Doom Patrol – Recensione prima stagione

Ancora supereroi nelle serie tv? Non lasciatevi ingannare, Doom Patrol è un gioiellino che non potrete fare a meno di amare od odiare senza mezze misure

Nato come uno spin off della serie Titans, la maggior parte dei protagonisti ci vengono infatti presentati nella quarta puntata della serie sopracitata, Doom Patrol prende subito le distanze dai toni canonici di una storia sui supereroi, lasciando da parte sia le tematiche teen più care all’Arrowverse che quelle classiche dell’eroe che segue la celebre massima del da grandi poteri derivano grandi responsabilità. La serie, che si basa sull’omonimo fumetto del 1963 della DC Comics, ci introduce un gruppo di persone totalmente a disagio con i propri poteri. I protagonisti sono Cliff Steele, un pilota che a seguito di un incidente ritrova il suo cervello trapiantato in un corpo robotico (interpretato dall’indimenticabile Brendan Fraser della trilogia de La Mummia), Rita Farr, ex attrice col potere di modificare il suo corpo in lunghezza e consistenza a causa di un gas tossico (cui ha prestato il volto la bellissima April Bowlby), Larry Trainor, un pilota dell’aeronautica che durante un volo nello spazio viene posseduto da un’entità sconosciuta (Matthew Zuk), Crazy Jane, una ragazza che a seguito di un trauma ha sviluppato 64 personalità diverse ognuna con un potere specifico, interpretata alla perfezione da Diane GuerreroCyborg, il supereroe metà uomo e metà macchina che abbiamo conosciuto nel film sulla Justice League (che qui ha le fattezze di Joivan Wade) e il dottor Niles Caulder, uno scienziato che si prende cura del gruppo e ricopre il ruolo che negli X-Men è di Charles Xavier (interpretato dal sempre ottimo Timothy Dalton). La citazione non è casuale, infatti sia gli X-Men che Doom Patrol uscirono per la prima volta nel 1963 ed entrambe hanno diversi punti in comune, che noterete sicuramente se siete appassionati dei mutanti di casa Marvel.

doom patrol

La storia è raccontata direttamente dal villain di turno, Mr. Nobody, interpretato dal sorprendente Alan Tudyk, in una struttura intervallata da costanti flashback, rimandi interni e situazioni trasversali che rendono il ritmo della serie godibile una volta superato l’impaccio dei primi episodi, decisamente lenti in alcuni frangenti. Nella prima puntata ricorre la massima la mente è il limite ed è proprio questo lo schema che la serie va ad infrangere. Episodio dopo episodio ci troveremo di fronte a personaggi e situazioni assurde, tanto spassose quanto riflessive, tanto demenziali quanto disturbanti: asini che fungono da portali, topi vendicativi, scarafaggi con manie di grandezza, gatti che sparano raggi laser, alligatori mangiauomini, unicorni parlanti, strade itineranti con una volontà, culti segreti, maghi provetti, uomini delle caverne, clown inquietanti, supereroi muscolosi in mutande leopardate e chi più ne ha più ne metta. Dopo ogni puntata ci troviamo a domandarci cosa diavolo ho appena visto?

Proprio questo calderone di situazioni assurde potrebbe far storcere il naso a chi desidera uno show più lineare, ma la forza di Doom Patrol è proprio nella sua follia. Questa follia è ben incarnata da Mr. Nobody che parla direttamente con gli spettatori mentre ci guida nella storia, coinvolge con battute e varie astuzie che divertono e ci fanno sentire parte integrante dello show.

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Rispetto ai classici supereroi, la nostra banda di eroi disadattati vive i poteri come una maledizione dalla quale liberarsi, un peso insopportabile che rende la normalità un’utopia. Durante gli episodi ci vengono spiegate le origini e i caratteri di tutti i protagonisti in maniera dettagliata e profonda, in modo da creare una buona empatia nei loro riguardi. I colpi di scena sono continui e ben disposti negli episodi: questi, insieme alle varie situazioni assurde, stemperano il tono della serie, in generale cupo e drammatico, dato dal conflitto interiore dei protagonisti. Ogni personaggio ha il suo scheletro nell’armadio, le sue paure, le sue speranze e con il proseguire della trama è ben delineato il percorso che ciascuno compie, portando ad una vera e propria evoluzione di ciascun eroe. Il finale è un buon compromesso che fa presagire una seconda stagione, visto che lascia un senso di incompiutezza.

La serie, che fa parte del servizio streaming DC Universe, disponibile solo negli Stati Uniti, è stata acquistata da Netflix, così come fu per Titans, visto il successo che ha riscosso in patria: Doom Patrol ha ottenuto il 95% di recensioni positive su Rotten Tomatoes (uno dei maggiori siti che si occupa degli indici di gradimento) rispetto all’79% di Titans. Il mio consiglio è di prepararvi una bella scodella di pop corn e di lasciarvi stupire da questa serie totalmente fuori dagli schemi.

 

 

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1 Comment

  • Un’idea che poteva essere interessante. Poteva. Una serie di eroi che diventano una serie infinita di paranoie e psicologie malate. Da sdoppiamento di personalità alla omosessualità. Soprattutto questa che sembra sponsorizzata da una lobby gay. Arrivato alla puntata della città di trans ho smesso di vederlo. Ci mancava il “sciao bello” in romanesco e poi i prossimi super eroi li avremmo potuti vedere a petto nudo vestiti da farfalle con il Mago Otelma. Da dimenticare . DC comics dove sei finita??

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