La nascita di un videogioco chiamato COIN OP

Parte oggi una nuova rubrica interamente dedicata ai videogames vintage: signore e signori, benvenuti nel primo episodio di Passione Arcade! Partiamo alla grande con la nascita del COIN OP

passione arcade 1 coin op

Se state leggendo questo articolo probabilmente la vostra passione vi avrà condotti in qualche fiera del fumetto dove vi sarà capitato di vedere, da un po’ di anni a questa parte, delle aree adibite ad un certo tipo di retrogame, più precisamente quello legato al mondo Coin-op o altrimenti conosciuti Arcade.

Ma cosa sono esattamente questi “Arcade”? Quando sono nati e perché sono così importanti?
Bene, in queste righe cercherò di dare una risposta ad alcune di queste domande.

Iniziamo dall’ultima che potrebbe scuotere un po’ le fondamenta del vostro sapere videoludico:
“tutti i videogiochi a cui giocate oggi sono la risultante dei successi e dei fallimenti che sono avvenuti nelle salagiochi ”. Un po’ forte come affermazione vero?
Dovete pensare che solo 50 anni fa la massima aspirazione per un videogioco era quella di far rimbalzare una pallina (quadrata) tra due piccole rette messe in verticale ai lati opposti di uno schermo, ah già ovviamente schermo rigorosamente a tubo catodico in bianco e nero.
Oggi invece, 50 anni dopo, esploriamo interi pianeti a bordo di astronavi intergalattiche indossando super tute tecnologiche e lo facciamo stando comodamente seduti sul divano invece che in piedi all’interno di un bar di periferia con la puzza di fumo addosso e con in tasca una manciata di spiccioli.
Eppure è proprio così, nel 1972 un visionario imprenditore americano fonderà una società che non solo creerà di fatto il mercato dei videogiochi ma ne detterà le regole per diversi anni. La persona di cui parlo è Nolan Bushnell e la società in questione si chiamerà Atari ed il primo videogioco che darà lo slancio a questa nuova realtà si chiamerà PONG.

Pong
Ok, ora vi ho detto perché è così importante la storia degli arcade, perché fondamentalmente è nato tutto da lì, però cosa sono?
Beh tutto sommato questa risposta è più semplice: sono dei mobili in legno dotati di una gettoniera con all’interno uno schermo a tubo catodico (Crt), una abbastanza ridotta quantità di componentistica elettronica e all’esterno delle leve, qualche pulsante e poco più. Eppure grazie all’inventiva degli sviluppatori, questi pochi e non troppo complessi componenti, potevano dare vita a interi mondi in grado di far sognare noi bambini che negli anni 70/80 eravamo abbastanza grandi per uscire da soli ma non abbastanza per guidare un’automobile o bere alcolici.

Ecco, in questa rubrica cercherò di raccontarvi un po’ della loro storia attraverso gli occhi di qualcuno che continua a rimanere stupito da come si sia evoluta questa forma di intrattenimento chiamata videogame, e sono convinto che rimarrete sorpresi dalla infinità di storie, aneddoti e personaggi che hanno reso unica la nascita di questo medium.

Ora però tenete pronta in mano la vostra monetina da 1/4 di dollaro perché tra poco vi farò fare una partita al primo vero videogioco arcade di successo della storia.

Prima però di raccontarvi la sua incredibile genesi, bisogna che vi dica quale è stato il PRIMO CABINATO della storia dei videogiochi, perché nonostante tutto, non sempre primo è meglio.

Siamo nel 1971 in California e Nolan Bushnell, nella cameretta di sua figlia, con l’aiuto di un suo ex collega di lavoro Ted Dabney, realizza il progetto che aveva immaginato nella metà degli anni sessanta, ovvero quello di creare un videogioco che andasse a gettoni.

Mettendo assieme un vecchio televisore, qualche componente elettronico preso in prestito dall’azienda per cui lavorava e una lattina di vernice vuota, costruisce la versione MARK1 di Computer Space. (NdMike, per chi si stesse chiedendo a cosa serviva la latta di vernice, la riposta è: doveva fungere da gettoniera)

Il concept di questa versione grezza ma funzionante del videogioco creato da Bushnell fu fortemente influenzato da SPACEWAR!, ovvero il Videogioco creato da uno studente del M.I.T all’inizio degli anni 60 che Bushnell vide durante il periodo universitario.

Nolan però, non costruì questo prototipo per poter invitare i suoi amici a videogiocare in casa invece che andare a fare la partita di calcio a 5 del giovedì sera.

La motivazione principale fu che voleva usarlo per fare soldi.

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Già, perché proprio negli anni sessanta, Nolan, per mettere insieme un po’ di denaro andò a lavorare in un luna park a Salt Like city, dove trovò occupazione presso una salagiochi come tecnico (NdMike: a quei tempi le salagiochi avevano solo flipper o giochi elettromeccanici). Lì, oltre che imparare a riparare le macchine, comprese il modello di business che gli sarebbe tornato utile in futuro.

Ma torniamo al prototipo, perché una volta costruito il passo successivo sarebbe stato quello di portarlo da qualcuno che avesse voluto investire nel progetto e commercializzarlo.
Quel qualcuno venne trovato e vista l’enorme credibilità dimostrata da Nolan durante la presentazione, non solo accettarono di produrlo ma lo assunsero a capo del progetto. Rimaneva solo una cosa da fare, creare una versione del cabinato che potesse attirare l’attenzione dei potenziali videogiocatori e che gli invogliasse ad inserire la fatidica monetina da 1/4 di dollaro.

Durante la visita al Lucca Comics & Games 2022, Nolan Bushnell mi raccontò che il modello in scala su cui venne creato il cabinato definitivo di Computer Space venne realizzato proprio da lui nella cucina di casa sua, incredibile vero?

Con una scocca interamente realizzata in vetroresina, delle linee futuristiche degne di un film di fantascienza e una colorazione glitterata che farebbe impallidire le migliori hot-rod americane, nasce Computer Space, in assoluto il primo videogioco arcade della storia.

A questo punto qualcuno di voi si starà chiedendo: come mai il fatto di essere il primo arcade della storia non coincide con l’essere il primo arcade di successo?
A tutto c’è un perché, infatti nonostante fosse molto bello da vedere, con le sue forme asimmetriche e la sua colorazione glitterata, non riuscì a catturare l’interesse dei clienti per molto tempo.

Infatti il problema principale di Computer Space fu che pur arrivando in un momento storico in cui non esisteva nulla del genere, il suo gameplay e i troppi pulsanti sul control panel, lo resero particolarmente ostico agli occhi di quelli che oggi potremmo chiamare “casual gamer”.
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Questo insuccesso ebbe due grosse conseguenze: la prima fu che l’azienda a cui Nolan aveva venduto il progetto, si tirò indietro; la seconda si può riassumere con tre parole: nasce la Atari.
Proprio così, Nolan decide di mettersi in proprio e chiama a sé l’amico e collega Ted Dabney con cui fonda la società che creerà il mercato che a oggi è considerato il più proficuo al mondo, ovvero quello dei videogiochi.

Nel 1972 nasce la Atari.

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L’errore commesso con la vendita di Computer Space gli fece capire una cosa, ovvero che un videogioco per avere successo deve risultare agli occhi di chi li gioca FACILE da comprendere ma DIFFICILE da padroneggiare che tradotto in  inglese suona così :

Easy to learn, hard to master

Ecco queste parole verranno riconosciute da tutti i programmatori di Atari come La legge di Bushnell.


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Arcade Mike

Instagram Meganerd
Io? sono Mike! cresciuto a pane e videogiochi non perdo occasione per infilare qualche monetina in un vecchio cabinato arcade facendomi rapire dalla storia che queste macchine sono ancora in grado di raccontare.

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1 Comment

  • Bravo Mike. Sono orgoglioso di te. Tutti quegli anni di addestramento in cima alla montagna ti hanno forgiato come un vero retrogamer deve essere. Daje!

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