Ma quanto era bello darsi mazzate a Double Dragon?

Nuovo episodio di Passione Arcade: questa settimana la rubrica che vi porta nel meraviglioso passato dei videogames ci racconta come sono nati i Beat’em up… sì, insomma, i Picchiaduro. Pronti a tornare nel mondo di Double Dragon o tra le strade di Final Fight e Street Fighter? Insert coin, si parte!

copertina passione arcade double dragon

Devo ammetterlo, un genere che in sala giochi amavo alla follia era quello dei picchiaduro a scorrimento.
Se in un locale era presente un cabinato speravo sempre fosse un Double Dragon oppure un Final Fight, insomma uno di quei titoli dove si menavano le mani, meglio se a farlo eri in compagnia.
Ed è proprio di questo genere che voglio parlarvi oggi, i Beat’em up.
Se è vero che nei primi videogiochi arcade si utilizzavano astronavi o veicoli di ogni sorta (lander, carri armati, auto da formula 1), dopo la crisi dei videogiochi a inizio anni 80, cominciarono ad arrivare altri generi come appunto i picchiaduro. Fu così che nel 1984 esce il capostipite di questo genere, ovvero Kung Fu Master.

È interessante come questo primo titolo si sia ispirato a due pellicole di arti marziali che avevano come protagonisti Jackie Chan e Bruce Lee.
Infatti il titolo originale di Kung fu Master è Spartan X, come la pellicola del famoso attore-stuntman Jackie Chan (conosciuta in Italia con il nome di “Il Mistero del Conte Lobos” lo avete mai visto?), con cui condivide trama e nomi dei personaggi. Il design dei boss di fine livello e la struttura dell’edificio in cui si svolge il gioco invece, erano ispirati a “L’ultimo combattimento di Chen”, pellicola che aveva come protagonista Bruce Lee. Come per la maggior parte dei videogiochi dell’epoca, anche Kung Fu Master non aveva una fine, ma arrivati alla conclusione dell’ultimo livello, il gioco riprendeva da capo con un livello di difficoltà aumentato.

Kung_Fu-Master

La trama non era molto elaborata, la tua fidanzata viene rapita e tu devi sconfiggere il clan responsabile del rapimento, superando diversi piani di una pagoda cinese a suon di calci e pugni.
Si iniziano a buttar le basi di un genere che negli anni a venire vivrà una vera e propria primavera, tuttavia ci sono ancora alcuni dettagli da sistemare prima di riuscire a creare IL picchiaduro a scorrimento.
Kung fu master era un gioco a scorrimento, questo è vero, ma il personaggio poteva andare solo a destra o sinistra e comunque era un gioco pensato per un solo giocatore.
Per arrivare al primo vero picchiaduro a scorrimento di successo dobbiamo fare un salto in avanti, nel 1987, con un titolo della Tecnos Japan chiamato Double Dragon.
Ok, diciamo che la trama non spiccava certo per originalità, praticamente uguale a quella di Kung Fu Master, ma del resto in molti giochi dell’epoca c’era sempre una fidanzata/principessa da salvare, ma almeno qui c’era una fine… e che fine, un plot twist non indifferente.

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Ma la vera innovazione era sicuramente il poter giocare con il tuo compagno di merende e oltre ai calci e i pugni si potevano prendere i nemici a suon di  gomitate! (con cui potevi riuscire anche a finire il gioco, ma onestamente così facendo rendevi l’esperienza monotona). Insomma il vero picchiaduro prevedeva l’uso di calci o pugni, più la possibilità di usare armi bianche come coltelli, mazze etc…, in Double Dragon tutto questo era possibile! E non dimentichiamoci dell’area di gioco, che si sviluppava anche in profondità non solo più nelle due classiche direzioni (DX-SX).
Un caposaldo del genere a cui molti titoli si sono ispirati, certo non esente da difetti (mamma mia che nervoso i rallentamenti quando lo schermo era “affollato”) ma ehi! nessuno è perfetto no?
Ad ogni modo, i fratelli Lee (protagonisti di DB) hanno segnato un epoca che poi ha prodotto una quantità notevole di videogiochi di quel genere.

Double-Dragon-4

Da lì a seguire, appena due anni dopo esce un altro picchiaduro a scorrimento che ha appassionato più di una generazione di videogiocatori, nel 1989 la Capcom pubblica FINAL FIGHT.
I fondamenti rimangono gli stessi, ma ora gli sprite sono più grandi, i livelli molto più dettagliati, le animazioni più curate e la back story… beh no, quella rimane uguale, la figlia del sindaco Mike Haggar viene rapita e voi dovrete salvarla. Anche qui era possibile giocare in due ma questa volta c’era la possibilità di selezionare il proprio personaggio fra una rosa di tre, tutti con aspetti e caratteristiche peculiari differenti (ricordiamoci che in Double Dragon i personaggi avevano solo il colore che gli distingueva), un esperto di arti marziali, un esperto di lotta da strada e un ex-wrestler diventato sindaco.

finalf

Piccola curiosità: mediante un hack effettuato sulla scheda di gioco arcade di Street Fighter 2, degli sviluppatori americani hanno realizzato una versione di Final Fight a tre giocatori. In collaborazione con Arcadestory è stato creato un cabinato custom, modificando uno della Konami, su cui è stato possibile far funzionare il gioco e che a tutt’oggi rimane l’unico cabinato arcade (quantomeno in italia) su cui sia possibile giocare a Final Fight in 3 giocatori contemporaneamente.

Con questo titolo Capcom ridefinisce lo standard per questo genere, è curioso che tuttavia questo sia capitato quasi per caso.
Infatti originariamente Final Fight non doveva essere affatto un picchiaduro a scorrimento, ma il seguito di un titolo che ancora oggi fa parlare di se, ovvero Street Fighter. Pensate che il titolo iniziale del gioco doveva proprio essere Street Fighter 89.
Sembrerebbe che questo cambio di direzione sia dovuto principalmente a limitazioni hardware, almeno questo è quello che è emerso da un’intervista rilasciata dallo stesso sviluppatore. Sta di fatto che il gioco non condividesse più nulla del concept originale e quindi ne cambiarono il nome.
C’è da dire che comunque Final Fight come anche i giochi della serie di Street Fighter appartengono tutti allo stesso universo narrativo, infatti è possibile trovare personaggi di FF, in titoli legati all’IP di Street Fighter.

Final-Fight-1989-storia

Ad ogni modo ci troviamo davanti ad un periodo particolarmente fiorente per il genere Beat’em up e un’altro colosso giapponese non rimane certo a guardare.
La Sega, dopo un primo esperimento non del tutto riuscito (mi riferisco ad Altered Beast del 1988), nel 1989 pubblica Golden Axe.
Un picchiaduro dove era possibile cavalcare creature fantastiche o combattere con ascia e spada, per poter raggiungere la fortezza dove erano tenuti prigionieri il Re e la Regina.
L’idea di cambiare routine narrativa ambientando il gioco in un mondo più fantasy, simile alle ambientazioni di D&d, è stata sicuramente un’ottima intuizione, che si è dimostrata vincente visto il successo di questo titolo, oltretutto rispetto al suo predecessore creato dallo stesso sviluppatore, ne è stato migliorato anche il gameplay, molto più fluido e meno legnoso.
Nonostante l’aspetto grafico di Final Fight fosse nettamente diverso e per certi versi migliore, in Golden Axe vennero introdotte interessanti novità, quali  l’uso delle magie, la buona grafica, le ottime musiche, per non parlare del gameplay coinvolgente.

Insomma un vero capolavoro che ogni appassionato di retrogame dovrebbe giocare almeno una volta… meglio se in due.
Si conclude così il nostro breve volo sopra i picchiaduro arcade, ho voluto citare solo questi tre titoli, perché credo siano quelli che al meglio rappresentano la decade anni 80, poi vabbè qualche annetto dopo escono titoli come Cadillac and Dinosaurs, The Punisher, insomma ho scalfito appena la superficie.
Io? Sono Mike e in attesa di leggere i vostri commenti  per scoprire quale fosse il vostro picchiaduro a scorrimento preferito, vi saluto e vi do appuntamento alla settimana prossima con Passione Arcade.

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1 Comment

  • Scoprii double dragon nel lontano agosto del 1988 nel bar del paesino in cui vivevo all’epoca. Per me è stato amore a prima vista,è stato il primo vero approccio avuto con questo meraviglioso mondo,double dragon per me è il primo amore,l’ho posseduto per tutte le piattaforme avute ed oggi da buon retro collezionista ho praticamente la trilogia ed atri spin-off per tutte le vecchie console esistenti

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