Evangelion – Gualtiero Cannarsi risponde alle critiche sull’adattamento

Da giorni ormai infuriano le proteste per il bizzarro adattamento testi di Neon Genesis Evangelion, da poco sbarcato su Netflix. Gualtiero Cannarsi, dialoghista e direttore del doppiaggio, risponde alle critiche

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Ormai non si parla d’altro: lo strano adattamento testi di Neon Genesis Evangelion operato da Netflix per mano di Gualtiero Cannarsi ha fatto storcere il naso veramente a tutti. Nomi che cambiano, errori di sintassi, frasi che suonano vecchie. E, soprattutto, la decisione di chiamare i ‘cattivi’ Apostoli anziché Angeli, creature antagoniste del genere umano, come voleva l’opera orginale. Davvero troppo, sia per i fan della prima ora, che per i neofiti, oltremodo sbalorditi da questo linguaggio fin troppo aulico.

Durante una conversazione sul forum Pluschan Gualtiero Cannarsi, dialoghista e direttore dell’adattamento testi di svariati anime (nonché responsabile artistico italiano dei film dello Studio Ghibli), tra cui l’Evangelion targato Netflix, ha risposto ai fan parlando del suo operato, invitando i fan in maniera poco velata a godersi la serie piuttosto che impelagarsi in sterili polemiche:

“Ma i miei post sono ovviamente anche omaggi (service) per la gente di Facebook, è chiaro. Così almeno avranno, ancora oggi come vent’anni fa, qualcosa di gratuito su cui parlare. Invece che guardare e provare a capire Evangelion. :-)”

Cannarsi specifica che ha lavorato a questo adattamento 16 ore al giorno, compresi Natale e Capodanno. Per quanto riguarda il linguaggio arcaico utilizzato dall’esercito, dice che è stato proprio Hideaki Anno, nella versione originale, a voler far parlare i soldati proprio come dei “nonnetti”, per sottolineare la loro vecchiaia ideologica.

Segnaliamo inoltre una bella ed esaustiva intervista fatta da Badtaste, in cui Cannarsi dice:

Come mai più di vent’anni fa fu adattato in “angelo”?

La risposta più onesta è che è stato un mio errore, un deliberato e sconsiderato errore.
Considera sempre che parliamo di un termine preciso usato per una creatura di fantasia in una narrazione fittizia, quindi non c’è neppure da considerare alcun discorso “collaterale”: il termine è chiaro e univoco.
Credo che Anno Hideaki volesse dare alla sua opera una sensazione di fantascienza internazionale realistica, così ha inserito degli schermi sull’apparecchiatura paramilitare della NERV in cui compaiono scritte in caratteri latini: “ANGEL”. Quindi questi misteriosi esseri sono definiti come shito (apostoli) in giapponese e ANGEL in angloamericano, con una discrepanza terminologica interna all’opera originale del tutto deliberata.

 

Ma loro li chiamano mai “angel” in originale?

No. In tutto Evangelion nessuno dice mai “angel”, neppure una volta. Addirittura quando compaiono scritte giapponesi narrative (nell’episodio 14 sono enumerati tutti gli apostoli comparsi, poi ancora nell’episodio 24) c’è scritto shito in giapponese: apostoli. La parola ANGEL sta solo nei display “dentro alla narrazione”. E’ per lo più un grafema. Ma quando a 20 anni esatti mi occupai della serie, come un ragazzino assetato di coerenza narrativa, adattai shito in “angeli” perché negli schermi c’era “angel”, e fu un errore. Non sarebbe stato di mia competenza permettermi di dire che la divergenza terminologica che esiste nell’originale andava cancellata, non si fa. Il fatto che in molti altri territori sia stato fatto altrettanto non sminuisce la portata del mio errore..
De facto queste creature si chiamano “A”, ma negli schermi compare scritto “B” – tra due diverse lingue. E ci sono anche altri casi analoghi, di cui nessuno si da pena, come “pattern ondulatorio” che in inglese diventa BLOOD TYPE per amore di citazione di un vecchio film di fantascienza giapponese.

Tuttavia sempre nell’episodio 14 che citi vengono elencati i nomi di questi apostoli e sono nomi di angeli!

Si, ma come dicevamo questa discrepanza interna c’è in originale, ed era così nota agli autori che nell’episodio 11 addirittura Shinji si interroga sulla natura dei loro nemici e dice proprio “Gli apostoli, che hanno nomi di angeli”.

Il resto dell’intervista, piuttosto lunga, ma decisamente esaustiva, lo trovate su Badtaste.it.

Non è la prima volta che il dialoghista si trova al centro delle polemiche e degli attacchi degli appassionati del cinema d’animazione asiatico.

Cannarsi è il responsabile artistico italiano dei film dello Studio Ghibli distribuiti da Lucky Red e le critiche poste al suo adattamento di Neon Genesis Evangelion sono simili a quelle rivolte ai film Ghibli: il linguaggio scelto dal direttore del doppiaggio è pomposo e desueto, poco naturale. 

Se alcune polemiche sono immotivate – come quella relativa alla sostituzione di Angelo con Apostolo quando entrambi i termini sono corretti per diverse ragioni – per altre non si può non capire quanto un linguaggio ampolloso possa complicare la comprensione di una serie già abbastanza criptica. 

Fortunatamente l’accoglienza verso i doppiatori è stata sicuramente più calorosa; tra i doppiatori troviamo i giovanissimi Stefano Broccoletti, doppiatore in diversi film tra cui il Premio Oscar Moonlight, e Sara Labidi, famosa per aver doppiato il personaggio di Arya Stark ne Il trono di Spade.

Inutile dire che stanno già arrivando alcune (inutili) petizioni che chiedono di ripristinare il vecchio adattamento fatto dalla Dynamic Italia (oggi Dynit). Staremo a vedere se la situazione si evolverà in qualche maniera, nel frattempo noi ci riguardiamo Neon Genesis Evangelion (magari in inglese, però. Senza offesa).

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2 Comments

  • Ragazzi, non ci si può godere un’opera di cui non si riesce a capire il senso.
    Se ascolti dei dialoghi che non hanno capo né coda e distorci talmente tanto i significati di tale opera, diventa un semplice guardare le figure che si muovono.
    Cannarsi può giustificarsi e prendere in giro ma se pure Netflix ha rimosso il doppiaggio (prendendolo anche per i fondelli), tanto bene non gli è andata.

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