Edens Zero, partire col piede sbagliato – Recensione

Abbiamo letto il nuovo manga di Hiro Mashima, autore del famosissimo Fairy Tail. La prima impressione non è stata ottima, vi spieghiamo perché Edens Zero è partito con il piede sbagliato (almeno secondo noi)

Edens Zero

Questo 2018 è un anno sicuramente indaffarato per Hiro Mashima. Oltre all’attesissimo spin-off di Fairy Tail, attualmente al terzo capitolo, che andrà a chiarire cosa si cela dietro la famosa missione dei 100 anni, più volte accennata dai maghi della Gilda, il mangaka ha iniziato a produrre un nuovo lavoro, Edens Zero, che andrà a rivoluzionare, almeno a suo modo di vedere, la concezione della fantascienza. Nel momento esatto in cui sto scrivendo questa pseudo-recensione sono usciti sei capitoli sul settimanale giapponese Weekly Shonen Jump, ma già sappiamo che a Settembre, sempre in Giappone, verrà distribuito il primo volume cartaceo. Purtroppo ancora non abbiamo notizie di una sua eventuale pubblicazione italiana.
Ora, premesso che è difficile esprimere pareri su un’opera agli albori, giacché questa, evolvendosi, potrebbe ribaltare tutto quello che sto per dire, spiegherò quali sono le cose che proprio non funzionano, finora.

Innanzitutto i personaggi… e i loro nomi. È orrendo assistere a mere trasposizioni di characters già visti nei suoi precedenti manga, seppur con qualche marginale modifica che però non cambia la sostanza. E anche i nomi vanno a risentire di questa pecca: ecco che Erza Scarlet di FT diventa Elcy Crimson (naturalmente con lo stesso volto), Happy, il gattino che scorrazzava tra le pagine dello shonen conclusosi lo scorso luglio, è lui in tutto e per tutto. Molti, girovagando per il web, giustificano l’autore, spiegando che è il suo stile. Assolutamente vero: tutti i mangaka hanno un loro stile, ad esempio con Oda (che è da 21 anni indaffarato con One Piece), non vediamo ripetere visi, capelli o nomi. Cerca di variare il più possibile, addirittura facendo le pulci sugli abiti e cambiandoli in ogni saga con quelli più consoni alla situazione. Non è un problema di stile, quanto più di fantasia e il modo in cui Mashima ha concluso Fairy Tail dimostra che non ne ha poi molta.

Un’altra nota dolente è la questione del nakama power, il potere dell’amicizia. È un problema che Hiro si trascina dietro già da tempo e che dà veramente fastidio nella lettura. Perché se è vero che i manga devono trasmettere valori (ai più piccini, ma, estendendo il discorso, a chiunque ne faccia uso) è altresì vero che ripetere “lo faccio per i miei amici”, “voglio essere tuo amico” e “non toccare i miei amici” ogni due vignette stanca. Stanca, perché sembra che tu voglia fare il lavaggio del cervello ai tuoi fan con questa manfrina. Si può lasciar intendere qualcosa anche senza sbatterlo sotto gli occhi costantemente, o no?

Ma, concentriamoci sul punto più importante, la trama. È un continuo ammasso di eventi, plot twist (o presunti tali), che, credo, secondo Mashima, dovrebbero creare un’atmosfera generale di curiosità. Ci sta alimentare il mistero, è la cosa più giusta da fare, ma ci riesci malissimo se in ogni capitolo infili dentro quattrocento cose che cambiano l’ordine che si crea pian piano nella testa del fruitore. Non puoi passare da “missione per trovare amici in tutto il mondo” a “salto temporale di 20000 anni” a “ritorno al passato di 50 anni” a “ persone che vogliono ucciderti senza un apparente motivo” in cento pagine circa. Così crei un minestrone indigesto, fai passare la voglia di leggere, perché aprendo troppe sottotrame incasini la narrazione e se lo fai di proposito stai sbagliando due volte. Non prediligo la linearità eccessiva, anzi, mi piacciono i grovigli, ma troppi in così poco tempo mi hanno dato veramente fastidio, togliendomi gran parte dell’hype.

Si salvano le ambientazioni, dai, almeno questo glielo concediamo al nostro Mashima. Sono carine ed intriganti e non guastano con l’atmosfera generale. Pollice in su anche per il mistero della Madre, di cui non si sa nulla, tranne che è in un posto sperduto dell’universo ed è l’unica cosa che mi ha colpito veramente… ma mi sa che ci vorrà molto per risentirne parlare.

In generale è un grosso no, dunque, per Edens Zero, sembra ricalcare le orme fallimentari del finale di Fairy Tail, ma rimaniamo con la speranza che possa sorprenderci e riprendersi.

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