L’uomo che cammina, di Jiro Taniguchi – Recensione

L’uomo che cammina (歩く人 Aruku hito) è un manga scritto e disegnato da Jirō Taniguchi nel 1990. Si tratta di una raccolta di 17 piccole storie che raccontano gli avvenimenti quotidiani di un signore che vive in una cittadina dell’entroterra giapponese. Questa è la nostra recensione.

In qualunque posto siate in questo momento, seduti davanti ad un computer, su un treno, in macchina nel traffico, davanti ad un caffè per una pausa di 5 minuti, prima di cominciare a leggere queste righe, fermatevi lì. Guardatevi intorno, scrutate ogni dettaglio, ogni piccola cosa che vi circonda, i particolari di chi avete accanto, come siete vestiti, i suoni che distinguete. Anche se è lo stesso scenario che vi accompagna ogni santo giorno, fermatevi almeno due minuti ad osservare tutto in silenzio. La vita quotidiana, la ripetizione giornaliera, settimanale ed annuale degli stessi tragitti, il passaggio per gli stessi luoghi, frequentare e vedere sempre le stesse persone, mangiare gli stessi cibi, guardarsi allo specchio e trovarsi identici al giorno prima: la routine della vita piano piano ci toglie l’anima. Non corrompe solo la nostra di anima, ma mette in ombra quella di tutto ciò che ci circonda, le piccole cose che diamo per scontate o che pensiamo che ci facciano perdere tempo racchiudono invece qualcosa di magico e misterioso.

Pensate all’ultima volta che avete cambiato percorso solo perché vedendo qualcosa che vi ha incuriosito avete seguito il desiderio di saperne di più, oppure vi siete fermati a guardare il volo di uccello, il movimento di una nuvola, una farfalla che passa di fiore in fiore, senza fretta e senza la pressione del “dover fare” quella cosa. Ve lo ricordate quel momento? Io sinceramente no, e mi dispiace accorgermi di tutto ciò, specialmente dopo aver letto L’uomo che cammina di Jiro Taniguchi. Come tutte le opere del maestro non può che essere considerato un vero e proprio romanzo a fumetti, è un opera che ci lascia incantati dal fascino della semplicità. Un uomo che semplicemente cammina per le strade e i vicoli di Tokyo, per le campagne vicine, e in ogni stagione si adatta al clima e alla natura che lo circonda. Non si sa nemmeno chi sia quest’uomo, lui passeggia, aspetta ed osserva.

Respira e vive il “qui e ora”. Seguendolo si dilata ogni istante di tempo, un singolo minuto passato ad osservare la neve che cade, un cane che scodinzola, un albero su cui arrampicarsi o una conchiglia portata dal mare, diventa un lasso di tempo incalcolabile.

L’uomo che cammina sfida ogni giorno la vita, la combatte sottraendole ogni istante che regala piccole emozioni, sensazioni delicate ma vere! In ogni suo respiro e battito incontra persone, animali e luoghi dandogli apparentemente un importanza fuori dal comune, ma nello stesso tempo sono istanti leggeri e toccanti che ci arrivano all’anima. Tutte quelle piccole cose che intrecciandosi tessono la quotidianità, che potrebbero esserci o non esserci, tanto la vita scorrerebbe lo stesso.

Sensazioni come il vento sulla pelle, la curiosità guardando un oggetto smarrito, bagnarsi sotto la pioggia, addormentarsi alle prime luci del mattino, buttarsi sotto una fontanella e farlo senza riservatezza, questo ci rende vivi. Lui ci fa capire che possiamo immergerci quando vogliamo nel mondo che crediamo di aver perduto, quel mondo che è nostro e basta, che vive dentro noi ma ce lo dimentichiamo sempre. Ognuno dovrebbe camminare accanto all’uomo che cammina, fermarsi, aspettare, respirare, guardare e ascoltare.

Chi l’ha percepito e disegnato ce lo presenta così:

«L’uomo che cammina è un uomo spensierato. Gli piace camminare con tranquillità. Non si preoccupa del tempo che passa. Possiede un corpo e uno spirito lievi. Perciò riesce a notare diverse cose. Persino in un paesaggio quotidiano che nulla ha di particolare trova motivo d’interesse e ne gode. Ogni tanto si ferma, si incanta, accarezza gli alberi, ci si arrampica, raccoglie dei ciottoli…

Già, l’uomo che cammina è proprio un tipo strano. Eppure sicuramente quest’uomo ci riporterà alla mente dolci ricordi persi in qualche luogo lontano. Allora, arrestiamo un attimo le nostre corse affannose, e proviamo a camminare anche solo un poco. Però lentamente.»

Ricordiamo che Jiro Taniguchi è tra gli autori più significativi del panorama fumettistico giapponese, nasce nel 1947 nella prefettura di Tottori, vincitore di prestigiosi premi come il Big Comic, come miglior artista emergente per Voci lontane, lo Shogakukan Manga Award e il Japan Cartoonist Award e nel 1998 il premio Osamu Tezuka. Tra le sue opere ricordiamo Ai tempi di Bocchan (testo di Natsuo Sekikawa, tratto da un romanzo di Natsume Soseki), Gourmet, Allevare un cane, Tokyo killers e Il cane degli dei.

Edito dalla Panini Comics, attraverso l’etichetta editoriale Planet Manga, il romanzo è composto da 17 piccole storie raccolte in un unico volume brossurato, al prezzo di 11,90 euro.

Abbiamo parlato di:

Saki

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Cuore giapponese in un corpo italiano, leggo manga dalla più tenera età e sogno ancora di cavalcare Falcor! Curiosa fino allo sfinimento, sono pronta a parlarvi delle mie scoperte!

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