits o all’uscita di The Wall dei Pink Floyd. Ma potremmo stare qui a parlare anche di Bruce Spingsteen, Rolling Stones e tanti altri. Anche il cinema se la passava piuttosto bene: è proprio in quegli anni che sono usciti capisaldi della cinematografia pop come Star Wars o il primo, indimenticabile Superman.

Insomma, è stato davvero un periodo particolarmente creativo… e il mondo del fumetto non stava certo a guardare, anzi. Arrivato sulle pagine dei fumetti Marvel a furor di popolo, Conan il Barbaro fu una ventata d’aria fresca nel mondo dei comics. La sua popolarità era enorme grazie ai libri scritti dal suo creatore, Robert E.  Howard, rivalutato come romanziere (come spesso accade) solo dopo la sua morte. I lettori volevano vedere una versione a fumetti del Barbaro protagonista di tante avventure fantastiche e la Marvel decise di scommettere su un personaggio totalmente diverso da quelli che aveva già nella sua scuderia. Un azzardo che avrebbe potuto pagare tantissimo dal punto di vista economico, ma che fortunatamente andò alla grande: la leggenda di Conan aveva appena trovato nuova linfa attraverso le pagine dei fumetti e una nuova, grandiosa epoca fantrasy (anzi… sword and sorcery, come direbbero i nostri amici oltreoceano) si era appena aperta per i lettori di tutte le età.

Hachette, in collaborazione con Panini Comics, ha deciso di portare in edicola una collana bellissima, che ripercorre cronologicamente le storie del Barbaro pubblicate originariamente su due magazine in bianco e nero pubblicati dalla Marvel: Savage Tales (1971/75) e The Savage Sword of Conan (1974/96), che dà anche il titolo a questa nuova avventura editoriale. 

The Savage Sword of Conan – Il primo volume

Bisogna dire una cosa: rispetto alla serie parallela che la Marvel aveva varato (Conan The Barbarian, a colori), questa era decisamente più fedele alle atmosfere create da Howard. The Savage Sword of Conan, rigorosamente in bianco e nero, aveva uno stile molto più crudo e violento rispetto all’altra collana. Non che quelle storie fossero brutte o di poca importanza nell’economia del personaggio, ma qui si percepisce che Roy Thomas, scrittore di entrambe le testate, poteva lasciarsi andare, mollare il freno a mano e divertirsi di più con il suo Barbaro preferito. D’altra parte era stato lui a fare di tutto per portare il personaggio in casa Marvel, dunque era anche giusto che ci si divertisse un po’… Se nella prima storia del volume (La figlia del gigante dei ghiacchi) la narrazione vi sembrerà probabilmente un po’ datata (con testi forse troppo didascalici e ridondanti, benché in linea con lo stile dell’epoca), andando avanti nella lettura troverete che lo stile diventerà sempre più fluido, sposandosi alla perfezione con i disegni del grande Barry Windsor-Smith prima e dell’immenso Neal Adams nella seconda parte del volume (il cui nome stranamente non compare in copertina accanto agli altri). Il volume viene chiuso addirittura da Jim Starlin e questo dovrebbe far capire quanto possa essere alto il livello grafico di questa pubblicazione. Tavole potentissime, che non risentono minimamente dello scorre del tempo e mostrano una modernità sconcertante, liberando tutta la furia del Cimmero in avventure che oggi avremmo definito sicuramente politicamente scorrette, ma che all’epoca erano la normalità, se volevi parlare di Conan. Un uomo che razzia, uccide e con le donne non usa certo le buone maniere. Un Barbaro da cima a fondo, scritto e disegnato in modo magistrale.

Prima d’imbattervi in Chiodi Rossi, vero piatto forte del volume, vi segnalo una piccola, grande chicca: si tratta di Cimmeria, adattamento di una poesia di Howard. Arriviamo dunque alla storia cui accennavo prima, quella Chiodi Rossi tanto amata dai fan di vecchia data. Una storia assolutamente fantasy, in cui troveremo la piratessa Valeria, una delle alleate più ricorrenti nelle storie di Conan. Insieme a loro viaggeremo verso i Regni Neri, affronteremo draghi mostruosi e… beh, il resto ve lo lascio scoprire.

Con La notte del Dio Oscuro, Thomas confeziona una storia cupa e malinconica, ambientata nel passato di Conan, quando il Cimmero aveva vent’anni e decise di arruolarsi come mercenario. I disegni di questa vera e propria perla sono di due giganti dei comics americani: Gil Kane e Neal Adams. Il volume si chiude con Il Segreto del Fiume del Teschio, storia scritta sempre da Thomas, ma disegnata da Jim Starlin, artista che ha legato il suo nome più alla fantascienza, che qui non sfigura di certo, anzi.

Probabilmente mi sono dilungato troppo, ma qui ci troviamo davanti a una grande iniziativa editoriale, che vi suggeriamo davvero di supportare. Oltre alle storie, trovate un ricco apparato redazionale che vi accompagnerà in un’era molto diversa dalla nostra, in cui il fantasy, l’horror e l’azione erano il pane quotidiano… l’Era Hyboriana!

 

 

 

Abbiamo parlato di:

Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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