Siamo i film che abbiamo visto – Intervista agli autori di “Film Pop anni ’90”

Dopo averci traghettato attraverso i film pop degli anni ’80, Matteo Marino e Simone Stefanini ci riprovano con gli anni ’90, accompagnati questa volta da Eva Cabras e dai disegni di Federica Carioli. Li abbiamo incontrati per voi durante Lucca Comics & Games 2023, e il risultato è stato una bellissima intervista che ci ha riportati tutti indietro, a un tempo di spensieratezza e scoperta, e ci ha fatti sentire vicini come solo Lucca riesce a fare

copertina intervista film pop 90

Se avete riscoperto i film che hanno fatto la storia degli anni ’80 – e cambiato le nostre vite – probabilmente è colpa loro, di Matteo Marino e Simone Stefanini, che con il loro Film pop anni ’80 avevano disegnato un percorso ideale tra tutte quelle pellicole che hanno formato la nostra cultura di massa. A distanza di tre anni arriva il sequel, Film pop anni ’90, scritto a sei mani con Eva Cabras ed edito, come il precedente, da BeccoGiallo. Avevo già avuto il piacere di incontrare Matteo un anno fa, ma questa volta sono stata tanto fortunata da beccarli tutti e tre, insieme a Federica Carioli (in arte @_feduzzi), che ha curato le illustrazioni del volume. Nell’ultimo giorno di fiera, in una “pausa d’aria” ci siamo radunati all’esterno del padiglione Napoleone e abbiamo iniziato a chiacchierare.


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Grazie a tutti e quattro per essere qui nonostante la stanchezza. Inizio proprio chiedendovi: com’è creare un volume del genere mettendo insieme tante teste diverse?

Eva: È una domanda molto gettonata, in effetti: giustamente, mentre per noi è una cosa normale, dall’esterno ci si chiede come si possa fare in tre, mettendoci sei mani. Sarà che ci conosciamo anche personalmente tutti: abbiamo gusti molto simili ma background molto diversi, per cui ci siamo incastrati bene. Molto spesso i capitoli vengono fuori proprio dal lavoro di tutti e tre: ci passiamo, ci ripassiamo, il capitolo viene rimpallato… Poi magari c’è chi ha la sua specialità: Simone è l’esperto della parte o di cultura pop generale o di umorismo – è proprio il nostro produttore di battute – o anche di emotivo; quando si piange, molto spesso è Simone.

O fai piangere o fai ridere, insomma!

Simone: Hai capito? Non ci sono vie di mezzo! Praticamente mi hai descritto come un bipolare, ma ok.

Eva: Ma no, un esperto dalle mille abilità. Magari Matteo e io siamo quelli che fanno la parte un po’ più critica, una cosa più specifica magari sulla parte filmica. Magari chi ha la passione per uno specifico film ci ha messo più del suo; insomma,  ci siamo organizzato abbastanza bene.

Matteo: Sì, penso sia un modo di scrittura complementare, e poi delle volte ci sorprendiamo che magari uno di noi che non è la parte umoristica fa la battuta che piace molto, o un altro che è più analitico ti da una botta emotiva forte. Alla fine, ogni capitolo è il dialogo di tre anime, e credo sia una modalità perfetta per questo tipo di saggistica, perché è pop e parte dall’amore dei fan – noi siamo in primis fan di questi film – unita all’analisi critica e musicale del periodo. Quindi questi due aspetti dialogano benissimo insieme; poi parliamo di pellicole che sono passioni condivise, per cui il dialogo ti fa scoprire dei punti di vista che non avresti preso subito in considerazione. Inoltre, poiché in tre eravamo in pochi, per Film pop anni ’90 abbiamo dietro una squadra megagalattica: partiamo da Stefano Ventura, psicologo e psicoterapeuta, che ci ha mandato tutta una serie di messaggi vocali in cui analizzava i profili psicologici dei personaggi, o magari analizzava le emozioni suscitate negli spettatori, che noi abbiamo integrato nei nostri testi. Ha curato anche un intero capitolo, quello su Dracula di Bram Stoker. Questa cosa ci è piaciuta, per cui ci siamo detti “Ma noi conosciamo tante persone che hanno un film del cuore degli anni ’90, coinvolgiamoli!”.

Dracula di Bram Stoker

S: Abbiamo voluto fare i feat. come succede nella musica rap, e abbiamo avuto Lorenzo Fantoni, che è il direttore di N3rdcore; oppure Lilith Primavera, che è la queen delle notti romane. Ognuno ha scelto il suo film preferito e ne ha parlato seguendo lo schema e l’intelaiatura che gli abbiamo dato noi, e son venuti tutti bene alla prima; la cosa bella è questa, che non abbiamo dovuto fare tante correzioni. Sono entrati subito nel nostro modo di scrivere, conservando il loro, e nell’intelaiatura che era già quella di Film pop anni ’80. Ci siamo molto divertiti, anche un po’ stressati, come è chiaro nei libri in cui combini tante anime.

M: Soprattutto per decidere quali film mettere!

S: Mamma mia! Gli anni ’90 poi sono un decennio strano: negli anni ’80 era molto più facile capire quali fossero i film pop, che piacevano a tutti, e noi eravamo anche più piccolini – parlo di me e Matteo che siamo i vecchi della situazione, Eva invece era piccola negli anni ’90, mentre noi eravamo già adolescenti -. I film degli anni ’90 sono diversi perché il tipico contrasto buono/cattivo o eroe/antieroe ha i contorni sfumati.

M: Delle volte gli eroi o le icone sono i cattivi: pensiamo ad Hannibal Lecter.

S: Assassini Nati, Pulp Fiction, Misery, eccetera; tu segui e ti appassioni alle storie di persone anche… diciamo… instabili, ecco.

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M: È proprio una caratteristica degli anni ’90 quella di essere un po’ più sporchi, e proprio per questo, poiché alcuni film non stavano comodi nella sezione “pop”, abbiamo fatto degli extra. Ne abbiamo fatto uno, per esempio, che s’intitola Smells Like Nineties’ Spirit, in cui parliamo di film tendenti al grunge o al riot; in questo ci ha aiutato molto Eva, che oltre a dare un occhio critico e musicale tout court, è molto forte anche sulle tematiche femminili o LGBTQ+.

E: Sì, quel tipo di apertura lì era necessario, sugli anni ’90. Abbiamo anche una regista donna, nel parterre: è una sola, purtroppo, ma comunque c’è. Non diciamo chi perché è uno special, non spoileriamo. Però ecco, un tipo di sguardo come il mio, che fosse femminile ma anche femminista, c’è stato e sono contenta che sia stato aggiunto. È un’aggiunta degli anni ’90 che era imprescindibile: ci sono molte più aperture anche tematiche, sui personaggi; uno dei primissimi film che si trovano nel libro è Thelma e Louise, per cui da lì in giù girl power ma anche un discorso più complesso e pieno di contraddizioni, come lo è stato quel decennio. È  stato anche divertente: sono arrivata dopo, ma sono stata molto felice di unirmi al team. La parte femminile peraltro è molto presente anche nelle illustrazioni: abbiamo qui la nostra @_feduzzi, che ha fatto tutte le illustrazioni interne.

Io difatti, sulle illustrazioni volevo farti una domanda, perché sono film che magari hai visto, ma mi chiedo: per l’illustrazione ti sei basata su quello che avevi visto, o su quello che i tuoi colleghi hanno scritto?

Federica: Allora… ho cercato di cogliere l’essenza delle scene più iconiche o di fare anche solo un mash-up, di modo che uno vedesse l’illustrazione e capisse subito dove andava il capitolo. Ho provato a raccogliere il cuore del film in un’illustrazione. Io sono anche un po’ più piccola, perché sono nata nel 1995 (sigh!, ndr) però ovviamente anche io sono molto legata a quell’immaginario, e sono tutti film che ho già visto. Sono anche alla mia prima esperienza editoriale, per cui ero anche molto carica e felice di fare qualcosa sugli anni ’90. È stato tutto molto naturale: mi hanno lasciato molta libertà e mi sono divertita; dopotutto, sono cose anche divertenti da disegnare.

S: E poi ci siamo trovati per la prima volta dal vivo ieri! Non ci conoscevamo dal vivo, ed è stato anche molto bello andare a pranzo e scoprire che si può diventare anche amici in due secondi quando si condividono le stesse passioni e si è guidati dalle stesse energie.

Questa è anche un po’ la magia di Lucca…

S: Ho letto un bellissimo post di Matteo Bussola, su Facebook, che diceva proprio questo: a Lucca ci possono essere tantissimi disagi – e chi ci viene lo sa benissimo – però poi magari c’è quel momento in cui ti siedi accanto a una persona e sai che è un sodale, che è una persona che su per giù ha il tuo stesso cuore, e questa è la magia di Lucca.

Da questo punto di vista, a parte Federica, questo non è il vostro prima LC&G, che sia da utenti o da autori: negli anni come lo avete visto cambiare?

S: Guarda, quest’anno sappiamo che è un’edizione strana per tutto il discorso che c’è stato sul patrocinio. Molti autori erano di due anime, sulla questione; noi, nel nostro piccolissimo, non abbiamo mai pensato di disertare la fiera per questo, semplicemente perché ci può essere una divergenza di opinioni e la si può veicolare in molti modi. Però è anche bello trovare tutto il calore delle persone che fondamentalmente la pensano quasi tutte come i disertori, anche perché è difficile pensarla diversamente. A livello di cambiamento, sembra che la città si restringa [ride].
Un abbraccio all’organizzazione, ma sarebbe molto molto bello-

M: Lo diciamo insieme? Bagni, avere molti più bagni a disposizione!

Magari non sarebbe male avere anche delle aree per fare interviste, o in cui gli addetti ai lavori possano sedersi un attimo e rilassarsi…

S: Esatto, sia per gli autori che per la stampa, effettivamente manca proprio questa cosa. Purtroppo, Lucca non ha mai previsto per gli autori un posto in cui stare un po’ più liberi. I firmacopie sono abbastanza lunghi, e per il resto si è un po’ abbandonati: magari piove, nel padiglione non si sente nulla e tocca andare a cercare un posto in cui poter fare un’intervista. Ecco, nelle prossime edizioni, magari sarebbe carino avere un po’ più di “rispetto” – anche se è un parolone – per gli artisti. Un po’ più di cura. Anche perché lo sappiamo bene, a meno che non si sia una rockstar del fumetto o dell’illustrazione, tutti noi abbiamo un lavoro giornaliero che non è questo. E quindi abbracciamoli un po’ questi artisti, perché è già difficile fare l’artista o il giornalista in questo periodo.

M: Io da veterano – questo è il settimo libro che faccio con BeccoGiallo – vorrei anche ricordare una cosa bella, ed è il fatto che ci siano le stesse facce che tornano. È una cosa così emozionante! Si fa una chiacchiera di qualche minuto, si parla del libro vecchio, si chiede del nuovo, o magari si condividono esperienze collegate proprio al libro. Per esempio quest’anno mi sono capitate due mamme consecutive che mi hanno raccontato di come facciano vedere i film degli anni ’80 e ’90 ai propri figli, usando poi i nostri libri come guida. Una sorta di cineforum che ai bambini piace un sacco, anche perché scoprono tante curiosità sui film.

Tra i vari film che avete messo nel nuovo libro, c’è Jurassic Park, che ha da poco festeggiato i trent’anni dall’uscita nelle sale. Ecco, quello per voi a quali ricordi è collegato?

M: Per me è associato a quando eravamo in autogestione al liceo, e invitammo due ex studenti che erano diventati critici cinematografici a tenere una lezione sui film. Fecero una lezione su Jurassic Park bellissima, che mi è rimasta così impressa da farmi da imprinting [ride].

S: Jurassic Park, se lo guardi oggi, ha effetti speciali più belli di film fatti venti o trent’anni dopo. Ti dici “Ma cavolo, con gli strumenti di trent’anni fa sono riusciti a fare questo?”. E non ce ne sono tantissimi di film che reggono la prova del tempo così. Chiaro, parliamo anche di Spielberg…

M: Diciamo che la direzione artistica in questo ha il suo peso.

S: Sì, anche la scrittura, ci mancherebbe altro, ma anche il comparto effetti speciali. Non dimentichiamo che venivamo dai pupazzoni di Labirynth, o dal peluchone de La Storia Infinita.

Non so se siate d’accordo, ma a me sembra che ci mettessero più cuore. Più tempo e più cuore.

S: Sì, proprio perché era il primo, ed era anche una cartina tornasole che mostrasse dove la tecnologia era arrivata.

M: Infatti nel libro diciamo che sembra di vedere dinosauri dall’inizio alla fine del film, quando in realtà sono solo 15 minuti totali di effetti speciali, di cui solo 8 in CGI. Ma le scene sono talmente coinvolgenti… Oggi non c’è quel senso di meraviglia, che all’epoca c’era perché era la prima volta che vedevamo i dinosauri. Ed era la stessa meraviglia che provavano i protagonisti del film, questa cosa combaciava perfettamente.

S: Quando c’è il momento in cui si tirano su gli occhiali e lo vedono per la prima volta.

E: Io ero piccolina e ricordo lo stupore, quel tipo di emozione perché vedi una cosa mai vista, enorme, e ti ci vuole anche del tempo per processarla.

M: Ne approfitto per segnalare che c’è un T-rex anche sulla copertina, fatta da Jacopo Starace: è una delle 19 citazioni che sfidiamo tutti a trovare.

Una cosa che mi ha stupita è che, accanto a film iconici come Jurassic Park, Matrix e altri, abbiate messo Giovani Streghe. Ci sono persone che magari non ne hanno mai sentito parlare, rispetto ad altri tanto famosi. Come mai questa scelta?

E: Sì, lì ho premuto io per farlo inserire, perché per me è proprio uno dei cult del decennio. Io sono un’appassionatissima di horror, una fanatica di streghe, e quello è stato il mio “svezzamento”. Ci vestivamo tutte così, a fine anni ’90, per cui è anche una cosa proprio sentimentale, a cui sono particolarmente legata. Ha creato un immaginario: dopo quello sono arrivate Buffy, Streghe… ha creato un filone.

S: A proposito di questo, già in Film pop anni ’80 avevamo aggiunto un capitolo su un film che non è propriamente pop: Fa’ la cosa giusta, di Spike Lee. C’era stato da poco l’omicidio di George Floyd da parte della polizia, una cosa che ci aveva molto scosso, e abbiamo pensato di inserire qualche pillola su quello che pensiamo noi di questioni sociali, del nostro cuore, anche in un libro tutto colorato e pieno di disegnetti. In Film pop anni ’90 ce ne sono ancora di più: per esempio c’è Priscilla – Regina del deserto che parla di tutto il mondo LGBTQ+, ci sono grossi momenti di femminismo a cui ha contribuito la nostra Eva-

M: Un capitolo su Matrix che farà esplodere il cervello a molte persone.

S: Esatto, un capitolo su Matrix che da un’interpretazione di un altro tipo… perché fondamentalmente è anche bello in un libro coloratissimo e gioioso, divertente, parlare dell’oggi. Non si può parlare degli anni ’90 senza raffrontarli all’oggi. Ma come per gli anni ’80. Per questo ci sono i capitoli rewatch: se un film c’era piaciuto ma lo guardiamo oggi, con la sensibilità di oggi, e scopriamo che non è molto in linea con il nostro sentimento, è giusto dirlo. Poi chiaro, ci sono anche quelli invecchiati male.

Faccio un ultimo giro di tavolo e poi finalmente vi libero: il vostro film preferito tra quelli di Film pop anni ’90.

F: Io devo dire Jurassic Park, perché è il mio film del cuore. L’ho anche disegnato per ultimo, volevo metterci tutto.

S: Probabilmente, Edward mani di forbice, perché mi piace tantissimo la favola partendo dall’outsider, la persona che non sarebbe mai un principe Disney ma è proprio il contrario. Mi riguarda particolarmente.

M: Uno non te lo riesco a dire, te ne dico tre velocemente. Uno è Titanic, perché adoro Cameron e anche quello è un film sulla meraviglia, oltre a essere uno degli ultimi film che ho visto con mio nonno al cinema. La passione per il cinema l’ho ereditata da lui. Poi assolutamente Il silenzio degli innocenti e Scream, perché anche io sono patito di horror, e penso siano due capisaldi degli anni ’90.

E: Anch’io a questo punto te ne dico due: Giovani streghe perché quello è tutto cuore, e ha aperto il mondo delle streghe, e Thelma e Louise perché fa vedere un altro mondo ed è quello che vorremmo tutti. Non perché si spara alla gente, ma perché ci divertiamo insieme.

Grazie mille a Simone, Matteo, Eva e Federica per questi bellissimo viaggio in cui mi hanno fatto da guide. Nonostante tutte le difficoltà del caso – la stanchezza del fine fiera, la signora della security che continuava a farci spostare da quella benedetta statua (signora, se ci legge, la abbraccio con affetto), il vento freddo -, è stato un piacere attraversare gli anni ’90 insieme a loro, e spero potremo rifarlo presto, con tanti altri meravigliosi film.


Film Pop Anni ’90 è un volume che ci è piaciuto davvero molto, ecco qui la sinossi:

TI RICORDI QUANDO HAI VISTO IL TUO PRIMO DINOSAURO, HAI CORSO PER TUTTA L’AMERICA CON FORREST, SALPATO CON JACK E ROSE, CENATO CON HANNIBAL E RISOLTO PROBLEMI CON MR. WOLF? NE QUALE PILLOLA HAI SCELTO? LA ROSSA O LA BLU?

Negli anni ’90 cambia tutto: i film non finiscono per forza bene e il mondo reale comincia a mischiarsi con gli universi digitali. Ci emozionano i T-Rex fatti al computer, ci tesseriamo a un club di cui non possiamo parlare, vogliamo la favola ma anche le regole per sopravvivere ai serial killer. È il periodo in cui i colpi di scena dei thriller ci ribaltano il cervello, il Grunge diventa un fenomeno pop, il Girl Power decolla e il Pulp conquista la Palma d’oro (oltre al nostro cuore).
Dopo averci fatto viaggiare nel tempo sulla DeLorean con Film pop anni ’80, Matteo Marino e Simone Stefanini, insieme a Eva Cabras, entrano nel Matrix e ritornano teenager negli anni delle immense compagnie, quando l’uscita perfetta era pizza, bibita e cinema. In que- sto libro troverete analisi inedite, curiosità, aneddoti, playlist, feticci, tormentoni e itinerari per arrivare al cuore di icone pop assolute, rie- vocate con amore e ironia. Pezzi da novanta come Pulp Fiction, Titanic, Fight Club, Pretty Woman, Scream, Trainspotting, Thelma & Louise, Edward mani di forbice, Il grande Lebowski, Jurassic Park, e tanti altri…

Ma quanto c*zzo erano belli gli anni ’90?
Emotivi, romantici, terrificanti, spettacolari. Sono tutti qui dentro.

 


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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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