Fables di DC Comics diventa di dominio pubblico?

La serie a fumetti Fables, nata dalla mente dello sceneggiatore Bill Willingham nel 2002 potrebbe non essere più esclusiva di DC Comics. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo

Nata dalla mente dello sceneggiatore Bill Willingham nell’ormai lontano 2002 sotto l’etichetta Vertigo (marchio appartenente a sua volta a DC Comics), la serie a fumetti “Fables” è sempre stata proprietà del suo creatore, almeno per quanto è stato comunicato al pubblico.

Questo almeno fino a pochissimi giorni fa, quando Willingham ha dichiarato ufficialmente di aver reso di dominio pubblico la sua serie, che quindi ad oggi non sarebbe più soggetta a copyright di nessun tipo. Il condizionale è d’obbligo, visto che non conosciamo gli accordi reali che l’Autore ha sottoscritto con DC e dunque vorremmo ascoltare anche l’altra campana, per capire meglio la situazione.

Bill Willingham ha confessato di aver preso questa decisione così importante dopo numerose riflessioni e di aver scelto questa strada principalmente per una questione di pragmatismo. Di seguito trovate il testo del comunicato con cui l’autore ha spiegato il proprio punto di vista:

«Quando firmai il mio contratto di pubblicazione come creator-owned con DC Comics, l’azienda era gestita da uomini e donne onesti e integerrimi, che (per la maggior parte) interpretavano i dettagli di quell’accordo in modo equo e non vincolante. Quando inevitabilmente sorgevano problemi li risolvevamo, come uomini e donne ragionevoli. Da allora, nell’arco di circa vent’anni, quelle persone se ne sono andate o sono state licenziate, per essere sostituite da una porta girevole di estranei senza alcuna integrità misurabile, che ora scelgono di interpretare ogni aspetto del contratto in modi che vanno solo a vantaggio di DC Comics e delle aziende proprietarie. Un tempo le property di Fables erano in buone mani, mentre ora, in virtù del logorio e della sostituzione dei dipendenti, le property di Fables sono finite in cattive mani.

Dato che non posso permettermi di fare causa a DC per costringerla a rispettare la lettera e lo spirito dei nostri accordi di lunga data; dato che anche vincere una causa del genere mi porterebbe via una quantità ridicola di denaro e anni di vita (ho 67 anni e non ne ho da perdere), ho deciso di adottare un approccio diverso e di combatterli in un’arena diversa, ispirata ai principi della guerra asimmetrica. L’unica cosa del nostro contratto che gli avvocati di DC non possono contestare, o reinterpretare a loro vantaggio, è che io sono l’unico proprietario della proprietà intellettuale. Posso venderla o regalarla a chi voglio.

Ho scelto quindi di regalarla a tutti. Se non ho potuto evitare che Fables finisse in cattive mani, almeno in questo modo posso fare in modo che finisca anche in molte buone mani. Credo davvero che al mondo ci siano ancora più persone buone che cattive, quindi la considero una forma di vittoria.

Negli ultimi dieci anni, i miei pensieri su come riformare le leggi sui marchi e sul diritto d’autore in questo Paese (e in altri, suppongo) hanno subito un cambiamento radicale. Le leggi attuali sono un’accozzaglia di accordi poco etici per mantenere i marchi e i diritti d’autore nelle mani delle grandi aziende, che possono permettersi di comprare i risultati che vogliono.

Nel mio modello di riforma radicale di queste leggi, vorrei che ogni proprietà intellettuale fosse di proprietà del suo creatore originale per un massimo di vent’anni dal momento della prima pubblicazione, per poi passare al pubblico dominio e poter essere utilizzata da tutti. Tuttavia, in qualsiasi momento, prima che il periodo di vent’anni si esaurisca, il titolare della proprietà intellettuale può venderla a un’altra persona o a un’entità aziendale, che ne può avere l’uso esclusivo per un massimo di dieci anni. Tutto qui. Poi non può più essere rivenduta. Diventa di dominio pubblico. Quindi, al massimo, qualsiasi proprietà intellettuale può essere tenuta in uso esclusivo per circa trent’anni, e non di più, senza eccezioni.

Naturalmente, se devo credere a idee così radicali, che razza di ipocrita sarei se non le mettessi in pratica? Fables è stato il mio bambino per circa vent’anni. È ora di lasciarlo andare. Questo è il mio primo test di questo processo. Se funziona, e non vedo alcuna ragione legale per cui non debba funzionare, aspettatevi che altre proprietà la seguano in futuro. DC, o qualsiasi altra entità aziendale, non possedendone effettivamente la proprietà, non ha alcune voce in capitolo in questa decisione.»

Triste pagina per il mondo dell’intrattenimento, con al centro ancora una volta un autore obbligato a mosse così disperate per salvaguardare una propria opera (o come in questo caso, citando le testuali parole dell’artista, “il proprio bambino”).

Disegnata da Mark Buckingham, Lan Medina, Steve Leialoha e Craig Hamilton, “Fables” ha reinterpretato il mondo delle favole dal 2002 al 2005. Tra i protagonisti della storia alcune tra le iconiche figure del mondo delle fiabe come Biancaneve, La Bella Addormentata nel Bosco e Cenerentola, che insieme ad altri personaggi fondano una comunità, denominata Favolandia, per sfuggire alle grinfie di un misterioso nemico conosciuto come l’Avversario.

Attendiamo a questo punto una replica da parte di DC Comics.


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