Il nuovo DC Universe targato James Gunn e Peter Safran ha finalmente mostrato le prime immagini del prossimo capitolo della Superman Saga: è stato rilasciato il trailer ufficiale di Supergirl, il cinecomic diretto da Craig Gillespie e interpretato da Milly Alcock, destinato ad arrivare nelle sale cinematografiche italiane il 25 giugno 2026. Un’anteprima che non si limita a presentare un nuovo volto iconico dell’universo DC, ma che chiarisce sin da subito l’intenzione di raccontare una storia più dura, emotivamente complessa e lontana dai toni classici associati al personaggio di Kara Zor-El.
Il trailer ha immediatamente acceso il dibattito tra i fan, soprattutto per una presenza che non era affatto scontata: quella di Lobo, interpretato da Jason Momoa. Il personaggio, amatissimo dai lettori di fumetti per la sua natura eccessiva e anarchica, non compare infatti nella miniserie a fumetti Supergirl: La Donna del Domani (pubblicata in Italia in volume unico da Panini Comics), firmata da Tom King e illustrata da Bilquis Evely, dalla quale il film trae ispirazione. Una scelta che ha incuriosito e, in parte, spiazzato, ma che trova una spiegazione precisa nelle parole di chi sta guidando la rinascita cinematografica della DC.

Lobo nel film: una scelta che cambia la struttura della storia
Ospite del podcast DC Studios Showcase, il co-presidente dei DC Studios James Gunn ha spiegato apertamente le ragioni creative dietro l’inclusione di Lobo nel film, chiarendo come l’adattamento cinematografico abbia richiesto un lavoro di ristrutturazione narrativa rispetto al materiale originale.
«Il fumetto è composto da una serie di piccole storie. Per il film avevamo bisogno di creare una trama unica, una storia in tre atti… e Lobo ci ha aiutati a farlo.»
Una dichiarazione che mette in luce uno degli aspetti centrali di questo nuovo corso DC: il rispetto per le opere di partenza non esclude la libertà di modificarle quando il linguaggio cinematografico lo richiede. Woman of Tomorrow è infatti una storia frammentata, costruita come un viaggio fatto di episodi e incontri, mentre un film necessita di una progressione più compatta e di dinamiche capaci di sostenere il ritmo per oltre due ore. In questo senso, l’inserimento di Lobo diventa un elemento funzionale, non solo spettacolare.

Lobo doveva apparire anche in Supergirl: La Donna del Domani, parola di Tom King
A rendere il tutto ancora più interessante è il fatto che Lobo fosse inizialmente previsto anche nella versione fumettistica della storia. A rivelarlo è stato lo stesso Tom King in un’intervista rilasciata a comicbook.com, dove ha raccontato la genesi del progetto originale e le scelte editoriali che hanno portato alla sua forma definitiva.
«Quel fumetto è nato perché avevo proposto una storia di Supergirl insieme a Lobo. Volevo che fosse un’avventura a due. Ma poi i miei editor, Brittany Holzherr e Jamie Rich, mi hanno detto: “Forse è meglio togliere Lobo e lasciare Supergirl come unico personaggio incasinato della trama”. E così abbiamo fatto.»
Un retroscena che oggi suona quasi ironico, considerando come il personaggio torni invece al centro della scena proprio nella sua incarnazione cinematografica. È un esempio emblematico di come cinema e fumetto, pur dialogando tra loro, seguano esigenze narrative differenti e possano valorizzare elementi diversi a seconda del contesto.

Chi è Lobo: caos puro nell’universo DC
Nei fumetti DC Comics, Lobo è una figura fuori da ogni schema. Cacciatore di taglie intergalattico proveniente dal pianeta Czarnia, è un anti-eroe brutale, sarcastico e totalmente amorale. Dotato di una forza fisica tale da poter competere con Superman, unisce poteri come rigenerazione, velocità sovrumana e un’intelligenza sorprendentemente acuta a una personalità dominata dal caos. La sua origine è volutamente sopra le righe: ultimo sopravvissuto della sua razza, sterminata da uno sciame di scorpioni mutanti, Lobo incarna l’eccesso puro, tanto che persino il suo nome, nel linguaggio czarniano, significa “Colui che divora le tue viscere e ne gode immensamente”. Un personaggio che promette di portare sullo schermo una carica di imprevedibilità difficile da ignorare.

Una Supergirl più oscura al centro del racconto
Al centro del film resta però Kara Zor-El, qui ritratta in una versione più cupa e tormentata rispetto alle incarnazioni precedenti. La Supergirl interpretata da Milly Alcock non è l’eroina luminosa e rassicurante che molti ricordano, ma una giovane donna segnata dalla perdita, dalla rabbia e da un senso di solitudine profondo. La storia prende il via quando Kara viene contattata da Ruthye, interpretata da Eve Ridley, una ragazza proveniente da un pianeta lontano che chiede il suo aiuto per vendicare la madre, uccisa dal criminale spaziale Krem, a cui dà volto Matthias Schoenaerts. Un viaggio che si trasforma presto in una riflessione sul dolore, sulla giustizia e sul peso delle scelte.
Accanto ad Alcock e Momoa, il cast comprende anche David Krumholtz nel ruolo di Zor-El ed Emily Beecham in quello di Alura In-Ze, completando un ensemble che punta a dare spessore emotivo e credibilità a una storia profondamente umana, nonostante l’ambientazione cosmica.
Supergirl si inserisce ufficialmente nel Capitolo 1 del nuovo DC Universe, rappresentando uno dei progetti chiave di questa fase di rilancio. Il trailer lascia intravedere un film che non ha paura di osare, di sporcarsi le mani e di raccontare un’eroina fragile, arrabbiata e complessa. Se queste premesse verranno mantenute, il viaggio di Kara Zor-El potrebbe rivelarsi una delle sorprese più interessanti del nuovo corso DC.

