Chi è Supergirl? Origini, storia editoriale e incarnazioni sullo schermo della Donna del Domani

Alla scoperta di Supergirl, la Donna del Domani: dagli esordi sino alle nuove storie, passando ovviamente per cinema e serie TV. Pronti a conoscere Kara Zor-El?

Mr. Kent

Supergirl è una delle figure più affascinanti e longeve dell’universo DC Comics, un personaggio che nel corso di oltre sessant’anni ha attraversato rinascite creative, reinterpretazioni culturali e numerose incarnazioni televisive e cinematografiche. Comprendere chi sia Supergirl significa ripercorrere l’evoluzione dell’immaginario supereroistico al femminile, dalle prime sperimentazioni editoriali degli anni Cinquanta alle moderne rivisitazioni più mature e complesse.

In questo speciale ci proponiamo di ripercorrere tutta la sua storia, dagli inizi – avvenuti alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso – sino alle ultime incarnazioni a fumetti e in live action, in cui la vedremo volare tra le stelle con le fattezze dell’attrice Milly Alcock. Sarà lei il nuovo volto della Donna del Domani, sia al cinema che nei futuri progetti del DC Universe di James Gunn e Peter Safran.

Ma questo è il presente, ci arriveremo nel corso di questo lungo (e speriamo esaustivo) speciale. Partiremo dall’inizio, da una giovane adolescente strappata al suo pianeta natale. Del suo viaggio attraverso il tempo e lo spazio, della sua ricerca continua di un posto nel mondo. Signore e signori, questa è la storia di Kara Zor-El, altrimenti conosciuta come Supergirl, la Donna del Domani


Le origini: la nascita di Kara Zor-El

Action Comics #252 - La prima apparizione di Supergirl
Action Comics #252 (1959) – La prima apparizione di Supergirl

 

Il debutto ufficiale di Supergirl avviene nel 1959 su Action Comics #252, in piena Silver Age, per mano di Otto Binder e Al Plastino. Kara Zor-El viene presentata come la cugina di Superman, originaria di Argo City, una città di Krypton. Inviata sulla Terra dai genitori per salvarla dalla distruzione del pianeta, Kara arriva però con anni di ritardo rispetto a Kal-El, trovando un Superman già adulto. Questo elemento narrativo la distingue fin da subito: a differenza del cugino, cresciuto come terrestre, Kara conserva ricordi diretti di Krypton e un legame emotivo profondo con le proprie origini.

Nelle prime storie, pubblicate come backup su Action Comics, Supergirl opera inizialmente nell’ombra su richiesta di Superman, preoccupato per l’impatto che un’altra kryptoniana potrebbe avere sull’opinione pubblica.

Supergirl-Pre-Crisis-DC-Comics-Linda-Danvers-1980s-Daring-Adventures-1000px

Progressivamente, però, Kara costruisce una propria identità autonoma: assume il nome civile di Linda Lee Danvers, viene adottata da una famiglia terrestre e conquista un ruolo sempre più centrale nell’universo DC.

La sua adesione alla Legione dei Super-Eroi del trentunesimo secolo sancisce definitivamente la sua affermazione come eroina indipendente, non più semplice derivazione di Superman ma personaggio con una mitologia e una popolarità proprie.

Crisis on Infinite Earths – La morte che ha segnato un’epoca

Il 1985 rappresenta davvero uno spartiacque per Supergirl, non solo sul piano narrativo ma anche come scelta editoriale “programmatica”. All’interno di Crisis on Infinite Earths (maxi-evento pubblicato tra aprile 1985 e marzo 1986, scritto da Marv Wolfman e disegnato da George Pérez), la vicenda di Kara raggiunge il punto di non ritorno nel celebre numero #7, quando si scaglia contro l’Anti-Monitor per impedire che uccida Superman.

È un sacrificio costruito come atto di eroismo assoluto: Kara non “cade” per caso nel caos della battaglia, ma decide consapevolmente di sostenere il colpo più alto possibile, fino alle conseguenze finali. La sequenza viene ricordata ancora oggi come uno dei momenti più dolorosi e iconici dell’intera saga, sia per l’impatto emotivo sul lettore sia perché Crisis rese “reali” le sue promesse di cambiamento, mettendo in gioco (e facendo morire) figure centrali della DC di allora, tra cui proprio Supergirl.

supergirl crisi sulle terre infinite

Quella morte, inoltre, non fu soltanto un colpo di scena drammatico: fu anche una dichiarazione d’intenti. Crisis nasceva con l’obiettivo di consolidare e semplificare una continuità divenuta ingestibile, e la “famiglia” kryptoniana di Superman era uno dei nodi più delicati. In varie ricostruzioni dietro le quinte, si sottolinea come la decisione di eliminare Kara servisse a rafforzare l’idea di Superman come figura più “solitaria” e mitica, limitando il numero di altri kryptoniani e di derivazioni troppo ravvicinate.

In questo quadro, la morte di Kara diventa un prezzo narrativo altissimo, ma funzionale a rendere più netto il nuovo status quo: il lettore doveva percepire che, dopo Crisis, non si stava semplicemente “aggiustando” la continuity, la si stava rifondando dalle fondamenta.

Dopo l’evento, infatti, DC scelse una linea molto rigida: Kara Zor-El non avrebbe dovuto esistere nella continuity principale post-Crisis. Questo ce lo aveva confermato anche il leggendario Marv Wolfman nella bellissima intervista che ci ha concesso in esclusiva: l’idea era che Supergirl, per come era stata concepita e stratificata nel tempo, “appesantisse” la mitologia di Superman invece di renderla più leggibile e focalizzata. Questo “vuoto” non eliminò il concetto di Supergirl, ma lo trasformò in un problema creativo: per anni, autori ed editor furono spinti a inventare nuove incarnazioni (diverse da Kara) o soluzioni alternative, proprio perché il nome e l’archetipo restavano popolari, mentre la Kara storica era off-limits nella nuova linea temporale.

supergirl john byrne

Le Supergirl alternative degli anni Novanta

Privata della sua versione classica dopo Crisis on Infinite Earths, DC sceglie di non reintrodurre subito Kara Zor-El e decide invece di sperimentare: Nasce così Matrix (o Matrice, nelle prime traduzioni italiane), creata dal grande John Byrne alla fine degli anni Ottanta: un essere protoplasmatico mutaforma, generato da un Lex Luthor di un universo alternativo tascabile e dotato di poteri simili a quelli di Superman, come forza, volo, invisibilità e cambio di forma. È lei a raccogliere per prima il nome di Supergirl nell’era post-Crisi, diventando una sorta di “erede funzionale” dell’idea, ma con un’origin story completamente diversa e molto più sci-fi.

Per qualche anno la Supergirl dei fumetti è quindi Matrix, una figura profondamente legata a Superman, ma priva di radici kryptoniane tradizionali, che vive un percorso da outsider, spesso tormentata e in cerca di un’identità.

Il vero punto di svolta arriva però a metà anni Novanta, quando la DC affida il personaggio all’indimenticalbile Peter David, affiancato ai disegni da Gary Frank, per la serie Supergirl vol. 4 (1996–2003). David decide di fondere Matrix con una ragazza umana, Linda Danvers, creando una Supergirl ibrida, metà protoplasma alieno e metà giovane donna terrestre, con una forte componente mistica e religiosa.

supergirl peter david

Linda Danvers, personaggio creato da Peter David e Gary Frank, nasce come ragazza problematica di provincia, coinvolta in giri poco raccomandabili e vittima di un rituale demoniaco. Proprio durante questo sacrificio Matrix interviene per salvarla, fondendosi con lei e trasformandole entrambe nell’Earth-Born Angel of Fire, un’“angelo terrestre del fuoco” con poteri sia kryptoniani che soprannaturali. Da qui in poi la serie esplora temi inusuali per un titolo supereroistico mainstream: redenzione, colpa, fede, identità spezzate e ricostruite, con Linda che cerca di capire dove finisca la ragazza imperfetta che era e dove inizi l’eroina quasi divina che il mondo vede.

Il lungo ciclo di Supergirl di Peter David diventa una delle gestioni più amate del personaggio: è una serie creativa, spesso sperimentale, che mescola horror, urban fantasy e superhero drama. Non è tanto Supergirl a “fare grandi” quei fumetti, quanto la voce autoriale di David, già premiata con un Eisner per il suo lavoro su Incredible Hulk e più volte riconosciuta a livello internazionale, che applica al personaggio una sensibilità adulta, ironica e profondamente empatica.

supergirl peter david 3

Verso la fine della testata, David porta Linda a confrontarsi addirittura con la Kara Zor-El pre-Crisi, nella celebre saga Many Happy Returns: le due Supergirl si incontrano, diventano alleate e amiche, e il conflitto narrativo ruota proprio attorno all’idea che Kara, per coerenza della timeline, dovrebbe morire. Alla fine è Linda a sacrificarsi, prendendo il posto della cugina di Superman e venendo spedita indietro nel tempo per occupare il ruolo che, nella continuity classica, era stato di Kara.

In pratica, si offre come “sostituta destinata a morire”, per dare alla Kara pre-Crisi una possibilità di vita diversa.  È una chiusura amara e poetica insieme, che sancisce la fine del ciclo e prepara il terreno al cambio di rotta editoriale.

supergirl peter david 2

Linda non scompare del tutto: riappare più avanti in storie come Reign in Hell, dove la vediamo di nuovo legata agli aspetti angelici e infernali del suo passato, ma progressivamente viene lasciata ai margini, fino a diventare una figura quasi “dimenticata” dalle successive continuity e dai grandi eventi che riscrivono l’universo DC, come Flashpoint e i reboot che ne seguono. Ai primi anni 2000 appartiene anche un’altra Supergirl “alternativa”, Cir-El, creata da Steven Seagle e Scott McDaniel e presentata come presunta figlia futura di Superman e Lois Lane, poi rivelatasi un ibrido umano-kryptoniano manipolato da Brainiac.

supergirl cir-el

È un’ulteriore tappa di sperimentazione, durata però poco, che conferma quanto in quel periodo il marchio “Supergirl” fosse un laboratorio di idee in continua trasformazione.

Tutte queste incarnazioni – Matrix, Linda Danvers “angelo terrestre” e Cir-El – rappresentano il tentativo di tenere vivo il concetto di Supergirl senza riportare in campo la Kara originale. Sono versioni spesso amatissime dai lettori più appassionati, ma anche profondamente legate al gusto e alla sensibilità degli anni Novanta e dei primi Duemila.

Proprio l’esaurirsi di questa lunga stagione di sperimentazioni spingerà infine la DC a compiere il passo che molti fan attendevano da tempo: riportare Kara Zor-El al centro della scena con una nuova origin moderna, aprendo così la strada alla Supergirl che conosciamo oggi.

Il ritorno di Kara Zor-El e la sua versione moderna

Superman_Batman_Vol_1_13 supergirl

Il 2004 segna una vera e propria rinascita editoriale di Supergirl, legata alla run di Superman/Batman firmata da Jeph Loeb ai testi e del compianto Michael Turner ai disegni. All’interno di questo ciclo, Kara Zor-El viene reintrodotta ufficialmente nella continuity principale post-Crisis come la legittima cugina di Kal-El, ponendo fine a quasi vent’anni di assenza del personaggio nella sua incarnazione classica. La scelta non è casuale: DC intende recuperare una figura storica, ma adattandola a una sensibilità narrativa ormai profondamente cambiata rispetto alla Silver e Bronze Age.

Questa nuova Kara viene caratterizzata come una ragazza emotivamente intensa, impulsiva e spesso ribelle, lontana dall’immagine più ingenua e rassicurante delle versioni precedenti. Il suo percorso è segnato da conflitti interiori, senso di smarrimento e difficoltà nel confrontarsi con l’eredità di Superman, che rappresenta allo stesso tempo un punto di riferimento e un’ombra ingombrante. Supergirl non è più soltanto un’eroina “in formazione”, ma una giovane donna che fatica a trovare il proprio posto nel mondo, divisa tra le aspettative altrui e il bisogno di definire un’identità autonoma.

superman-batman-13-31 supergirl

Questa reinterpretazione più moderna e psicologicamente sfaccettata consente a DC di avvicinarsi a un nuovo pubblico, in particolare lettori più giovani e sensibili a personaggi femminili complessi, imperfetti e indipendenti. Supergirl diventa così un veicolo per raccontare temi come la crescita personale, la gestione delle emozioni e la ricerca di sé, inserendosi in una tendenza più ampia del fumetto supereroistico contemporaneo, sempre più interessato a eroine capaci di esistere al di là del semplice confronto con i colleghi maschili, e dotate di una voce narrativa forte e riconoscibile.

L’era New 52 e il rilancio Rebirth

supergirl new 52 last daughter

Con il reboot del 2011, noto come The New 52, la DC Comics sceglie di reimmaginare profondamente Supergirl, spingendo con decisione sull’aspetto dell’alterità e del trauma. In questa nuova continuità, Kara Zor-El arriva sulla Terra senza alcuna conoscenza del pianeta, incapace di parlare la lingua e priva di qualunque punto di riferimento emotivo o culturale. A differenza delle versioni precedenti, non trova immediatamente un mentore o una guida stabile, e questo isolamento amplifica il suo senso di smarrimento e di ostilità verso il mondo che la circonda.

Questa Supergirl è una kryptoniana autentica, cresciuta e formata su Krypton fino al momento della distruzione del pianeta, e il suo carattere riflette il peso di quella perdita. È impulsiva, diffidente e spesso aggressiva, non per crudeltà, ma come reazione istintiva a un ambiente percepito come estraneo e minaccioso.

Il dolore per la scomparsa della sua civiltà e la frustrazione di trovarsi improvvisamente sola in un universo sconosciuto diventano il motore delle sue azioni, rendendola una figura più ruvida e meno idealizzata rispetto alle incarnazioni passate.

supergirl new 52

Questo approccio narrativo crea una frattura emotiva e tematica molto netta con Superman. Se Kal-El incarna l’equilibrio riuscito tra eredità kryptoniana e valori terrestri, Kara rappresenta l’opposto: il rifiuto, l’incomprensione e la difficoltà di integrazione. Il contrasto tra i due non è solo caratteriale, ma simbolico: Superman è l’alieno che ha trovato una casa sulla Terra, mentre Supergirl è l’esule che quella casa non riesce ancora a riconoscerla come propria.

In questo senso, The New 52 utilizza Supergirl per esplorare il lato più crudo e doloroso del concetto di identità aliena, rafforzando il suo ruolo come controcanto emotivo e narrativo alla figura di Superman.

Supergirl-Rebirth-01-Variant-by-Adam-Hughes

Con DC Rebirth nel 2016, Supergirl viene nuovamente ricalibrata all’interno di una linea editoriale che mira a riconnettere il presente con l’eredità storica dei personaggi, senza cancellare del tutto le evoluzioni più recenti. Il tono delle storie si fa sensibilmente più luminoso e accessibile, segnando un allontanamento dall’impostazione più cupa e conflittuale di The New 52. In questo contesto, la DC recupera elementi classici della mitologia di Supergirl, primo fra tutti il rapporto con la famiglia Danvers, che torna a essere un punto di riferimento emotivo fondamentale e un simbolo della sua integrazione nella società terrestre.

La Kara di Rebirth riscopre il valore del senso di comunità, dell’amicizia e della fiducia reciproca, ponendo maggiore enfasi sul suo ruolo come eroina pubblica e come figura capace di ispirare gli altri. Pur restando una kryptoniana segnata dalla perdita e dal trauma, Supergirl viene rappresentata come un personaggio che sceglie consapevolmente la speranza, trasformando le proprie ferite in una fonte di forza e di empatia. In questo modo, torna a incarnare con chiarezza i valori positivi tradizionalmente associati al mito di Superman, ma declinati attraverso una sensibilità più contemporanea.

supergirl rebirth

Allo stesso tempo, Rebirth non cancella la complessità psicologica costruita negli anni precedenti. Le insicurezze, i dubbi identitari e le difficoltà emotive restano parte integrante del personaggio, evitando un ritorno a una rappresentazione semplicistica o idealizzata. Il risultato è una Supergirl più equilibrata: simbolo di speranza e resilienza, ma anche eroina moderna, consapevole delle proprie fragilità e capace di affrontarle senza rinnegare il percorso che l’ha portata fin lì.

Supergirl al cinema: dagli anni Ottanta al DCU

L’esordio cinematografico di Supergirl risale al 1984, quando Helen Slater veste per la prima volta i panni della cugina di Superman in un film collegato idealmente alla celebre saga interpretata dall’indimenticabile Christopher Reeve. Il progetto nasce con l’ambizione di espandere l’universo kryptoniano sul grande schermo, ma non riuscì a replicare il successo dei film dedicati all’Uomo d’Acciaio, ricevendo un’accoglienza tiepida sia da parte della critica sia del pubblico.

Nonostante questo, il film ebbe il merito di portare Supergirl all’attenzione di una platea più ampia, contribuendo a trasformarla in un’icona pop degli anni Ottanta e a gettare le basi di una fanbase fedele. Proprio in virtù di quell’eredità, non sorprende che Helen Slater sia stata coinvolta, anni dopo, nella serie TV Supergirl, in un ruolo simbolico e carico di significato, percepito come un omaggio affettuoso e consapevole alla prima incarnazione cinematografica del personaggio.

Helen Slater Supergirl
Helen Slater, la prima Supergirl in carne e ossa ad approdare sul grande schermo (1984)

 

Dopo una lunga assenza dal grande schermo, Supergirl torna nel 2023 nel film The Flash, interpretata da Sasha Calle. Questa versione, più cupa e segnata dalle sofferenze, trae ispirazione da alcune interpretazioni moderne di Kara e presenta un’eroina temprata dalla prigionia e dalla perdita, distante dagli archetipi più classici, ma capace di riscuotere grande interesse. L’accoglienza positiva della performance di Calle aveva in un primo momento alimentato la speranza di rivederla in futuro, ma il reboot operato da James Gunn e Peter Safran del DC Universe cinematografico ha cancellato ogni speranza di rivedere questa versione della Ragazza d’Acciaio.

sasha calle supergirl
Sasha Calle, la tormentata Supergirl vista in The Flash (2023)

 

Il progetto cinematografico che introdurrà Supergirl nel nuovo DCU ha subito un’importante evoluzione già a partire dal titolo: inizialmente annunciato come Supergirl: Woman of Tomorrow, oggi il film si intitola semplicemente Supergirl, pur restando un adattamento diretto dell’omonima miniserie a fumetti firmata da Tom King e Bilquis Evely. La pellicola porterà sul grande schermo una versione di Kara Zor-El più complessa e segnata, cresciuta in un contesto duro e violento, molto lontano dall’esperienza terrestre e idealizzata di Superman. La protagonista sarà interpretata da Milly Alcock, mentre l’uscita nelle sale italiane è fissata per il 25 giugno 2026. Un progetto che si preannuncia come una delle riletture più intense e drammatiche mai dedicate al personaggio.

milly alcock supergirl
Milly Alcock, la nuova Supergirl cinematografica debutterà nel 2026 nel film omonimo

Le versioni televisive: Smallville, Arrowverse e il fenomeno Melissa Benoist

Il ritorno di Supergirl sul piccolo schermo avviene negli anni Duemila grazie a Smallville, la serie che ha raccontato l’adolescenza e la formazione di Clark Kent prima di diventare Superman. In questo contesto, il personaggio di Kara Zor-El viene introdotto come ospite ricorrente e interpretato da Laura Vandervoort, offrendo una rilettura moderna e accessibile dell’eroina. La sua presenza arricchisce la mitologia della serie, approfondendo il legame con Krypton e ampliando l’universo narrativo di Smallville, permettendo così a una nuova generazione di spettatori di scoprire Supergirl e di affezionarsi al personaggio.

smallville supergirl
Laura Vandervoort, la Supergirl della serie TV “Smallville”

 

La consacrazione definitiva di Supergirl arriva nel 2015 con la serie TV Supergirl, interpretata da Melissa Benoist, che segna un punto di svolta nella rappresentazione del personaggio sul piccolo schermo. Lo show debutta su CBS per poi proseguire su The CW, restando in onda fino al 2021 per un totale di sei stagioni e 126 episodi.

Nel corso della serie, Kara Zor-El viene ridefinita come protagonista di una lunga epopea personale che affronta temi centrali come l’emancipazione femminile, la discriminazione, i rapporti familiari e la costruzione dell’identità. Grazie a questo percorso narrativo, Supergirl diventa una figura chiave dell’Arrowverse, partecipando a numerosi crossover con gli altri eroi DC e contribuendo in modo significativo al successo e alla coesione dell’universo televisivo condiviso.

supergirl-melissa-benoist
Melissa Benoist nei panni della Ragazza d’Acciaio nella serie TV “Supergirl”

 

Perché Supergirl è così importante nell’immaginario DC?

Il fascino di Supergirl deriva dal fatto che non è semplicemente la versione femminile di Superman, né un suo doppio secondario. La sua storia racconta la difficoltà dell’esilio, il trauma della perdita e la complessità dell’adolescenza vissuta in un mondo alieno. Kara incarna la forza emotiva di chi cerca di ricostruire una casa dopo aver perso la propria, la determinazione di chi affronta il cambiamento senza arrendersi e il coraggio di chi decide di non vivere all’ombra di qualcun altro, nemmeno di un eroe leggendario come Superman.

Supergirl è un personaggio in continua evoluzione, capace di adattarsi alle generazioni e ai linguaggi culturali senza perdere mai la sua essenza. Che si presenti come la giovane kryptoniana in cerca di sé, la guerriera cosmica di Woman of Tomorrow o l’eroina televisiva diventata simbolo di empowerment, Kara Zor-El rimane una delle figure più luminose e complesse del pantheon DC. E il futuro, con il nuovo DCU pronto a darle un ruolo centrale, promette di arricchire ulteriormente un mito che, a sessant’anni dalla sua nascita editoriale, continua a volare sempre più in alto.

TAGGED:
Condividi l'articolo
Follow:
Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.
Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *