Glass: una straordinaria occasione persa – Recensione

M. Night Shyamalan conclude una trilogia iniziata con Unbreakable e continuata con Split: stavolta però non riesce a lasciare il segno come nelle due precedenti pellicole

Lo confesso, ho uno strano rapporto con M. Night Shyamalan: dopo tanti anni e tanti film, non ancora capito se lo amo o lo odio. A volte mi ha stupito, lasciandomi letteralmente a bocca aperta per le sue trovate narrative, per il clima che riusciva a trasmettere durante tutta la durata di un film; altre volte invece l’ho odiato per come si perdeva nel più classico dei bicchieri d’acqua, cosa che solitamente accadeva verso la conclusione del film.

Ecco, in questo caso mi ha stupito perché è riuscito a perdersi nel suddetto bicchiere praticamente dopo due minuti di film. Inutile fare tanti giri di parole: Glass è una delle più grandi delusioni degli ultimi tempi.
Per la prima volta Shyamalan aveva a disposizione un budget importante e un’attesa che forse nessun’altra sua pellicola ha mai avuto (con un’apertura di credito enorme da parte del pubblico), eppure non ce l’ha proprio fatta.

Glass
GLASS..David Dunn (Bruce Willis)..Photo: Film Frame..©Universal Pictures

Ora, chiariamo un punto: questa è solo la mia opinione, eh. Magari per qualcuno sarà il film della vita, ma a me ha solo fatto venire voglia di tornare a vedere Aquaman.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire di cosa parla Glass, terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2000 con Unbreakable, proseguita poi con il sorprendente Split nel 2016. David Dunn e suo figlio Joseph – entrambi interpretati nuovamente dagli attori di allora, Bruce WillisSpencer Treat Clark – sono ormai una sorta di team supereroistico: mentre David pattuglia le strade (stando ben attento a non farsi mai vedere da nessuno), Joseph riesce a guidarlo attraverso un auricolare verso eventuali crimini. Da qualche tempo sono anche loro sulle tracce di Kevin Wendell Crumb, lo psicotico personaggio interpretato dal bravissimo James McAvoy, contenente 25 personalità distinte in un solo corpo. Tra queste c’è la temutissima Bestia, che rende l’uomo decisamente più pericoloso e fuori controllo rispetto alle altre.

GLASS..The Beast (James McAvoy)..Photo: Film Frame..©Universal Pictures

I due s’incontrano subito, all’inizio del film: ovviamente nasce una lotta furibonda, che finisce però con l’arresto di entrambi. David e Kevin vengono portati subito in una clinica psichiatrica e rinchiusi in due diverse celle. Se nel primo film, Unbreakable, il cosiddetto “Uomo di Vetro”, Elijah Price (Samuel L. Jackson), cerca di convincere la guardia dello stadio Dunn di essere una sorta di versione realistica di un supereroe, facendo il parallelo tra la sua storia e l’origine di molti personaggi dei fumetti, qui qualcuno fa di tutto per spiegargli che in realtà non lo sono, anzi. Non hanno niente di speciale, solo degli evidenti problemi mentali.

Glass..La Dottoressa Ellie Staple, interpretata da Sarah Paulson

Di più non dico sulla trama per non rovinarvi il gusto della sorpresa, qualora vogliate vedere il film al cinema nei prossimi giorni. Vorrei però tornare sul discorso della delusione, accennato all’inizio: vedete, se c’era una cosa in cui Shyamalan era davvero forte, almeno fino a un paio d’anni fa, era trasmetterti un senso del ritmo, dell’ansia e dell’inquietudine davvero unici. Riusciva a tenerti sulla corda per tutta la durata del film, sia che la storia ti prendesse oppure no. In Glass, invece, prevale la noia.

GLASS..Mr. Glass (Samuel L. Jackson)..Photo: Film Frame..©Universal Pictures

Ed è davvero un peccato, considerando che questo film alle spalle aveva idee molto forti e – soprattutto – originali. Purtroppo è la prevedibilità a fare da padrona dove la sorpresa era stata la regola fino a poco tempo fa. Altro piccolo appunto, che forse potrà suonare come spoiler, non lo so. Decidete voi se è il caso di continuare con la lettura.

Tu rinchiudi 3 persone ritenute potenzialmente molto pericolose per la cittadina (ovviamente nella clinica c’era anche Elijah Price) e le metti in camere vicinissime, addirittura David e Kevin uno di fronte all’altro. Una struttura enorme in cui vengono utilizzate solo tre stanze, sostanzialmente attaccate l’una all’altra e che vengono controllate solo da due infermieri.
Ma – attenzione – che non lavorano mai insieme: fanno i turni. Quindi, fondamentalmente, tre persone con dei superpoteri sono lasciate in una struttura enorme con una sola persona disarmata che le controlli.

Mah.

Veniamo alle note positive: James McAcoy. Qualcuno potrebbe dire che s’incensano sempre gli attori che fanno i matti, ma qui ci troviamo davvero davanti a un’ottima interpretazione. Passa con disinvoltura dallo spaventarti al farti ridere con la stessa facilità con cui Bruce Willis mantiene la stessa espressione qualsiasi cosa succeda (e lo dico da fan di Bruce Willlis, eh). Buone le prove di Samuel L. Jackson e di Sarah Paulson, ottima quella di Anya Taylor-Joy nel ruolo di Casey, l’unica ragazza risparmiata dalla Bestia in Split.

Il resto è prevedibile, noioso, scontato. Davvero l’antitesi del cinema di Shyamalan. Che incredibile occasione persa, che peccato.

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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