Il clan dei Poe – la condanna all’esistenza dei vampiri di Moto Hagio

J-Pop porta sugli scaffali la Moto Hagio Collection. È la volta de Il Clan dei Poe, l’opera sull’amore dannato, che consuma l’animo dei vampiri, eterni adolescenti, della famiglia Poe. Un viaggio doloroso verso l’oblio della condanna all’esistenza sta per avere inizio

recensione il clan dei poe

Vivere in un’eterna dannazione che la morte non potrà alleviare. Sentire sprigionare una magia fino alle soglie dell’incubo, una possente ossessione che pervade l’animo; quello che ne rimane almeno.

Si sarà sentito così Allan Twilight una volta divenuto membro della famiglia Poe? E cos’è questo profumo inebriante di rose che fuoriesce dalle pagine della Maestra Hagio?

Pō no Ichizoku, Edgar e Allan Poe – Il clan dei Poe è un gioiello del secolo scorso, quando i capitoli di una storia gloriosa, quella degli shōjo, era ancora tutta da scrivere. Ed è con questa preziosa premessa che va letta l’Opera della Maestra Moto Hagio, perché oggi i nostri stanchi occhi e le nostre fiacche orecchie hanno visto e sentito tutto. Al contrario, nel 1972, in Giappone, scrivere e disegnare come poche Maestre hanno fatto, era prendere posizione in un campo, quello dei manga, a quasi esclusivo appannaggio degli uomini.  E se c’è qualcuno che ha fatto sentire con fermezza la sua voce, è proprio Moto Hagio.

Un’antica casata di vampiri, i Poe, adotta Edgar e Marybell Portsnell, due piccoli orfani che non hanno più nessuno al mondo. Una volta compiuto il rito di iniziazione e rinati come vampiri, fratello e sorella vedranno la loro età cristallizzarsi nel tempo, quello del turbinio dell’adolescenza. La loro irrequietezza verrà subito messa a tacere dalle imposte circostanze, che li obbligano a non proferire parola con nessuno sulla loro condizione innaturale. Costretti a continui spostamenti per non insospettire le persone, i Poe convivono con gli esseri umani rimanendo tuttavia isolati. Bellissimi, soli al mondo e imprigionati nell’età dell’amore assoluto, Edgar e Marybell non possono che amarsi. Un amore che travalica i sentimenti fraterni e si fa ben presto desiderio.

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La storia di Edgar e Marybell è fatta di oblio e tangibile solitudine. I loro sguardi persi come a cercare l’aldilà come liberazione, la passione che li lega come assenza di alternative, è struggente. Ed altrettanto lo è la loro paura irreversibile del vuoto. Non si possono creare legami duraturi esterni, perché inevitabile è il momento dell’addio per non far scoprire la loro diversità.

Ciò nonostante il cambiamento è vicino. Anno 1879, Londra. Allan Twilight è un bellissimo ragazzo che si innamora di Marybell Portsnell. Il tratto dissolvente della Hagio è parte integrante dei sentimenti del ragazzo; toccante, bellissimo. Purtroppo la tragedia non tarda ad arrivare.

Edgar è ora completamente solo. Tuttavia Allan è così bello, così affabile; forse è un compagno perfetto per l’eternità e lui ha il potere della persuasione. Edgar dopotutto, è un essere secolare imprigionato in un corpo da adolescente, troverà sicuramente il modo per condurre Allan con sé. Inizia così la seconda ideale parte del racconto, quella che vedrà Edgar e Allan intraprendere un infinito viaggio per l’Europa alla ricerca del significato stesso dell’esistenza.

I vampiri di Moto Hagio sono frutto della passione dell’Autrice per i classici della letteratura occidentale che Lei plasma, modella per la sua drammatica storia. Accanto a tale materiale di studio, è stato un racconto breve di Shotaro Ishinomori, Kiri to bara to hoshi toNebbia, rose e stelle a darle ispirazione. Se non mancano gli stereotipi del genere, i protagonisti si nutrono di sangue (e rose), non tollerano la vista di una croce e possono perire se trapassati nel petto dal un paletto di frassino, i protagonisti del manga ci restituiscono una profonda solitudine, un forte senso di smarrimento dettato non solo dalla loro condizione sovrannaturale, che ne fanno una lettura originale. Sono pieni di domande e spaventosi dubbi. Soprattutto, sono costretti a vagare in un mondo che non li accetterebbe mai se sapesse la verità. La spavalderia di Edgar fa da scudo ai suoi timori, alla non accettazione della sua natura dannata. Allan, vuole fuggire dalla sua famiglia e questo lo spinge ad unirsi al casato dei Poe. I due ragazzi si scelgono o non hanno alternative?

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Diversi sono i salti temporali, le persone incontrate che lasciano un prezioso contributo alla storia orchestrata dall’Autrice. Nel 1934, Edgar conoscerà John Aubin. Nel 1976 Edgar e Allan incontreranno Edith Evans, ultimo anno nella cronologia dell’opera, ed è giusto non seguitare a dire altro. Questo continuo rincorrersi o sovrapporsi del tempo, è un fattore fondamentale del messaggio dell’Autrice. Per i protagonisti il mondo è sospeso, a volte non è altro che una continua ripetizione di momenti già vissuti ma collocati in anni diversi. Sono figure eteree, non seguono il naturale corso della vita. Sono la bellezza e, in quanto tale, rifuggono da spiegazioni razionali.

La fretta non aiuta. Il clan dei Poe va letto attentamente anche se la tentazione di scorrere le bellissime tavole e divorare la storia per arrivare alla conclusione si fa sentire. Una lettura calma aiuta la comprensione di tutte le sfumature di un lavoro originale e pieno di profondità.

È importante ricordare, che la Maestra Moto Hagio fa parte del celebre “Gruppo 24”, il non plus ultra del genere shōjo, la firme rivoluzionarie del genere dedicato a un pubblico femminile, tra cui troviamo oltre ad Hagio Sensei, Yumiko Ōshima, Ryōko Yamagishi, Keiko Takemiya, Riyoko Ikeda. La prima tiratura di Pō no Ichizoku andò esaurita in ventiquattr’ore. Pensate a quale fame di novità diede risposta l’Autrice.

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Il clan dei Poe è parte di una storia bellissima e in continua evoluzione, quella del manga e del suo paese natìo. La nuova edizione firmata J-Pop la propone in due volumi di grande formato, impreziositi da numerose tavole a colori che restituiscono integralmente la bellezza del tratto dell’Autrice. Altrettanto importante è che l’Opera si inserisce all’interno di una collezione che J-Pop dedica interamente a Moto Hagio, preceduto da Il cuore di Thomas, altro piccolo gioiello da venerare.

Sono di parte, lo ammetto. Moto Hagio è una leggenda vivente, una donna che è andata contro tutto e tutti, persino la sua famiglia, per dare vita alle sue storie. E così facendo ha regalato ai lettori di tutto il mondo, e alle generazioni successive di mangaka, una biblioteca potente, eterogenea che una volta scoperta è impossibile dimenticare.

Gli occhi di  Edgar feriscono al pari di una lama di coltello. Il tempo gli scorre di fianco e, mentre tutti noi invecchieremo, lui guarderà ancora il crepuscolo imprigionato in un corpo giovane ma vuoto . Il suo oblio è un grido soffocato di dolore che sarà impossibile dimenticare.

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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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