Gli attori italiani si scagliano contro Netflix

Il collettivo di Artisti 7607 ha accusato la piattaforma Netflix di un’inadeguata remunerazione delle prestazioni attoriali

Recentemente il colosso dello streaming Netflix è stato oggetto di pesanti accuse da parte di Artisti 7607, collettivo attoriale che annovera tra i suoi fondatori personalità come Elio Germano, Claudio Santamaria e Neri Marcorè. Questi ultimi hanno attribuito alla piattaforma la colpa di non pagare adeguatamente le performance artistiche all’interno delle proprie produzioni nel nostro paese, al punto da aver già avviato le procedure per una causa in tribunale. Tali accuse sono state ulteriormente spiegate dalla presidente dell’associazione Cinzia Mascoli:

“La piattaforma non ha fornito dati completi e relativi allo sfruttamento di opere audiovisive, alle visualizzazioni e ai ricavi conseguiti in diverse annualità. Tutti elementi indispensabili per ottenere una remunerazione adeguata e proporzionata per gli artisti. Ci aspettiamo sostegno e vigilanza da parte delle istituzioni per tutelare i nostri diritti. Le norme oggi ci sono, bisogna solo farle rispettare.”

Netflix dal canto suo ha difeso la propria posizione con le seguenti parole:

 “Abbiamo a cuore che gli artisti, gli interpreti e gli esecutori italiani siano remunerati equamente, in linea con la legge italiana. Abbiamo lavorato per trovare soluzioni eque ed assicurarci che gli artisti italiani siano remunerati adeguatamente, anche attraverso le organizzazioni che li rappresentano. Da molti anni, abbiamo un accordo con Nuovo Imaie, la collecting italiana che rappresenta la maggioranza degli artisti interpreti ed esecutori. Abbiamo cercato di trovare un accordo con Artisti 7607; tuttavia, Artisti 7607 non ha fino ad oggi identificato le prestazioni degli artisti che essi rappresentano nei film e nelle serie disponibili sul nostro servizio, né pubblicato una tariffa per i servizi audiovisivi in streaming.”

Fonte: Ansa

 


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