Godzilla Minus One – Un inno alla vita in salsa Kaiju

Arriva in Italia “Godzilla Minus One” di Takashi Yamazaki, 37esima pellicola che vede protagonista il noto lucertolone potenziato dalle radiazioni atomiche. Queste sono le nostre impressioni, ovviamente senza spoiler

copertina recensione godzilla minus one 2023

A sette anni di distanza dal precedente “Shin Godzilla” (ultima pellicola di Godzilla prodotta e ambientata nel Sol Levante) e a quasi settanta anni dal primo mitico film del 1954, torna più in forma che mai la calamità naturale dalle fattezze di un enorme lucertolone potenziato dalle radiazioni atomiche. “Godzilla Minus One” rappresenta il 37esimo film del franchise e oggi arriva in Italia con un mese di ritardo dall’uscita in Giappone. Nella terra del Sol Levante la pellicola ha incassato circa 3 miliardi e mezzo di yen nelle prime tre settimane di programmazione, superando lo stesso “Shin Godzilla” che nello stesso periodo aveva registrato 3 miliardi di yen. Nonostante 36 film (tra cui 29 film giapponesi, tre film animati e quattro versioni hollywoodiane) il mito di Godzilla è più vivo che mai. In Italia la pellicola arriva con una distribuzione limitatissima: lo troverete in sala per soli sei giorni (dall’1 al 6 dicembre) in pochissimi cinema selezionati che, per l’occasione, hanno previsto un unico spettacolo a serata. Inoltre il film non è doppiato, pertanto la proiezione è in lingua originale con sottotitoli in italiano. Una scelta che farà felici i puristi e gli appassionati del franchise, ma che potrebbe far storcere il naso al pubblico generalista. È evidente che Nexo Digital (il distributore del film), per motivazioni che fatichiamo a comprendere, creda pochissimo sul successo di “Godzilla Minus One” in Italia. Noi di MegaNerd.it lo abbiamo visto in una sala piena di appassionati che hanno vissuto con partecipazione e trasporto le due ore di proiezione. La storia di questo film presenta numerosi riferimenti alla prima, storica pellicola del 1954, rendendo questa produzione facilmente fruibile a chi non ha visto un singolo film di Godzilla in tutta la sua vita. “Godzilla Minus One” è film per tutti, distribuito come se lo fosse per pochi…

Siamo nel Giappone del 1945, il secondo conflitto mondiale si è appena concluso e il Paese si lecca le ferite di una rovinosa sconfitta. I traumi della guerra sono visibili nello sguardo della gente e di Kōichi Shikishima (interpretato dal bravissimo Ryunosuke Kamiki, attore e doppiatore molto popolare in Giappone), il protagonista del film. Shikishima è un kamikaze che ha paura. O meglio, che preferisce vivere. Il giovane fugge dalla sua missione suicida fingendo un’avaria nel suo caccia. Arrivato sull’isola di Odo deve fare i conti con il senso di colpa scaturito dalle sue scelte: la guerra è finita ma una guerra anche peggiore,  di quelle che ti lacerano dall’interno, è ancora in corso per il giovane Shikishima  A peggiorare la situazione scopriamo che l’isola di Odo, adibita a centro militare dedito alla riparazione degli aeroplani da guerra, è anche la terra natia di Godzilla e, come dice il detto, mai stuzzicare il cane (o in questo caso la lucertola) che dorme. Il primo incontro con il lucertolone è devastante. Shikishima, ancora traumatizzato dagli eventi bellici del conflitto, non riesce ad opporre la minima resistenza ma, nonostante questo, riesce miracolosamente a salvarsi. Tornato nella periferia di Tokyo ridotta ad una baraccopoli a causa dei bombardamenti, il giovane Shikishima inizia il suo percorso di rinascita grazie, soprattutto, all’incontro fortuito con Noriko Ōishi (interpretata da Minami Amabe) e da una bambina rimasta orfana. Entrambi daranno al giovane Shikishima un motivo in più per scegliere di vivere e continuare a lottare. L’attacco di Godzilla alla città di Tokyo sarà l’occasione per Shikishima di lavare la coscienza dall’onta della fuga adoperata durante il conflitto bellico e di porre fine alla sua guerra interiore.

 

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Dalla sua nascita nel 1954, Godzilla è sempre stato “metafora”. Un mostro marino preistorico alto più di 50 metri, scampato all’estinzione, che viene risvegliato e potenziato dalle radiazioni emesse da inopinati esperimenti nucleari. Gojira (come viene chiamato dai nativi dell’isola di Odo) viene concepito quando è ancora troppo vivo il ricordo dei bombardamenti nucleari su Nagasaki e Hiroshima. L’essere che riemerge dai fondali marini come da un utero materno mette in atto la giustizia divina verso l’arroganza degli uomini, attaccandoli e provocandone la distruzione. Un perfetta metafora del senso di colpa che riemerge dal profondo della nostra coscienza e che ci lacera. Come quello che turba e rende le notti insonni del protagonista di “Godzilla Minus One“. Durante le sue varie incarnazioni Godzilla ha sempre rappresentato il feticcio con il quale denunciare la follia omicida dell’uomo (in primis l’utilizzo dell’atomica), i disastri naturali e la dimenticanza del Giappone verso il suo passato imperialista.

Godzilla Minus One” sposta la sua critica sociale rinnegando la retorica del martirio che i kamikaze hanno mutuato dal mito dei Samurai, il cui codice d’onore era basato sul sacrificio, sulla cieca lealtà e obbedienza. Il film demolisce questo sentimento, proponendo un epilogo che rinnega la morte e celebra la vita. Il giovane Shikishima è un soldato il cui dovere prevedeva di essere morto. Alla morte sceglie la vita affrontando i sensi di colpa e lo sguardo accusatorio della gente che lo circonda. In “Godzilla Minus One“, la personificazione dell’odio verso l’umanità da parte di Godzilla matura in una presa di coscienza pacifista da parte degli uomini, che devono affrontare una calamità indirettamente provocata da loro stessi.  «Non essere stati in guerra è qualcosa di cui essere fieri», afferma uno dei protagonisti del film e questa frase rappresenta la sintesi perfetta del messaggio che la pellicola si sforza di trasmettere. Il film è anche una tagliente critica verso la classe dirigente, impossibilitata ad organizzare una qualsiasi forma di resistenza per evitare incidenti diplomatici e salvaguardare i biechi interessi personali. Nessun militare si palesa al cospetto del Mostro marino che riemerge dagli abissi dell’Oceano. Il movimento che decide di prendere in mano la situazione e affrontare il Mostro parte dal popolo e sarà il popolo stesso a trovare la soluzione pur mantenendo un sentimento che ripudia la guerra.

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Il regista Takashi Yamazaki (Lupin III – The First“, “Doraemon – Il Film“, “Space Battleship Yamato) costruisce un film solido con una regia senza troppi fronzoli. La pellicola ha un ritmo buonissimo ed è sorretta da una fotografia di grande impatto (la baraccopoli della periferia di Tokyo risulta molto suggestiva) e una colonna sonora portentosa che dona epicità a tutta l’opera. I riferimenti al cinema occidentale sono molteplici a partire dalla sequenza in cui Godzilla emerge dalle profondità dell’Oceano, che rifà il verso a “Lo Squalo” (1975) di Steven Spielberg. Sappiate che il nostro cuore “nolaniano” ha sobbalzato in alcune sequenze, specialmente sul finale, quando ci è sembrato di ritornare nei mari che bagnano la spiaggia di Dunkirk. Avrete capito che ci troviamo di fronte, probabilmente, al più occidentale tra i film di Godzilla prodotti da autori nipponici.

La scrittura è lineare e senza sbavature. Se proprio dobbiamo trovare un difetto, lo sviluppo della trama ci è risultato troppo prevedibile. La storia enfatizza in maniera perfetta l’angoscia che prova il protagonista, relegando a ruolo di comprimario la figura di Godzilla. Il personaggio di Kōichi Shikishima è un ragazzo debole, affetto da stress post-traumatico e che tende a fuggire da qualsiasi istinto che prova. Su queste basi intraprende un duro percorso di trasformazione che giunge a compimento nel confronto finale con Godzilla. L’interpretazione di Ryunosuke Kamiki è fortemente emotiva sebbene non è risultata particolarmente empatica per chi vi scrive, probabilmente per un bias personale per il quale trovo difficoltoso entrare in sintonia con un certo modo (tutto nipponico) di mostrare le proprie angosce interiori.

Al netto dei pochissimi difetti di cui sopra, “Godzilla Minus One” è un film scritto con il cuore che riesce a rivestire di nuovi significati un franchise che dura da quasi settanta anni. Ci siamo uniti con convinzione all’applauso finale che il pubblico in sala ha tributato al termine della proiezione.

Chi vi scrive non si considera un fanatico dei film di Godzilla. Il mio giudizio è da semplice appassionato di cinema. E da semplice appassionato posso dirvi senza timore di smentita che “Godzilla Minus One” è un gran bel film. Correte al cinema per vederlo. Il film sarà in sala per un periodo troppo limitato di tempo. E se proprio non riuscite a trovare il tempo nei prossimi giorni, fate in modo di recuperarlo in formato digitale. Ne vale veramente la pena.

Godzilla Minus One

Godzilla Minus One

Paese: Giappone
Anno: 2023
Regia e sceneggiatura: Takashi Yamazaki
Casa di produzione: Toho, Robot Communications
Distribuzione italiana: Nexo Digital
Interpreti e personaggi:
Ryunosuke Kamiki: Koichi Shikishima
Minami Hamabe: Noriko Oishi
Yūki Yamada: Shiro Mizushima
Hidetaka Yoshioka: Kenji Noda
Sakura Ando: Sumiko Ota
Kuranosuke Sasaki: Yoji Akitsu
Uscita nelle sale: 1 dicembre 2023
Voto:

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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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