Heels, la serie sul wrestling con Stephen Amell e Alexander Ludwig

Questa settimana puntata speciale di Wrestling Vintage: vi presentiamo la recensione di Heels, la serie TV disponibile su Starzplay con Stephen Amell e Alexander Ludwig, incentrata sul mondo della lotta libera. Ecco cosa ne pensiamo, ovviamente senza spoiler…

recensione heelsPuntata speciale della rubrica settimanale dedicata al wrestling d’altri tempi. Dopo aver finalmente visto, quasi tutta d’un fiato, la serie che ogni amante di questo sport-spettacolo non può non avere nella propria lista, abbiamo deciso (il solito comitato composto da io, me e me stesso) di fare la classica recensione da fan invasato.

Oggi, quindi, parliamo di Heels, la serie ideata da Michael Waldron, disponibile dallo scorso 15 agosto sulla piattaforma Starz, che in Italia è attivabile su Apple TV Channels, Rakuten TV, Prime Video Channels e Mediaset Infinity+ oppure fruibile direttamente tramite un’app per iOS e Android. La prima stagione si è conclusa il 10 ottobre e, dato il buon livello di successo riscosso, a novembre lo show è stato rinnovato per una seconda stagione.

La serie, prodotta e ambientata in Georgia, racconta la storia di due fratelli, entrambi lottatori di una piccola promotion indipendente di wrestling, la Duffy Wrestling League. Dopo la morte di Tom Spade (David James Elliott), vecchia gloria locale e proprietario della federazione, il figlio maggiore Jack, interpretato da Stephen Amell, apprezzato protagonista di Arrow, ha raccolto l’eredità del padre impegnandosi anima e corpo per tenerla disperatamente in vita. A causa della chiara predilezione e delle aspettative di Tom per il figlio più piccolo, Ace (quell’Alexander Ludwig già visto in Vikings nei panni di Björn), i due fratelli sono cresciuti provando un misto di affetto e risentimento reciproco. Due sentimenti il cui confine, generalmente netto, nei giovani Spade è invece labile. E il loro controverso rapporto si riflette anche sul ring. Jack è il campione della DWL, colui che detiene la cintura un tempo indossata dal padre, ma anche il grande burattinaio che decide e scrive sul suo portatile tutte le storyline che andranno in scena sul quadrato. Ace è l’astro nascente che muore dalla voglia di salire la scala del successo. Jack è un heel, cioè sul ring interpreta il “cattivo”, il personaggio che i fan del wrestling amano odiare. Ace, invece, è un face, il beniamino del pubblico.

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Anche i due caratteri sono molto diversi. A dispetto della sua identità nella DWL, Jack è fondamentalmente un bravo padre che si fa il mazzo per sostenere la famiglia, composta dalla moglie Staci (Alison Luff), una cantante molto dotata le cui ambizioni sono però frustrate da una vita da madre di provincia, e dal figlioletto Thomas (Roxton Garcia). Il proprietario della federazione si divide fra un lavoro da venditore di tagliaerba e l’attività da lottatore, è un tipo con la testa sulle spalle e non lesina energie per cercare di mantenere accese le luci dei riflettori della DWL. Il povero Jack si trova a respingere, da un lato, gli attacchi di Charlie Gully (Mike O’Malley), il proprietario della rivale Florida Wrestling Dystopia, una nuova arrembante promotion che si propone di conquistare anche il “territorio” degli Spade attirando il loro pubblico con show violenti e controversi. Dall’altro, deve arrabattarsi per gestire le richieste e le aspirazioni dei lottatori del suo roster. Fra questi c’è ovviamente anche Ace che si ritiene pronto per il grande passo, il titolo assoluto, e non perde occasione per rimarcarlo. Nel gioco dei contrari, l’Ace eroe della DWL è, in realtà, il classico esempio del perfetto idiota, irrispettoso della sensibilità altrui, egoista, vendicativo e concentrato solo su se stesso. È un po’ per questo, ma anche un po’ per il retaggio del padre, che Jack ne frena le ambizioni, sostenendo a più riprese che il fratello non è ancora pronto per diventare il volto della federazione.

Di fatto, l’elemento che si evince piuttosto chiaramente sin dai primi episodi è che nessuno dei personaggi può essere considerato un modello del tutto positivo o negativo. Ognuno di loro sembra volutamente tratteggiato in chiaroscuro. L’attaccamento di Jack per la DWL, per esempio, lo porta all’estremo di considerare Ace una sua proprietà. Quest’ultimo, invece, dà spesso il peggio di sé ma ha anche momenti di grande affetto per il fratello maggiore e la sua famiglia. E poi è chiaro che il suo comportamento, in parte, dipende anche dal modo in cui è stato cresciuto. Poi c’è Staci, trascurata dal marito incessantemente diviso fra lavoro e wrestling, che, per quanto sia comprensibile la sua frustrazione, tende a crogiolarsi un po’ troppo nell’autocommiserazione e, in ultima analisi, fa ben poco per cambiare lo status quo. Ed ancora, Crystal (Kelli Berglund) in perenne conflitto (anche interiore) fra la sua voglia di emergere come wrestler e la consapevole accettazione del ruolo di valletta di Ace, la donna oggetto purtroppo molto in voga nella cultura machista del wrestling degli anni Ottanta e Novanta, da cui molte promotion locali non si sono ancora del tutto evolute ai giorni nostri. Una storia che si ripete, con rapporti e ruoli che rimangono immutati perché accettati quasi come leggi naturali: Willie Day (Mary McCormack), socia di Jack, e Wild Bill Hancock (Chris Bauer che dava il volto allo spassosissimo poliziotto Andy Bellefleur in True Blood), per esempio, erano i Crystal e Ace della DWL di vent’anni prima. Mary McCormack è perfetta nell’interpretare la donna maschilista che si fa garante della condizione di intoccabilità dei lottatori: basti pensare alla severità con cui, più volte, ricorda a Crystal che alle vallette non è permesso entrare negli spogliatoi dei wrestler. Mentre il Wild Bill di Chris Bauer è un personaggio a metà fra il suo Andy di True Blood e un “Macho Man” Randy Savage o un Jake “The Snake” Roberts, per capirci. Anche nel suo caso, pregi (pochi ma, in ultima analisi, buoni) e difetti (parecchi) si alterneranno nello sviluppo della storia.

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Un grande pregio di Heels, per i fan di wrestling, è la sua perfetta rappresentazione della realtà delle piccole federazioni locali americane. Quelle che, a detta di molti, sono in continuità con la tradizione dei “territori” regionali e, come detto, nel bene e nel male, non si sono evolute nel modello di “intrattenimento di massa” rappresentato oggi dalle grandi corporazioni come la WWE. Chi lo ha fatto, o quantomeno ci prova, come fanno nella serie i rivali della Florida Wrestling Dystopia (per la quale, nei finti promo presenti in alcuni episodi, vengono usate le vecchie immagini della Total Nonstop Action, oggi conosciuta ai più come Impact Wrestling), viene visto come un corpo estraneo, una minaccia alla sacralità del business, come lo chiamano gli addetti ai lavori. E, pertanto, bisogna resistergli, proprio come cerca di fare Jack Spade nella finzione seriale.

Stephen Amell lo conosciamo soprattutto per aver dato vita al personaggio principale di quel fenomeno televisivo che oggi è noto come Arrowerse. La sua recitazione, forse, è sempre troppo simile a se stessa: sguardo corrucciato con l’occhio semiaperto, tono calmo, con parole pronunciate spesso a mezza bocca, che a volte sfocia in qualche urlo spazientito, messo subito a bada dal digrignare dei denti. Ma è perfetto per interpretare il wrestler. Sia perché, da fan di lunga data, riesce a calarsi egregiamente nella parte, sia perché al suo attivo ha ben tre match: uno di coppia sul grande palcoscenico di Summerslam della WWE e altri due in realtà indipendenti di tutto rispetto come la Ring of Honor e l’evento in pay-per-view All In organizzato da Cody Rhodes e gli Young Bucks.

Menzione speciale per altri due “fattori” vincenti di questa serie per noi invasati di questo sport-spettacolo. Fra i veri lottatori impiegati sul set c’è nientepopodimeno che Phillip Jack Brooks, che i fan conoscono semplicemente con lo pseudonimo di CM Punk. In Heels, il Best in the world è Ricky Rabies, un wrestler molto noto nel circuito locale che, come tanti nella vita reale, ha immolato il proprio fisico e gli affetti personali al carrozzone itinerante del business. E poi c’è l’ambientazione: la Georgia, che trasuda wrestling regionale, quello “originale” dei bei tempi. È qui che, infatti, operava la Georgia Championship Wrestling, la celebre antenata della WCW, che sarebbe poi stata la principale rivale della WWE negli anni Novanta.

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Insomma, con un abile mix di modernità e tradizione, di azione e dramma, in fin dei conti, Heels non fa altro che mettere in scena quell’epocale contrapposizione fra il “bene” e il “male” che appassiona da sempre, e sempre appassionerà, legioni di fan di wrestling.

Unica pecca: le traduzioni italiane dei titoli degli episodi. Cheap Heat (episodio 3), per esempio, che in gergo indica la reazione negativa del pubblico verso un wrestler, tradotto con “Calore a buon mercato”, oppure Cutting Promos (episodio 4), che si riferisce alla capacità dei lottatori di pubblicizzare i propri match al microfono, tradotto con “Taglio promo”, non si possono sentire! Ma, tutto sommato, possiamo chiudere un occhio.

Se non l’avete ancora vista, che aspettate a fare una bella maratona televisiva?

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Heels - Stagione 1

Heels - Stagione 1

Paese: USA
Anno: 2021
Stagioni: 1
Episodi: 8
Cast: Stephen Amell Alexander Ludwig Alison Luff Mary McCormack Kelli Berglund Allen Maldonado James Harrison Roxton Garcia Chris Bauer
Creata da: Michael Waldron
Dove vederla: Starzplay
Voto:

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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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