La pietra “Sesshō-seki” si è rotta, vi spieghiamo perché (secondo i giapponesi) è un segno nefasto

La pietra assassinata, “Sesshō-seki”, si è spezzata e secondo la tradizione la sua rottura è un segno molto nefasto, vediamo perché.

Pochi giorni fa, esattamente il 5 marzo, la pietra denominata Sesshō-seki”, ovvero pietra assassina, si è spezzata. Ma perché questo evento provoca tanto scalpore? E che significato ha nella cultura Giapponese?

Secondo la leggenda narrata in una delle più importanti raccolte di opere in prosa del medioevo Giapponese, “Otogizoshi”, all’interno della pietra vi era imprigionato lo spirito di una volpe a nove code, una delle Kitsune più potenti e pericolose, Tamamo no Mae.
Si trattava di una delle donne preferite dell’imperatore Konoe, che regnò dal 1142 al 1155. Secondo invece la storia narrata da Katsushika Hokusai, vissuto durante il periodo edo, la donna invece visse durante il regno dell’imperatore Toba, che regnò dal 1107 al 1123.

Ciò che accomuna entrambi i racconti è la storia che ne segue: donna colta ed intelligente, Tamamo deliziò a lungo la corte con la sua presenza, fino al giorno in cui l’imperatore si ammalò gravemente e l’astrologo di corte, Abe no Yasuchika, l’accusò di esserne colpevole rivelando la sua natura di Kitsune. Ella scappò, ma al suo seguito vennero mandati due valorosi guerrieri, Kazusa-no-suke eMiura-no-suke che la uccisero nella piana di Nasu (dove oggi si trova la pietra). Il suo corpo si trasformò così in una pietra magica a protezione del sui spirito, che sprigionava una veleno mortale per chiunque ci passasse vicino o la toccasse. Ecco una raffigurazione di Tamamo.

La pietra si trova nel parco termale della prefettura di Tochigi, a nord di Tokio, dichiarato nel 1957 luogo storico e di interesse.

Già da qualche tempo, si era osservata una crepa all’interno della pietra, probabilmente a seguito del deterioramento causato delle piogge, che ha portato all’odierna rottura. Secondo il popolo giapponese, ciò è segno di grande disgrazia e dell’inizio di un periodo molto buio poiché adesso, la volpe a nove code è libera di rinascere in un nuovo corpo.

Ma, da dove nasce la leggenda della volpe a nove code?

Nel folklore giapponese, la volpe a nove code è una Kitsune, precisamente una Kyubi, che si distingue dalla prima poiché è sempre malvagia. È una yokai, uno spirito che può mutare forma e prende le sembianze di una donna bellissima, colta e maliziosa o possedere le donne stesse.
Le loro vittime sono spesso uomini colmi di orgoglio, avidità o ira. La loro missione è il più delle volte la vendetta.
Presenza costante in numerose opere di teatro, manga, anime e racconti, è uno degli spiriti più pericolosi della tradizione. Ogni coda posseduta dalla volpe indica la sua longevità, forza e abilità. La volpe a nove code è la più potente poiché è il massimo numero di code che una Kitsune può avere.

Come detto prima però, non tutte le Kitsune sono malvagie, anzi. La figura della volpe è associata al Kami dell’agricoltura e della prosperità Inari e spesso aiutano le persone. Qui sotto, una raffigurazione di Inari e lo spirito volpe che collaborano insieme.

Ovviamente in Giappone è già massima allerta e sui social ci si divide tra chi chiede alla casa imperiale una purificazione, chi crede che la volpe a nove code tornerà e chi che sia un presagio di un grande evento, non per forza negativo.
Voi cosa ne pensate di questa notizia?
Dopo pandemia e guerra, ci attende un altro periodo buio o è solo superstizione?
Vi aspettiamo nei commenti!


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