L’uomo giusto al momento giusto: Speciale Yu Suzuki

In questo nuovo episodio di Passione Arcade scopriamo uno dei grandi Maestri dell’arte videoludica: a lui dobbiamo capolavori che ci sono entrati nel cuore come Out Run e Space Harrier, signore e signori questa settimana i riflettori sono tutti per Yu Suzuki!

copertina passione arcade yu suzuki def

Capita a volte che si facciano certe scelte nella vita senza immaginare dove queste ci condurranno.

Probabilmente su questo avrebbe qualcosa da dire il buon Yu Suzuki che all’età di 25 anni entra a lavorare per una azienda che ben presto si sarebbe accorta di lui, facendolo diventare uno dei suoi game designer di punta.
Il nome della azienda? SEGA

In questo articolo non vi racconterò la genesi di questo incredibile personaggio legato alla storia dei videogiochi, dopo tutto se la linea temporale da cui vi sto scrivendo non subirà variazioni, l’uscita di questo articolo dovrebbe coincidere con la settimana dedicata all’evento nerd italiano più atteso di tutti ovvero il Lucca Comics & Games 2023, ed essendo Yu Suzuki ospite della kermesse toscana si sprecheranno articoli dedicati alla sua storia, ma io sono Mike e questa rubrica si chiama Passione Arcade e quindi potevo astenermi dal parlarvi di uno dei titoli più importanti creato da questo incredibile game designer? Certo che no!

Quindi ecco a voi la storia di un gioco e la sua scommessa… SPACE HARRIER 1985

Space-Harrier upright

Probabilmente chi di voi ha frequentato le sala giochi o ha giocato a qualche titolo di Suzuki, avrebbe immaginato un articolo su un altro videogioco, che so OUT RUN per citarne uno.
Ma la storia di Space Harrier nasconde un sacco di curiosità interessanti che sono sicuro sazieranno la vostra sete di sapere.

Iniziamo con il dire che in questo gioco interpreterete un ragazzo biondo dotato di un jet pack e un super cannone che dovrà sconfiggere orde di nemici lungo ben 18 livelli.
Tutto il gioco, uno sparatutto in terza persona o se vogliamo su rotaia, è ambientato nella Fantasy Zone, un luogo popolato da creature di ogni genere, da draghi volanti ai mammuth con un occhio solo e può vantare una palette di colori e una fluidità di tutto rispetto.

Ora che vi ho riassunto a grandi linee il gioco partiamo con il dire che in origine questo titolo non doveva essere Space ma solo Harrier.
Per i meno avvezzi Harrier è il nome del velivolo F114, ovvero l’aereo a decollo verticale, infatti tutto il gioco doveva essere ambientato sulla terra e doveva vedere coinvolti mezzi militari come carro armati, aerei ed elicotteri… DOVEVA, ma quando venne affidato Suzuki  l’enorme faldone con tutte le informazioni sul concept, gli fu subito chiaro che nonostante la potenza di calcolo dell’hardware a disposizione non sarebbe stato possibile ricreare quella ambientazione con un sufficiente livello di dettagli e quindi misero da parte quel progetto conservandone però l’idea di base.
Quindi uno sparatutto… ma dove ambientarlo? Chi o cosa sarebbe stato il protagonista? E i nemici?

Beh il team di sviluppo di Yu Suzuki era composto da ragazzi giovanissimi, molti poco più che ventenni, e tutti con passioni nerd che spaziavano dal cinema, alla musica, al mecha-design, lo stesso Suzuki amava i film tipo La storia infinita ed è per questo che in Space Harrier è presente una versione del Fortuna Drago protagonista delle sezioni Bonus del gioco.
In oltre ambientando il gioco in un luogo fantastico con creature fantastiche, avrebbero avuto meno vincoli sul design e le animazioni: lo stesso protagonista del gioco è stato pensato proprio perché più facile da animare.

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Insomma le passioni di ognuno dei membri del team hanno contribuito alla creazione di diversi elementi nel gioco, come ad esempio i robottoni presi in prestito dall’universo di Gundam o le musiche che hanno preso proprio ispirazione da quelle di Never Ending Story.
In oltre Yu Suzuki insegnò al team che non sempre gli errori creano rallentamenti, ma bensì opportunità come ad esempio una problematica legata ad una collisione a schermo che per errore generava un suono non voluto ma che in fase finale venne usato all’interno del gioco.
E che dire dei colori? Tutto frutto di un errore! Già una palette usata da Suzuki, attivabile tramite un pulsante, che doveva servire per far capire ai colletti bianchi di Sega che il progetto aveva ancora bisogno di aggiustamenti. Ma a conti fatti alcuni dei colori usati risultarono più gradevoli di quelli pensati per la versione finale e quindi vennero sostituiti.

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Insomma siamo partiti da un gioco di guerra e siamo finiti a parlare di draghi volanti, incredibile!
C’è ancora una cosa di cui voglio parlarvi prima di concludere… il cabinato arcade di Space Harrier, ed è qui che entra in gioco la scommessa di cui parlo all’inizio,
Suzuki era un visionario e il successo dei titoli che aveva realizzato sino a quel momento gli aveva dato un certo margine di operatività all’interno di Sega, ma con il cabinato di Space Harrier la fece un po’ fuori dal vaso (concedetemi la licenza). Un cabinato semovente con un sistema idraulico che gli permetteva di muoversi come il protagonista all’interno del gioco, roba all’avanguardia ma soprattutto costosissima.
Talmente costosa che Sega si oppose al far procedere i lavori, ed è qui che entrò in gioco la scommessa, infatti Suzuki dichiarò di essere disposto a rinunciare al suo compenso nel caso il videogioco si fosse dimostrato un flop… beh qualcosa mi dice che Suzuki quella scommessa la vinse, anzi fece cappotto.

Insomma ragazzi questa è la storia di Space Harrier e di come è diventato il successo che noi conosciamo, prima però di salutarvi vi invito a far visita a Villa Bottini in quel di Lucca durante Lucca Comics & Games perché io e lo staff di Arcadestory vi daremo la possibilità  di poter provare ben 7 tra i titoli arcade più importanti creati da questo incredibile game designer e magari perché no, fare quattro chiacchiere.

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Eccoci con il grande Yu Suzuki a Lucca Comics & Games 2023

A chi invece non potrà passare do appuntamento alla prossima settimana con un nuovo articolo di Passione Arcade.
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Arcade Mike

Instagram Meganerd
Io? sono Mike! cresciuto a pane e videogiochi non perdo occasione per infilare qualche monetina in un vecchio cabinato arcade facendomi rapire dalla storia che queste macchine sono ancora in grado di raccontare.

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