Leo Ortolani: «Grazie alla serie TV di Daredevil è nata Occhi di Ratto»

A Lucca Comics abbiamo avuto il piacere di parlare con Leo Ortolani, dei suoi ultimi lavori: da Occhi di Ratto, all'edizione Gazzetta di Rat-Man, sino a Tapum. Ecco ai nostri microfoni il grande Leo!

Doc. G
copertina intervista leo ortolani

Tra gli ospiti di Lucca Comics & Games, Leo Ortolani è una presenza fissa e immancabile. Ogni anno l’autore toscano porta diverse proposte editoriali, sempre interessanti (e divertenti ovviamente) alla manifestazione lucchese. E anche questa volta, Leo non ha mancato l’appuntamento con la ‘solita’ dose di Rat-Man (in versione Occhi di Ratto) e la raccolta della sua ultima miniserie Gli Infallibili, per quanto riguarda Panini Comics. Ma quelli dell’editore modenese non sono stati gli unici volumi: per Feltrinelli, Leo ha portato l’inedito TAPUM, un libro intenso che racconta un episodio reale e cruento della Prima Guerra Mondiale.

Di carne al fuoco ce n’era tanta anche quest’anno e noi di MegaNerd, non potevamo farci scappare l’occasione di fare quattro chiacchere con Leo sulle sue ultime fatiche. E quello che segue è il resoconto della nostra intervista, realizzata grazie anche allo staff Panini Comics, che ci ha permesso di farla presso il suo stand di Lucca. Buona lettura!


Intervista a Leo Ortolani: da Occhi di Ratto a TAPUM

Siamo in compagnia di Leo Ortolani. Grazie mille, Leo, di essere qua con noi ancora una volta su MegaNerd. Insomma, il nostro è diventato un appuntamento fisso, visto che ogni anno a Lucca presenti diversi prodotti, che siano nuove edizioni dei tuoi vecchi lavori o nuovi progetti. Io volevo cominciare però dalla recente edizione di Rat-Man della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera, che ripresenta il tuo lavoro più importante, in una nuova veste: so che ci sono delle copertine inedite curate da te in ogni numero. È l’unica novità o in questa riproposta ci sono speciali o inserti particolari?

Leo Ortolani: Allora, per quanto riguarda questa nuova collana, abbiamo realizzato delle illustrazioni apposite perché ci sembrava carino offrire un contenitore nuovo, che riflettesse anche la cura con cui questa collana viene fatta. Rimettere delle copertine già fatte… sì, poteva essere una scorciatoia e abbiamo anche fatto delle prove, ma era meglio creare illustrazioni nuove. Infatti per ogni numero facciamo un’illustrazione inedita che richiama una delle storie che trovate all’interno.

Come contenuti inediti c’è un’intervista che prosegue per tutta la collana, in cui Luca Baino, se non ricordo male, mi fa tre domande per ogni numero, ovviamente riferite alle storie presenti. Inoltre, possono esserci anche elementi tratti, ad esempio, dalla collana precedente del Rat-Man Gigante, dove c’erano dietro le quinte interessanti. Nel caso, inseriscono anche quelli.

rat-man il mito
Rat-Man Il Mito, la nuova collana di ristampe pubblicata in allegato a Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport

Tra l’altro questo è un formato un po’ più piccolo del Rat-Man Gigante, ma anche un po’ più grande del Rat-Man Collection. È corretto?

Leo Ortolani: Ma guarda, è leggermente più piccolo del Collection. Potremmo dire quasi un tascabile. Sì, una versione grande del Gruppo TNT [il gruppo di agenti segreti di Alan Ford, ideato da Max Bunker n.d.r.]

Parlando di ristampe, per Panini esce il volume di Gli Infallibili, serie che ti ha visto impegnato l’anno scorso con diverse uscite in spillato e che ora permetterà ai lettori di leggere tutta la storia in un’unica edizione. È un libro a cui tieni molto, ci è parso di capire. Credi che questa edizione possa dare un’esperienza di lettura più completa anche a chi ha già letto la storia a puntate?

Leo Ortolani: Guarda, diciamo che è un modo, anche a livello editoriale, di recuperarla per chi avesse mancato dei numeri. Non sempre un lettore si rende conto che qualcosa esce in edicola, magari arriva che siamo già al numero 4 e non riesce più a recuperare i primi. Quindi questo è un compendio, un aiuto per chi avesse perso la miniserie.

Per chi invece ha già gli spillati, non ci sono contenuti nuovi tranne la copertina inedita che corona un po’ tutta l’operazione. È una cosa che facciamo sempre con iniziative di questo tipo: chi vuole godersela “in diretta” compra i numeri mensili; chi aspetta o chi l’ha persa, sa che un anno o due anni dopo recuperiamo tutto in un unico volume.

Cover del volume Panini Comics Gli Infallibili, di Leo Ortolani

È un genere, quello de Gli Infallibili, a cui tu sei molto affezionato anche a livello personale mi è parso di capire..

Leo Ortolani: Certo, perché la serie a cui mi sono ispirato è Agente Speciale (The Avengers). I veri Avengers, se vogliamo. Infatti ci fu una querelle legale quando uscì il film Marvel, che infatti si intitola Marvel’s Avengers, perché non potevano usare il nome The Avengers. Gli Avengers erano John Steed e Emma Peel, la coppia più famosa. C’erano poi anche altri due agenti che avevano affiancato Patrick MacNee durante la serie. Erano episodi abbastanza assurdi, un po’ fantascientifici, un po’ misteriosi, affascinanti anche per quel briciolo di ironia, british humor e leggerezza. Molto carini, si guardavano con piacere.

Un esperimento che ti è piaciuto. Magari farai altri progetti, altri volumi con gli stessi personaggi o sullo stesso genere spy?

Leo Ortolani: Allora, diciamo che il genere della “coppia” funziona perché hai il protagonista principale e la spalla, che può essere comica, che nel fumetto umoristico aiuta a reggere la battuta.

Usare più di un personaggio in una miniserie è qualcosa che sicuramente tornerà anche nella prossima. A me piace lavorare con queste miniserie: sono un modo agile per fare fumetti, mi permettono di essere in edicola ogni mese pur con storie relativamente brevi, tra le 24 e le 32 pagine. E in più mi permettono di affrontare, in tempi rapidi, argomenti nuovi.

L’Anello dei Ratti #1 Variant Exclusive COMICON 2025

È terminato adesso L’Anello dei Ratti, che era una parodia de Lo Hobbit, l’anno prima de Gli Infallibili. Il titolo deriva da Gli Infallibili 3 che era stato il sequel di Agente Speciale, dove alla fine erano in tre: John Steed (Steve), Mike Gambit e Purdey. Patrick McNee aveva poco più di 50 anni, età per cui oggi non si è ritenuti ‘vecchi’, ma allora era diverso, e allora gli affiancano un giovane per le parti d’azione, più una presenza femminile per fascino e glamour, ma sempre con super skills come combattimento, guida, ecc…

Miniserie ce ne saranno sempre e continueranno a uscire. Siamo partiti con Matana, lo spaghetti western, abbiamo fatto anche anche il noir con Nightmen, una sorta di thriller, però ovviamente molto divertente. E ci saranno comunque altre cose, spero.

Stai spaziando tra vari generi, quelli che forse ti hanno accompagnato di più nella tua vita.

Leo Ortolani: Ma sì, ma anche quelli che recepisco sul momento. Ora non posso spoilerare la nuova miniserie, devo ancora presentarla ai ragazzi di Panini, ma ci sono cose che negli ultimi anni mi piacciono e diventano miniserie.

A volte mi richiedono: “Perché non fai una parodia di Stranger Things?”. Ma, ad esempio, io ho visto solo i primi due episodi della prima stagione e ho smesso, perché per me erano cose già viste: richiamava molto gli anni ’80.

Passando alle novità, è arrivato Occhi di Ratto, un vero e proprio What if…? in chiave Marvel: questa volta Rat-Man non prende spunto da Batman, ma da Daredevil. Tu che sei un grande appassionato dell’universo Marvel, e in particolare dei Fantastici Quattro, ti confronti ora con un’altra figura iconica della Casa delle Idee. Che cosa possiamo aspettarci da Occhi di Ratto?

Leo Ortolani: Come dicevo prima, nasce da passioni recenti. Era uscita la serie TV su Daredevil, prima su Netflix e poi su Disney+. È una serie molto bella: la Disney ha fatto tante serie sui supereroi ma non tutte hanno centrato l’obiettivo; Daredevil: Born Again, invece, resta molto bella, intensa, una splendida rilettura del personaggio e dei comprimari.

Questo mi ha smosso: perché non fare una storia in cui Rat-Man, invece di ispirarsi a Batman, diventa un avvocato cieco che si muove… ovviamente alla Rat-Man? È un one-shot, non ci sarà un seguito, anche se ha tutte le carte per averlo: i personaggi ci sono, c’è il cattivo, ci sono i comprimari…

Occhi-di-Ratto-Panini-Comics-Italiano leo ortolani

Un Occhi di Ratto: Born Again potrebbe esserci.

Leo Ortolani: Esatto, potrebbe esserci un altro albo o una miniserie. Intanto lo abbiamo messo lì, poi vediamo.

Io ho apprezzato molto che tu, anche nella copertina, richiami il costume originale di Daredevil, quello giallo.

Leo Ortolani: Esatto, esatto.

Come detto, tu sei molto legato alla Marvel classica. È stato un omaggio consapevole a quella Marvel o ti è venuto istintivo?

Leo Ortolani: Ovviamente, essendo Rat-Man col costume giallo, era un richiamo naturale. Anche se esiste una variant della copertina col costume rosso, abbiamo semplicemente cambiato il colore di base, perché il costume giallo di Daredevil durò pochissimo nella sua serie personale, due o tre numeri, poi cambiarono subito nel rosso.

I personaggi invece sono quelli più recenti: c’è Elektra, c’è Bullseye. Kingpin fa da tramite tra passato e presente. Anche Kingpin, comunque, arriva un po’ dopo rispetto ai nemici più classici, che erano quasi da “circo equestre”: il Gladiatore, il Gufo… un po’ naïf.

Pittoreschi.

Leo Ortolani: Esatto.

tapum leo ortolani

Vorrei parlare anche del tuo ultimo libro edito da Feltrinelli, a cominciare dal titolo, perché so che ha una storia particolare. Come nasce il titolo di TAPUM?

Leo Ortolani: Molti dovrebbero saperlo, ma Tapum è il titolo di un canto alpino che parla proprio della Battaglia dell’Ortigara. È un’onomatopea: quando gli austriaci sparavano, arrivava prima la pallottola e poi il suono, “TA” era l’impatto e “PUM” lo sparo. Da lì “Tapum”.

Il libro parla della Battaglia dell’Ortigara, una delle pagine più cruente della Prima Guerra Mondiale, che si  svolse tra il 10 e il 29 giugno del 1917. Cadorna mandò al macello centinaia di migliaia di soldati per spingere gli austriaci dalla linea montana dell’Ortigara fino alla Valdassa, sopra Asiago. Ma loro erano trincerati da un anno, in modo quasi impossibile da espugnare. Si decise di cacciarli, perché erano una minaccia verso la pianura  veneta, sostanzialmente.

Fu un’operazione che, in realtà venne messa in atto e tardò parecchio. Il 1916-1917 fu un inverno terribile, e a giugno c’era ancora neve. Un freddo assurdo e rigido.

Ho deciso di raccontare questa storia perché tante cose nella mia vita mi avevano portato lì: da bambino cantavamo Tapum in casa; ho sempre adorato i cori alpini; il mio padrino è un alpino e mi ha chiesto per anni di disegnare i volantini della loro festa; poi è arrivato il libro di Andrea Pennacchi, La guerra dei Bepi, dove il primo racconto parla proprio dell’Ortigara, e mi piacque davvero tanto.

Andrea mi chiese se era possibile adattare il suo libro a fumetti e gli risposi “Sì ed anzi mi piacerebbe fare quello sulla vicenda dell’Ortigara”. Poi è rimasto lì due anni e quando l’ho preso in mano ho realizzato che era cortissimo. Ma è stato il primo tassello.

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Così ho iniziato a leggere tanto: libri sulla trincea, sull’Isonzo, su Gorizia…tutte quelle zone che hanno visto purtroppo questa guerra ‘ottocentesca’, dove si investivano in mezzi e soldati come se fossero oggetti. Poi la guerra è cambiata e forse è peggiorata, perché all’epoca la guerra rimaneva al confine e si trattava di tenere o fuori il nemico o attaccare per conquistare. L’Ortigara è ricordata come il ‘calvario degli alpini’, perché composta da piu’ che altro battaglioni alpini.

La montagna era durissima, ma si trattava di ragazzi (i nostri) dalla grande resistenza che stupiva anche gli austriaci che chiamavano gli alpini i Diavoli verdi.

Ho preso tutte queste informazioni da chi ha vissuto la guerra e l’ho tradotta in un battaglione che non esiste per rispetto a chi ha combattuto e lì ho calato i miei personaggi e le loro vicende che si  ispirano a quelle che ho letto e sentito e di cui ho trovato traccia. E’ stata una full immersion.

Ne esce una storia che — sarebbe banale dire “la guerra è brutta” — ma su come una persona si pone davanti all’inevitabile: obbedire a ordini che sai ti porteranno probabilmente a morire, mentre la tua vita, i tuoi desideri, il futuro che vorresti, sono altrove.

C’erano giovani che andavano volontari, convinti dalla propaganda e marketing dell’epoca vincente. Ma quando hanno visto mutilati e morti, l’entusiasmo è finito. Chi tornava doveva stare zitto, o era disfattismo. Come pecore al macello, senza sapere nulla.

tapum leo ortolani italia

Ho inserito nel libro un’immagine dell’Italia che si porta un dito alla bocca: “Tacete”. È ciò che accadde.

Ci sono molti episodi che non sono stati raccontati. C’è questa persona che conosco, il cui nonno non ha mai raccontato niente tranne episodi tipo questo dove fu vivo grazie alla ricarica di una mitragliatrice: l’austriaco ha falciato quello a destra, poi ricaricando ha sparato a quello a sinistra, e lui,  in mezzo, si è salvato. Altrimenti, non l’avrei mai conosciuto. Linee di sangue spezzate.

Mio nonno, del 1899, cercò di arruolarsi a 16 anni, esaltato anche lui dalla propaganda. Non lo presero subito; quando lo presero, lo misero in fureria, per sua fortuna. Non andò al fronte, e per questo oggi sono qui a rispondere a questa intervista.

Bene. Con quest’ultima affermazione ‘d’impatto’ chiuderei qua l’intervista.

Leo Ortolani: Sì, sono le conseguenze di quello che è successo.

Ti ringrazio molto Leo. È stato come sempre un piacere averti ai nostri microfoni. Ci sentiamo e ci vediamo alla prossima, con i nuovi fumetti che farai uscire il prossimo anno.

Leo Ortolani: Assolutamente. Quelli ci saranno sempre. Grazie mille.

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Il mio nome e' Doc. G , torinese di 36 anni lettore compulsivo di fumetti di quasi ogni genere (manga, italiano, comics) ma che ha una passione irrefrenabile per Spider-Man! Chi è il miglior Spider-Man per me? Chiunque ne indossi il costume.
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