Papernovela – Il cult(o) del Papero del Mistero

Grazie alla nuovissima Humor Collection di Panini Comics, è arrivata sui nostri scaffali una riedizione tutta nuova di un vero e proprio cult: Papernovela di Silvia Ziche. Umorismo tagliente, dinamiche familiari strampalate e l’ossessione per la TV che supera le pagine e investe il lettore. A più di vent’anni dalla prima pubblicazione su “Topolino“, vi diciamo perché questa storia è un evergreen.

 

recensione papernovella

 

Topolino Libretto (o Magazine, in tempi più recenti e cosmopoliti) ha da sempre avuto la capacità di essere lo specchio dei suoi lettori. In grado non solo di rappresentare attraverso Paperi e Topi la società, i costumi, le dinamiche del nostro Paese ma di offrire agli stessi lettori spunti di riflessione, risate ed umorismo pirandelliano per rielaborare quei medesimi fattori attraverso le maschere dei personaggi Disney.

È con questa missione artistica, culturale ed anche commerciale che abbiamo letto le meravigliose parodie di classici della letteratura e del cinema.

C’è stata una serie in uno sproposito di puntate, però, che ha superato le aspettative e tali paradigmi, diventando un vero e proprio cult per i lettori – contemporanei o quasi – di Topolino. Parliamo della Papernovela – Il papero del mistero di uno dei talenti più fulgidi del fumetto made in Italy, Silvia Ziche. Grazie alla riedizione nella versione della Humor Collection di Panini Comics, è arrivato il momento di parlarne.

Il primo di 24 – come diremmo oggi – episodi arriva su Topolino #2115 del 1996: la desinenza del titolo richiama alla mente – con quell’intento di cui sopra – il fenomeno televisivo dell’epoca, croce e delizia dei pomeriggi con le nonne, le telenovelas. Da pochi anni, sugli schermi delle TV, era arrivata la regina ammmericana di tutte le soap opera, Beautiful, con i suoi intrighi e i millemila matrimoni tra Brooke, Ridge, Eric e qualcun altro che ho rimosso dalla memoria.

Zio Paperone è in preda ad una crisi di nervi: il fatturato presenta qualche fantastiliardo in meno delle aspettative e, soprattutto nel settore dell’intrattenimento, non si hanno guadagni. PidiPì non perde tempo e decide, sull’onda lunga del successo di Bruttiful, di realizzare una propria soap che possa affezionare i telespettatori alla rete e portare nuovi introiti anche grazie alle pubblicità brandizzate. Parte così Il Papero del Mistero: il protagonista è ovviamente Paperone, Don Pedro Paperon de las Pesetas, ricco proprietario terriero (di chiara ispirazione sudamericana) che indice una sfida per scegliere l’erede più meritevole. Pablito Paperiño, Anita Paperina, Alonzo e Juan Gaston – ai quali si aggiungono tutti i nemici più classici – dovranno risolvere l’intricato enigma dei sette oggetti per ereditare i beni del vecchio.

Gli attori improvvisati, su scenografie rattoppate ed economiche, si rendono protagonisti di una commedia dell’arte dell’Italia cinquecentesca: un canovaccio di massima e libera improvvisazione. Il risultato è un concentrato di situazioni bizzarre, paradossali ma altrettanto vicine a quel tipo di prodotto che si sta riproducendo su carta.

Papernovela, allora, diventa la soap opera di Topolino: presenza costante sul settimanale per una manciata di pagine con tutto il parentame dello Zione ad interpretare una parte. Se la lunghezza delle puntate è esigua – quasi come riempimento per il singolo Libretto -, la Papernovela mostra alcune peculiarità che l’hanno resa fin da subito unica: come spiegato dalla stessa autrice nelle note di approfondimento della nostra edizione di riferimento, i Paperi protagonisti della storia non si ritrovano semplicemente catapultati all’interno di un qualche universo narrativo parodico ma sono interpreti consapevoli di una determinata parte. Per certi versi, una meta-fiction. Se siete amanti delle serie TV, una Boris con i Paperi.

Non manca, ovviamente e sempre rispondendo ai diktat iniziali, un’analisi sulla ricezione del pubblico: Il Papero del Mistero diventa un fenomeno di costume, per la trama paradossalmente appassionante e per la vicinanza degli interpreti agli spettatori che rende la visione esperienza condivisa di massa e senso di appartenenza. I telespettatori sono catturati dal mistero dei sette oggetti, cercano di risolverlo come se potessero ambire all’eredità di Don Pedro Paperon e, di riflesso, quella di Paperone. La Papernovela – cioè la storia su Topolino – e Il Papero del Mistero – cioè la soap nella storia su Topolino – diventano goliardica ossessione per i lettori, vittime di una piscosi di massa di cui ancora oggi, con parametri leggermente diversi, siamo vittime per le serie TV.

L’umorismo che impregna la storia di Silvia Ziche è fulminante: la lunghezza delle puntate favorisce la battuta, il paradosso, l’equivoco con soluzioni che richiedono altrettanta rapidità per dimostrarsi efficaci nella loro iperbole comica. La raccolta completa nella Humor Collection fa perdere il senso di irrequietezza dato dall’attesa di 7 giorni per scoprire cosa succede nel successivo episodio, eppure, rimanendo sempre attuale, riesce a ricreare quell’abitudine al binge-watching (ehm, -reading) stabilitosi ormai da qualche anno tra gli spettatori seriali.

Per chi non avesse mai avuto modo di leggerla prima, per chi – come il sottoscritto – ha avuto la possibilità di tappare i buchi tra un vecchio Topolino e l’altro ereditato (guardate il caso) da un zio, la Papernovela parla a tutti, di tutti. Ironico ed umoristico, intelligente ed analitico, il cult(o) de Il Papero del Mistero riesce a raggiungere un obiettivo: rimanere attuale, 26 anni dopo.

Frizzante, tagliente, ironica, spavalda, mordace: cosa (non) è stata Papernovela di Silvia Ziche?

Papernovela

Papernovela

Collana: Humour Collection
Autori: Silvia Ziche
Formato: 18x24; Cartonato; 200 pagine a colori
Prezzo: € 14,90
Editore: Panini Comics
Dove trovarlo: Edicola, fumetteria, libreria, store online
Voto:

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Pier

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Appassionato di scienza e supereroi, divoratore di comics, serie TV e pizza. Ex power ranger wannabe, matematico nella vita, Batman nello spirito. Mentre cerco qualche significato nascosto nelle mie letture, sono già proiettato verso la prossima recensione... Ed oltre!

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