PK – Il nostro orizzonte degli eventi

PK è ormai una colonna del fumetto italiano e questa saga – raccolta in un bellissimo volume deluxe – non fa che accrescerne il mito

Quanti di voi, piccoli e grandi nerd, hanno quell’amico, fissato con i manga o con i comics americani, che denigra il mercato fumettistico italiano etichettandolo come povero di idee e di storie ben orchestrate? Ultimamente sono poche le opere veramente innovative, è vero, ma non dobbiamo dimenticare veri e propri colossi che hanno segnato la nostra storia ed esportato la cultura italica all’estero, come Ratman, Diabolik, Dylan Dog e, appunto, PK.

PK nasce nel 1996, quando l’allora direttore di Topolino, Paolo Cavaglione, e il responsabile dell’area artistica Ezio Sisto decidono che i tempi sono adatti per creare una testata più matura e staccata dal settimanale Disney. PK si differenzia, infatti, dalle classiche avventure narrate sul “Topo” e dal personaggio di Paperinik (nonostante siano la stessa persona) per l’approccio con il lettore. Il personaggio che Elisa Penna aveva pensato nel 1969 viene cancellato, riscritto e collocato in un mondo nuovo: cambiano quindi disegni, concept, messaggio, colori, scrittura. L’esempio classico è l’amata Paperopoli, tranquilla cittadina ricca di pace e armonia, ora diventata più cupa, con uno stile degli edifici più futuristico, gargoyles, palazzi antichi. Ci hanno poi pensato gli sceneggiatori ad esaltare questi tratti, grazie ad un formato delle vignette che si rifaceva molto al comic book americano. Le tavole diventano quindi parte integrante dell’azione, le vignette sono sfondi a tutta pagina, nelle quali vengono poi illustrati singoli quadrati che servono ad evidenziare determinati particolari. Gioca la sua parte anche l’aspetto tecnologico: Paperino incontrerà infatti Uno, intelligenza artificiale che porterà le sue armi ad un altro livello di potenza; ampliando poi lo sguardo, i riferimenti ultra-tecnologici presenti sono davvero tanti e ben gestiti. Se tutto questo ancora non vi è bastato, probabilmente l’aspetto sentimentale farà per voi. Per accentuare ancora di più la differenza con la vecchia vita editoriale, gli autori decidono di tagliare i ponti con ciò che riguarda la quotidianità del nostro papero preferito: Paperina non c’è, le gag con Paperoga nemmeno, i nipotini sono sempre in perenne gita. Ma non vogliamo rubarvi altro tempo e, dopo questo breve ma necessario riassunto, passiamo a parlarvi de “L’orizzonte degli eventi”, abbreviato dal fandom in “LODE”, sesta narrazione del ciclo PKNE (Paperinik New Era). Vi avvisiamo che potreste trovare alcuni piccoli spoiler, dunque procedete con cautela.

L’orizzonte degli eventi

PK – L’Orizzonte degli Eventi è stata pubblicata sulle pagine di Topolino dal 7 marzo al 4 aprile 2018, sugli albi numero 3250, 3251, 3252, 3253 e 3254. Successivamente è stata raccolta in un volume di grande formato

In pillole, la trama vede PK, Uno, Everett (padrone della Ducklair Tower, luogo in cui Uno e il nostro supereroe si sono conosciuti e loro base operativa) e il Razziatore (un ladro temporale che si sposta da un’epoca all’altra grazie all’utilizzo di uno strumento chiamato cronovela) partire verso Corona, per fermare i piani di conquista delle figlie di Everett, Korinna e Juniper, che mirano ad ottenere ciò che si nasconde dietro l’orizzonte degli eventi (il confine che circonda un buco nero), e per distruggere l’astronave Ultima, che le due vogliono usare per impadronirsi del multiverso. Durante il viaggio, Ducklair spiega del suo passato travagliato, di quando è stato catturato e condannato nel suo pianeta e la moglie, Serifa, si è appropriata dei suoi studi sulla materia oscura, conducendo esperimenti che, un giorno, l’hanno fatta sparire nel nulla insieme al suo laboratorio. Le figlie, che odiano il padre per averle, secondo loro, private di un futuro brillante e ritenendolo responsabile della tragedia, da allora, hanno proseguito la volontà della madre diventando l’una, Juniper, regina e l’altra, Korinna, primo consigliere scientifico. In mezzo a tanti colpi di scena, alcuni prevedibili, altri meno, si scopre che è Moldrock, tenuto prigioniero, (che ricorderete per la precedente storia nella quale fu partecipe, “Il Marchio di Moldrock”) il fulcro per far funzionare Ultima, per via del suo potere che gli permette di controllare il Raggio Nero. Quest’ultimo sarà poi liberato dai nostri, ma, com’è tipico del suo carattere, cercherà d’impadronirsi del potere, professandosi il Padre che Corona merita, che aveva perduto, ma che ora ha ritrovato. Verrà poi sconfitto da PK, ma, nel marasma finale, Ultima verrà messa in moto da una Korinna ormai corrotta dalla sete di rivalsa e, mentre gli altri, compresa la sorella Juniper, si salvano, lei verrà risucchiata dal varco del multiverso e ritrovata dagli evroniani di quella dimensione.

Che dire quindi di LODE? È, probabilmente, il miglior arco narrativo di PKNE ed è la storia della vita di tanti di noi. È la storia del fallimento di Everett come padre, che non è riuscito a salvare e proteggere le figlie; anche lui, che è forse una delle più grandi menti di tutti i tempi, non è esente da errori, da scelte di vita sbagliate. È la storia che mostra come la brama di potere, quello assoluto e senza confini, logori le persone dentro, le faccia diventare pronte a qualsiasi cosa, anche a sacrificare loro stesse. Sapere quando fermarsi è importante, come dice lo stesso Ducklair, ma non sempre succede…nel fumetto e nel mondo reale.

Francesco Artibani si conferma sceneggiatore di altissimo livello. Riesce a tenere magistralmente le redini di un intreccio ricco di personaggi senza far sembrare il tutto un grosso miscuglio di personaggi e situazioni: torna Lyla, tornano gli evroniani, rivediamo il Razziatore e Moldrock. Anche gli spiegoni risultano per nulla invasivi e ben strutturati, in modo che anche i neofiti possano leggere il racconto conoscendo le basi. L’umorismo è presente ed è ben gestito, in alcuni casi la risata scatta ancor prima che finisca la frase, questo perché i dialoghi in generale sono di alta fascia.

Un applauso di cuore a Lorenzo Pastrovicchio. I suoi disegni sono veramente stellari e toccano vette esagerate. Soprattutto le splash page mozzano il fiato e rendono l’imponenza di ciò che viene descritto (quella riguardante l’astronave Ultima è forse la più bella). La regia si allarga e si restringe a seconda dei bisogni, sottolinea i momenti di pathos magistralmente e anche i personaggi stessi sembrano prendere vita sul foglio. Questo viene accentuato ancora di più dagli splendidi colori di Max Monteduro, che ha fatto, anche lui, un gran lavoro sulle scelte cromatiche. Insomma, se durante quest’estate avete del tempo libero o non sapete cosa leggere, rimboccatevi le maniche e recuperate questo must del fumetto italiano. PK si conferma essere non l’eroe che meritiamo, ma quello di cui abbiamo bisogno.

 

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