Road House – Tutti i problemi si risolvono con un calcio

Abbiamo visto il remake di Road House, che questa volte vede nel ruolo del protagonista Jake Gyllenhaal. Vi diciamo – senza spoiler – com’è questa nuova versione diretta da Doug Liman disponibile su Prime Video
copertina recensione road house
“Peter, l’unico messaggio di questo film è che tutti i problemi si risolvono con un calcio”
Se seguite le avventure della famiglia Griffin, sicuramente ricorderete l’episodio in cui Peter, dopo aver acquistato una copia del DVD de “Il Duro del Road House“, inizia a risolvere ogni discussione a calci rotanti, in un travisamento comico del film con Patrick Swayze (era la puntata S08E04, comunque).
Già, la pellicola con il compianto attore di “Ghost“, datato 1989, una di quelle che vive in quella strana zona di confine tra brutto e bello, dove vorresti definirlo col primo termine, ma poi, se lo guardi nel giusto stato d’animo e d’ironia, e sopratutto apprezzi l’interprete del protagonista James Dalton, finisci per concedergli il beneficio del dubbio del secondo.
Motivo per cui, 35 anni dopo, viene considerato un Cult vero, sopratutto negli States.
D’altronde, i motivi per definirlo tale non mancano, inclusa la colonna sonora e la presenza nel cast di Sam Elliot.
Immagino che abbiate capito dove sto andando a parare: benvenuti alla recensione di ROAD HOUSE, il remake con Jake Gyllenhaal appena sbarcato su Prime Video, pronto a prendere a cazzotti e schiaffoni il vostro weekend sul divano.
Perchè il sentimento sottopelle che anima la versione diretta da Doug Liman è assolutamente il medesimo dell’originale: un film che va preso per quello che è, in quello che è in parte il suo pregio, dall’altra il suo difetto, non peggiore, ma comunque tale rimane.
Road House (2024) | Official Trailer - YouTube
Ma prima breve sinossi d’ordinanza: un ex lottatore UFC, Elwood Dalton, oggi in disarmo dopo un terribile evento sul ring, accetta di lavorare come buttafuori per Frankie, la proprietaria del “The Road House”, un roadhouse (sì, c’è giusto un appena impercettibile gioco di parole) situato nelle Florida Keys e oggetto delle mire di loschi criminali, pronti a mandarlo in rovina provocando risse e dandosi al vandalismo.
Starà a Elwood risolvere la questione, prima che la situazione si faccia troppo intensa, sia per lui, che per le persone con cui stringerà amicizia.
Immagino che sin da queste poche righe abbiate intuito la profondità intellettuale che muove questo western moderno, e credetemi, non è facile ironia la mia, perchè la verità è che “Road House” ci prova, di quando in quando, a prendersi sul serio (incluso l’apostrofarsi appunto come western, ma ci torno subito).
Tranne quando decide invece di non farlo e buttarla neanche troppo velatamente sull’ironico (se non proprio sciocco), non riuscendo però mai veramente a decidersi su quale lato del ring muoversi, finendo per mettere Jake Gyllenhaal nello stesso dubbio.
Più che i muscoli, infatti, che denotano comunque una notevole preparazione fisica per il ruolo (d’altronde, devi risultare credibile, e su questa cosa della UFC ci hanno costruito buona parte della promozione nel corso dell’ultimo anno), l’attore da il meglio di sè quando sorride, quando dietro quello sguardo dolente, riesce a mascherare una zona di grigio nella sua benevolenza, di buono contro cattivo, di giusto contro sbagliato.
Salvo poi prendere lo spettatore in contropiede con alcune mosse di sceneggiatura (firmata da Anthony Bagarozzi e Charles Mondry) che, se da un lato accrescono e coltivano il lato drammatico del personaggio (come il mistero su cosa è accaduto nel suo passato, centellinato tramite flashback e qualche battuta qui e là), dall’altro prendono spesso in contropiede lo spettatore, usando lo stesso principio dell’originale, ma con meno grazia.
Road House' review: Jake Gyllenhaal tones up to revive the Patrick Swayze  guilty pleasure | CNN
Ma, appunto, il personaggio di Elwood Dalton è quello del picchiatore solitario, di questo cowboy che, invece delle pistole, usa le mani come armi, arrivando nella desolata cittadina, in seguito ad una richiesta d’aiuto, per mandare via i lestofanti che l’hanno resa invivibile, e poi forse, decidere se restare o salire in groppa al suo cavallo e andare via al tramonto.
Anche l’originale con Swayze faceva più o meno altrettanto, mascherando però il tutto con questa estetica da B-Movie Anni ’80, con jeans attillati e anche lì un affascinante sorriso a rendere accattivante la faccenda.
Qui si preferisce sottolineare la lotta libera, ma si punta comunque sempre su una efficace soundtrack, che da al film i suoi momenti più ritmati, specialmente quando si alza e si abbassa per evidenziare meglio i pochi dialoghi profondi della faccenda, quando va a tempo con i pugni e le azioni da buttafuori.
Magari il “Road House” del 2024 risulta più spaccone, inteso come più “sporco e sudato” rispetto all’originale, ma quel concetto di fondo, quello espresso da Brian Griffin all’inizio di questo pezzo, rimane inalterato: tutti i problemi si risolvono a pugni, con botte da orbi e violenza non così gratuita come si potrebbe pensare, ma solo perchè la regia è pure furba a centellinare il tutto, cercando di risparmiare quanto possibile per lo “scontro finale”.
Road House' Trailer: Jake Gyllenhaal & Conor McGregor Come Out Swinging
D’altronde, contrariamente a quanto detto da Liman tempo fa per scaldare la discussione social, questo film nasce per lo streaming casalingo, e a questo unico obiettivo ci si attiene con forza produttiva, senza mai veramente strafare e ogni tanto incartandosi persino.
Non che quello con Swayze brillasse per chissà quali virtuosismi, Rowdy Herrington è quello che si potrebbe definire un buon mestierante, ma è anche vero che il “Road House” con Jake Gyllenhaal, anche in questo senso rimane sempre a bordo ring del suo vero potenziale d’azione e d’intrattenimento, di “update for a new generation”.
Se infatti spende scene e dialoghi a costruire un rapporto con altri personaggi (in particolare la giovane Hannah Love Lanier, vista nella serie “Operazione Speciale: Lioness”), provando a creare nello spettatore un interesse narrativo che vada oltre la semplice storia d’amore con la bella dottoressa (questo rimane uguale, di là Kelly Lynch, qui Daniela Melchior), al tempo stesso i momenti delle risse non eccellono mai per potenza, per adrenalina.
Liman ogni tanto si ricorda di essere pur sempre l’uomo che ha diretto “The Bourne Identity” e “Edge of Tomorrow”, e si lancia in qualche mossa azzardata, come in quell’unico istante in cui, di botto, l’inquadratura diventa un POV in prima persona dei cazzotti di Conor McGregor, straniante il giusto, quanto basta per far sollevare la testa dal cuscino del divano.
Ah, ecco chi stavo dimenticando di citare: McGregor, a cui spetta la quota clownesca del tutto. Formidabile lottatore, sicuramente, ma diciamo che quella del grande (o piccolo) schermo non è esattamente la sua arena. Gigioneggia, gli costruiscono addosso il ruolo di questo cattivone psicopatico da cartone animato, pronto alla violenza senza motivo, ma diciamo che se la sua interpretazione dovesse suggerirvi il termine “cringe”, non sarò io a correggervi.
Trailer Drops For Conor McGregor's New Movie Road House
E visto che ci sono, piccola noticina anche per Jessica Williams, che dopo averci conquistati nella serie “Shrinked”, qui fa il suo, risultando piacevolmente simpatica, e Billy Magnussen, che pure lui vorrebbe tanto fare il cattivone credibile, ma finisce per cedere alla frustrazione di essere un boss da barzelletta.
Ma d’altronde, che mi aspettavo, giusto? Fai il remake aggiornato ai giorni nostri di un B-Movie d’azione e popcorn, non è che puoi pretendere “Quarto Potere”.
Naturalmente no, però, e che rimanga tra noi, speravo magari in qualcosina di più, qualcosa che evitasse, anche solo per un attimo, di far pensare di nascosto “Ma alla fin fine era necessario?”.
B-Movie era, e B-Movie ci ritroviamo tra le mani, solo che, ed è qui che sta il rammarico, si poteva fare davvero di meglio, visto il cast, visto che il cinema d’azione ha saputo regalarci una bella evoluzione negli anni (e non parlo solo dei John Wick, beninteso), visto che, palesemente, c’era la volontà di costruire dei buoni personaggi, di dare al protagonista un motivo vero per rimanere impresso, che non solo il sorriso da guascone del suo interprete.
Finisce invece che ci ritroviamo di fronte all’ennesimo esempio di come ormai, a parte qualche buon raro caso, le prime visioni streaming sono l’equivalente, quello sì veramente aggiornato, dei film di cassetta che trovavamo tra gli scaffali delle videoteche, e che noleggiavamo per passare un weekend di relax con qualcosa di poco impegnativo.
Come dicevo nelle prime righe, con il giusto stato d’animo e l’ironia, questo film vi concede esattamente questo, e se lo approcciate con questo spirito, vi divertirete sicuramente.
Magari non sarà indimenticabile, ma piacevole quanto basta per consigliarlo ad un amico (meglio ancora se fan di McGregor).
E visto che tanto siete lì sul divano, ed iniziate, sui titoli di coda (a proposito, non levate prima della scena a metà dei credits), ad esplorare il catalogo di Prime Video in cerca di qualcos’altro, il suggerimento viene facile: recuperate l’originale con Patrick Swayze, non tanto per fare un confronto di chissà quale tipo ma per chiudere un piccolo cerchio poetico.
Road House images find Jake Gyllenhaal battling Conor McGregor
Nel 2001, “Donnie Darko” svoltava per sempre la carriera di un giovane Jake Gyllenhaal e, come ricorderete, nel cast di quel film, c’era anche Patrick Swayze.
E oggi, il primo prende uno dei ruoli più conosciuti del secondo, e lo fa proprio, con tutto quel senso, tra il cinefilo e la rilettura, che ha la parola “Remake”.
A voi stabilire chi dei due, tra nostalgia e muscoli, se la cava meglio come buttafuori, a me una curiosità con cui poter lasciare il posto sul palco alla band pronta ad esibirsi.
E mi raccomando, non dimenticate una bella mancia alle cameriere!
Road House

Road House

Paese: USA
Anno: 2024
Durata: 114 minuti
Regia: Doug Liman
Sceneggiatura: Anthony Bagarozzi, Charles Mondry
Casa di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, Silver Pictures
Interpreti e personaggi:
Jake Gyllenhaal: Elwood Dalton
Daniela Melchior: Ellie
Billy Magnussen: Ben Brandt
Jessica Williams: Frankie
Darren Barnet: Sam
Conor McGregor: Knox
J. D. Pardo: Dell
Arturo Castro: Moe
Joaquim de Almeida: sceriffo Black
Lukas Gage: Billy
Hannah Love Lanier: Charlie
Travis Van Winkle: Dex
B. K. Cannon: Laura
Dominique Columbus: Reef
Beau Knapp: Vince
Bob Menery: Jack
Kevin Carroll: Stephen
Jay Hieron: Jax "Jetway" Harris
Dove vederlo: Prime Video
Voto:

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