Superman Anno Uno vol. 1 – Miller e Romita Jr. esplorano il passato dell’Uomo d’Acciaio

Due mostri sacri del fumetto americano come Frank Miller e John Romita Jr. uniscono le forze per regalarci la loro personale visione delle origini dell’Uomo d’Acciaio: ecco le nostre impressioni sul primo volume di Superman: Anno Uno

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Per scrivere una buona origin story bisogna avere la capacità di entrare in contatto con la natura profonda del personaggio che si sta trattando. Frank Miller ha dimostrato sul campo di avere questa dote, regalandoci nel corso degli anni dei piccoli gioielli entrati di diritto tra i classici di genere come Batman: Year One e Daredevil: The Man Without Fear. Per questo motivo, nonostante la sua fama di scrittore hard boiled lo facesse sembrare inadatto alle atmosfere di Superman, quando l’autore di Sin City e 300 ha annunciato che il suo progetto per Black Label, – linea editoriale della DC pensata per consentire a grandi autori di cimentarsi con i personaggi più iconici della casa editrice senza i lacci della continuity ad imbrigliare la loro creatività e capacita di creare grandi storie – sarebbe stato incentrato sulle prime avventure dell’alter ego di Clark Kent, l’attesa per la sua uscita è costantemente aumentata, tanto più che a coadiuvare l’artista del Maryland è stato chiamato John Romita Junior, figlio d’arte, per anni disegnatore di punta della Marvel passato recentemente alla DC. Il team artistico, già rodato su L’Uomo Senza Paura, è una garanzia di qualità e non teme di certo il confronto con le opere e gli autori del passato – John Byrne e il suo Man of Steel per citarne una- che già tanto avevano rivelato sui primi anni del figlio di Krypton.

La miniserie Superman: Year One (della quale è arrivato in Italia il volume 1 pubblicato da RW-Lion in un albo brussurato uscito ad ottobre, dal formato 12×24, simile all’originale ed abbastanza elegante, anche se spiace notare la presenza di qualche errore di battitura onestamente evitabile), ha finalmente ripagato l’attesa: dalla fuga da Krypton in rovina, al ritrovamento della navicella da parte dei Kent; dalla scoperta dei poteri ai primi giorni scuola; dagli scontri tra adolescenti alla nascita del primo amore con Lana Lang, fino alla decisione sorprendente che lo allontanerà per la prima volta da Smallville alla ricerca di sé stesso, la vita del supereroe inventato ottant’anni fa da Jerry Siegel e Joe Shuster viene ripensata per le nuove generazioni e non manca qualche sorpresa.

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Se ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro Frank Miller aveva fornito una versione di Superman un po’ controversa, (l’Uomo d’Acciaio aveva deciso, infatti, di agire sotto il controllo del governo degli Stati Uniti, rinunciando alla sua autonomia e finendo addirittura per scontrarsi con alcuni suoi ex compagni supereroi, guidati da Batman), in Year One lo scrittore non sembra voler stravolgere gli aspetti salienti e più conosciuti della sua storia; si concentra invece su quanto non ancora esplorato in passato riguardo la personalità del personaggio.

Fin dalle prime pagine, vengono mostrati in soggettiva la distruzione di Krypton e il viaggio verso la Terra, attraverso gli occhi di un bambino che osserva il mondo circostante dai vetri della sua navetta spaziale. Oltre ad essere le tavole più originali della storia, sono quelle che meglio restituiscono la cifra stilistica dell’opera e le intenzioni dell’autore: Frank Miller vuole farci capire chi sia in definitiva Superman e il modo migliore per farlo è mostrare quello che l’eroe ha vissuto nello spazio, l’educazione che ha ricevuto, il cambiamento in atto dell’universo che ha percepito nel suo viaggio, e la sua rinascita simbolica sul nostro Pianeta, dal suo stesso punto di vista.

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L’Uomo d’Acciaio di Miller è un personaggio sospeso tra il suo passato tragico e l’ambiente amorevole che lo ha accolto e nel quale, giorno dopo giorno, prende sempre più coscienza di sé e del suo enorme potere: il suo processo di formazione è coinvolgente, nonostante l’assenza della classica azione supereroica. Le atmosfere teen e la vita scolastica del ragazzo di provincia sono ritratte in maniera verosimile e la presenza di violenza è solo accennata; anche questa è una novità per lo scrittore. L’innovazione più importante rimane la scelta finale di Clark, che lo spinge a lasciare Smallville e apre la porta a futuri scenari interessanti, strizzando l’occhio alla trasposizione dell’Uomo d’Acciaio vista in Dark Knight Returns.

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John Romita Junior, da sempre ansioso di tornare a collaborare con Miller, visti i risultati magnifici del loro precedente sodalizio, è perfettamente a suo agio con le atmosfere di Superman, avendone disegnato la serie regolare negli anni passati e avendo raggiunto ormai l’apice della sua potenza espressiva e la piena maturità artistica. Spazia così senza difficoltà dalle atmosfere fantascientifiche di Krypton e del viaggio spaziale a quelle più intimista e familiari della vita a Smallville, rendendo omaggio alla tradizione senza introdurre grandi innovazioni o stravolgimenti nel design dei personaggi e delle ambientazioni.

Cerca inoltre di rendere al meglio le espressioni e la fisionomia delle figure arginando la sua non naturale predisposizione nel disegnare i bambini (ritratti spesso con la testa troppo grande rispetto al corpo) e realizzando, in ogni caso, un ottimo lavoro.

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Superman: Year One, pur non essendo la prova più ispirata di Frank Miller, è una lettura divertente e stuzzicante, che pone sotto una luce diversa il mito dell’ Uomo d’Acciaio, mostrando il punto di vista più intimo dell’eroe venuto da Krypton nel momento fondamentale della sua formazione. Miller e Romita Junior hanno gettato delle ottime basi: non resta che aspettare le prossime uscite per vedere quali altre sorprese hanno in serbo.

 

 

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Mario Aragrande

Nato con un fumetto in mano, sono cresciuto a pane e supereroi. Mentre aspettavo che il ragno radioattivo mi mordesse, ho sviluppato un'ossessione per musica, cinema e serie TV, che tento di tenere a freno, tra le altre cose, con la mia penna. Perché da una grande passione derivano - spero - grandi recensioni.

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