Watcher – Come coltivare la paura in perfetta solitudine

Abbiamo visto “Watcher“, il thriller paranoide della regista debuttante Chloe Okuno. Queste sono le nostre impressioni.

 

recensione watcher

L’inquadratura è sull’ampio salotto del nuovo appartamento a Bucarest. Julia e Francis, appena giunti nella capitale rumena, battezzano il divano abbandonandosi in effusioni amorose. La telecamera compie una carrellata all’indietro, un’inquadratura in piano sequenza che allarga il quadro. Usciamo dall’appartamento di Julia e Francis e, per un attimo, siamo noi che osserviamo la scena attraverso la finestra, come se fossimo nel palazzo di fronte. In questo modo veniamo introdotti dai titoli di testa di “Watcher“, in quella che è a tutti gli effetti una dichiarazione di intenti. Scopriamo lentamente che la scena idilliaca di amore tra Julia e Francis di cui siamo testimoni si inserisce in una Bucarest grigia, sporca e con un clima tutt’altro che ospitale. Oscuro presagio che le cose per la dolce coppia stanno per cambiare in peggio. Ma c’è molto di più: con questa rivelazione progressiva di una situazione narrativa inattesa, siamo noi ad assumere il punto di vista dello stalker, come se fosse un atto scaturito da un istinto naturale. Parliamoci chiaro, in fondo guardoni lo siamo un pochino tutti. Non mi dite che non avete mai spiato i dirimpettai impegnati nelle faccende di casa oppure che non avete mai origliato una discussione urlata nell’appartamento accanto al vostro.

Intendiamoci, non voglio con questa mia introduzione giustificare un certo tipo di comportamento. Per quanto naturale possa scaturire, l’atto dell’osservare se perpetrato in maniera continuativa può comportare un forte disagio per chi lo subisce, fino ad arrivare a conseguenze molto gravi.

Fatto il dovuto disclaimer (non si sa mai…) torniamo a parlare di “Watcher“, partendo dalla trama.

Lei è Julia (Maika Monroe), attrice americana che non ce l’ha fatta. Lui è Francis (Karl Grusman), manager di successo nell’area marketing di una grande azienda. La coppia abbandona New York per trasferirsi in Romania, dall’altra parte del loro mondo, a causa degli impegni lavorativi di lui. L’appartamento a Bucarest è grande e dotato di ogni comfort. I vicini sembrano essere ospitali, uno in particolare sembra molto interessato ai movimenti di Julia. La donna si accorge infatti della sagoma di un uomo che non perde un minuto nell’osservarla dal quinto piano del palazzo di fronte. Completano il quadro un serial killer a piede libero (che i media hanno ribattezzato “il ragno”) che si diverte a decapitare le sue vittime, sopratutto se queste sono ragazze giovani e carine.

È questo il contesto che lentamente e in maniera costante alimenta la paranoia di Julia. Un paese molto distante negli usi e costumi della natia New York, una lingua sconosciuta che, con tanta fatica, si prova ad apprendere, un un dirimpettaio ambiguo che sembra spiare ogni tua mossa un serial killer che imperversa in città. Il tutto non aiuta Julia a stabilire una connessione con la realtà e , per gran parte del film, coltiviamo il dubbio che la paranoia sia l’effetto della suggestione.  L’uso sapiente della profondità di campo, delle mezze inquadrature e del montaggio ci mostrano il persecutore come se fosse un’entità incorporea. Per gran parte della pellicola non vediamo mai in maniera nitida il volto dello stalker, la sua figura ci viene mostrata sempre sfocata oppure la regia cambia inquadratura nel momento in cui si stanno per mostrarne i connotati. Questo artificio serve per instillare il dubbio che il pericolo non sia reale ma solo nella testa della vittima, probabilmente stressata dal cambio così radicale di vita. Dubbio che non sfiora minimamente il marito Francis che non solo si mostra scettico sulle paure di Julia ma, addirittura, la deride davanti ai suoi colleghi di lavoro. Francis incarna la forma mentis tipica di una società patriarcale secondo la quale non c’è nulla di male a fare un complimento o a prolungare uno sguardo se la ragazza è carina e dai modi gentili. Ed è questo il messaggio più inquietante che trasmette la pellicola.

Il fenomeno dello stalking è argomento delicato ed è anche materia giuridica. Non sono un esperto che ne può parlare con cognizione di causa. Ho provato a documentarmi ed ho scoperto che esiste un dibattito giuridico sulla sussistenza del reato qualora la vittima abbia un atteggiamento conciliante, che è esattamente lo stesso approccio che tenta Julia intrappolata nel recinto della paura: un approccio che rischia di ribaltare il punto di vista trasformando la vittima in carnefice. Un approccio che per Julia costituirà una condanna.

Chloe Okuno è una giovane regista americana di 35 anni che è al debutto su un lungometraggio. La sua unica apparizione dietro una cinepresa è rappresentata da un episodio dal titolo “Storm Drain” del film “V/H/S/94“, un horror di genere found footage, ossia quel tipo di film che viene realizzato parzialmente o interamente con un metraggio di girato preesistente e successivamente rimontato in un nuovo contesto (per capirci, un esponente conosciuto di questo genere è “The Blair Witch Project“). Oltre alla regia , la Okuno ha lavorato su una sceneggiatura di Zack Ford riscrivendola parzialmente. Sebbene quindi la sua esperienza sia piuttosto limitata, la giovane regista americana è riuscita a confezionare un thriller psicologico in cui la tensione cresce man mano grazie ad un uso perfettamente bilanciato di scenografie, fotografia e sonoro. Assieme al direttore della fotografia Benjamin Kirk Nielsen e alla scenografa Nora Dimitrescu la Okuno è riuscita a mostrarci una Bucarest affascinate ma in cui gli ampi spazi sono stati svuotati lasciando solo vittime e carnefici. L’aspetto curioso è che l’idea iniziale era di ambientare la storia a New York ma impedimenti logistici hanno fatto sì che la location diventasse Bucarest. Dal nostro punto di vista una scelta che si è rivelata vincente.

Maika Monroe, l’attrice che interpreta Julia, e Burn Gorman, l’attore che interpreta lo stalker,  sono la vera forza motrice di tutto il film. La Monroe, anche lei giovanissima (appena 29 anni) e con un passato da surfista, si era già distinta per un’altra pellicola horror dal titolo “It follows” (ironia della sorte) di David Robert Mitchell. La Monroe ci regala una performance recitativa perfetta in cui riesce ad alternare i momenti di panico interiore con quelli di donna risoluta. Gorman, attore britannico con un passato ben più solido (lo ricordiamo tra in tanti in  “Pacific Rim“, “Game of Thrones” e “The man in the high castle“) ha pochissime battute ma buca lo schermo con la sua presenza scenica. Il suo personaggio ne risulta quindi estremamente inquietante e costantemente in bilico tra l’ordinario uomo della porta accanto e l’efferato serial killer.

Watcher” è un thriller che tratta argomenti delicati e lo fa una regia solidissima. È una pellicola che non cerca inutili orpelli ma agisce direttamente sulle corde della tensione facendole vibrare al massimo. Sono evidenti i riferimenti e le strizzate d’occhio a chi della suspense è stato un maestro indiscusso come Alfred Hitchcock o Dario Argento. Si vede chiaramente che la talentuosa Chloe Okuno ha studiato (con buonissimi risultati) dai più grandi. Il finale è probabilmente telefonato, ma il modo in cui è costruito ci lascia l’amaro in bocca e più di uno spunto di riflessione. Non sarà un capolavoro come “La finestra sul cortile” (titolo il cui accostamento viene naturale) ma è un film validissimo che vi incolla alla poltrona della sala cinematografica e vi lascia il cervello frullare sulla via di ritorno per casa. E quando avvengono queste due cose significa che il film funziona maledettamente bene.

Watcher” lo trovate al cinema a partire dal 7 Settembre.

Se lo andrete a vedere, lasciate un vostro commento per dirci cosa ne pensate. Siamo curiosi di leggere le vostre impressioni!

Watcher

Watcher

Regia: Chloe Okuno
Anno: 2022
Paese: USA
Durata: 96 min.
Sceneggiatura: Chloe Okuno, Zack Ford
Produzione: Image Nation Abu Dhabi AGC International Spooky Pictures
Distributore italiano: Lucky Red, Universal Pictures
Interpreti e personaggi: Maika Monroe: Julia
Karl Glusman: Francis
Burn Gorman: Daniel Weber
Tudor Petrut: Tassista
Mãdãlina Anea: Irina
Cristina Deleanu: Eleanora
Daniel Nuță: Cristian
Voto:

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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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