Dan Jurgens, l’uomo che ha ucciso (e fatto rinascere) Superman

Siamo riusciti a fare quattro chiacchiere con il grande Dan Jurgens, l’uomo che negli anni 90 (insieme ad alcuni tra i migliori Artisti e Autori in circolazione) è riuscito a fare quello che Lex Luthor e Brainiac sognano da tutta la vita: ha ucciso Superman! Dan ci ha raccontato come si è arrivati a uccidere l’Uomo d’Acciaio e a farlo rinascere, più forte di prima e pronto per il nuovo Millennio

copertina intervista Dan Jurgens

Quando sai di dover intervistare una leggenda, non sai mai come prepararti. Ti rileggi le sue opere più importanti, come prima cosa. Ti aggiorni, vedi se ti è sfuggito qualcosa, provi a dare un’occhiata alle sue ultime dichiarazioni per evitare di chiedere cose banali o che già tanti altri prima di te gli hanno chiesto.
Però non è facile. Perché sai benissimo che non stai intervistando una persona normale.

Stai per parlare con l’uomo che ha ucciso Superman.
Stai per fare quattro chiacchiere con l’uomo che ci ha raccontato le storie di un mondo privato del suo più grande campione, facendoci conoscere aspetti e punti di vista che non ci saremmo mai aspettati.
Metropolis piangeva, ma reagiva. Proprio come avrebbe fatto il suo eroe.

Insomma, sto per parlare con DAN JURGENS. Un nome indissolubilmente legato a Superman, certo, ma non solo: Spider-Man, Thor, Batman, Booster Gold, i Titans, Captain America… insomma, i personaggi più importanti e iconici sono passati tutti attraverso la sua penna e la sua matita. Nessuno escluso.

Dan ha fatto rinascere l’Uomo d’Acciaio, proiettandolo verso un luminoso futuro. Ci ha raccontato le avventure di Ben Reilly nei panni di Spider-Man, rilanciando il personaggio al termine della Saga del Clone. Ha riportato Thor sulla Terra e traghettato Cap nel nuovo Millennio… per non parlare del fatto che poche settimane fa James Gunn ha annunciato una serie TV live action proprio su Booster Gold, personaggio DC creato da Jurgens negli anni 80 che recentemente è tornato sotto i riflettori.
Come vi dicevo in apertura, non sto per incontrare una persona normale.

Signore e signori, è con grande onore che do il benvenuto sulle pagine di MegaNerd al grande DAN JURGENS!


Ciao Dan! Bentornato in Italia, anche se per il momento solo “virtualmente”, grazie a questa intervista. Abbiamo da poco festeggiato i trent’anni da La Morte di Superman, l’evento che ha sconvolto e caratterizzato i comics negli anni 90. La prima cosa che vorrei chiederti è: cosa si prova a essere entrato di diritto nella storia del fumetto? Mentre stavi realizzando quest’opera insieme a dei giganti come Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel, avevi la percezione di quanto grande fosse la storia che stavate per raccontare al mondo?

Quando uscì SUPERMAN #75, stavamo iniziando a farci un’idea di quanto fosse importante la storia. Tuttavia, ciò che non potevamo prevedere era come avrebbe avuto un impatto 30 anni dopo. In parte ciò è dovuto al modo in cui la storia è sopravvissuta su altri media, con adattamenti sia nei film animati che in quelli live action. Allo stesso tempo, molto è guidato dal numero di fan là fuori che sono entrati nella storia alla grande negli anni ’90 e hanno ancora un enorme affetto per essa oggi. È stato abbastanza significativo per loro e vogliono dedicare ancora del tempo a una delle loro storie preferite.

superman 75

 

Com’è nata l’idea di contrapporre a Superman un personaggio come Doomsday? Avete pensato subito che a uccidere l’Uomo d’Acciaio dovesse essere un personaggio tutto nuovo, creato proprio per l’occasione, o avete anche accarezzato l’idea che l’assassino potesse essere uno dei classici villain?

Una volta che abbiamo deciso di uccidere Superman, abbiamo discusso a lungo se dovesse essere un cattivo familiare come Luthor o Brainiac o qualcuno di nuovo. Avevo già parlato del desiderio di introdurre un nuovo cattivo molto più “fisico” per Superman e abbozzato un’immagine preliminare di Doomsday sul posto. Ci piaceva l’idea di qualcuno di nuovo, fresco e misterioso… per non dire mortale!

Doomsday Jurgens

Come si prepara un evento del genere? Oggi la “dipartita del supereroe” è praticamente all’ordine del giorno e fondamentalmente non creano neanche più tanto hype tra i lettori (ormai sappiamo bene che nei comics il concetto di morte è piuttosto malleabile…), però 30 anni fa nessuno aveva mai fatto una cosa simile, soprattutto con una vera e propria icona della cultura pop mondiale. Da che parte si comincia a scrivere una storia così importante?

Quello che ci interessava di più era l’idea di addentrarci in un mondo senza Superman. Siamo stati in grado di concentrarci davvero sulla sua importanza per il mondo rimuovendolo dalle sue serie. Dopotutto, quando perdiamo qualcuno nella vita reale, spesso non ci rendiamo conto di quanto significhi per noi finché non se n’è andato.

L’assenza di Superman dall’universo DC, l’impatto che ha avuto sulla sua famiglia e sui suoi amici e il modo in cui il mondo lo ha pianto è ciò che ha fatto funzionare tutto.

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Un aspetto che ho apprezzato molto, non solo della storia in sé, ma anche delle saghe che ne sono derivate, Funeral for a Friend, World without Superman e Reign of Supermen, è stato vedere la reazione del mondo a una perdita così grande. Ricordo di aver pensato che le storie di Superman (inteso come serie, non come personaggio) forse non erano mai state così umane: abbiamo visto come ha reagito Lois, l’amore della sua vita, abbiamo assistito all’enorme dolore dei genitori, allo sgomento della gente comune. Forse è con storie del genere che abbiamo capito bene la grandezza di Superman. Che ricordi hai di quel periodo?

Il ricordo più grande che riflette quel sentimento sarebbe questo. Non avevamo ancora deciso di uccidere davvero Superman, ne avevamo parlato con il nostro editor, Mike Carlin, che ha detto: «Sì. Quindi è morto. POI COSA SUCCEDE?»

È stato allora che abbiamo iniziato a parlare del funerale, della reazione di Lois Lane e della tragedia di Ma e Pa Kent che hanno visto morire il loro figlio in TV… ma non poterlo dire a nessuno a causa dell’identità segreta! Solo quando ci siamo entusiasmati all’idea di fare tutte quelle storie, abbiamo deciso di uccidere davvero Superman, e poi tornare indietro e pianificare il combattimento con Doomsday.

Siamo stati veramente guidati dalla tristezza, dall’umanità e dall’intensità della storia di WORLD WITHOUT A SUPERMAN.

la reazione dei Kent alla Morte di Superman

Oltre alla morte (e al ritorno in vita), hai raccontato diversi periodi della vita di Superman: qualche anno fa hai realizzato la bellissima mini Lois & Clark, in cui la coppia arriva nell’universo New52 con il piccolo Jon Kent, mentre in tempi recenti hai seguito il rilancio del personaggio nell’ambito del progetto DC Universe Rebirth, facendoci vedere un aspetto finora inedito di Superman: il suo essere papà. A quale di questi periodi sei maggiormente affezionato?

Può sembrare che stia evitando la domanda, ma sono ugualmente orgoglioso di entrambi. Il motivo per cui lo sono è che sono stato in grado di aggiungere continuamente qualcosa all’arazzo della vita di Superman. Ho fatto la morte, il matrimonio di Lois e Clark e la nascita di Jon.

In breve, è stata la capacità di costruire continuamente storie e direzioni nuove e significative per il più grande personaggio dei fumetti.

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Qualche tempo dopo aver rilanciato Superman, sei stato chiamato da Marvel per occuparti di uno Spider-Man tutto nuovo: per la prima volta sotto la maschera non c’era Peter Parker, eppure si trattava dell’Arrampicamuri canonico e titolare. Cosa ci puoi raccontare di quel periodo?

La Marvel mi ha contattato per fare Spider-Man e voleva tornare a un singolo Uomo Ragno, senza legami, tramite Ben Reilly. Sentivano che Peter Parker, che all’epoca era sposato con Mary Jane, sembrava troppo distante dal suo concetto originale.

Dissero che volevano che facessi storie tradizionali di Spider-Man, tutte raccontate con un Ben Reilly apparentemente più giovane e single.

Tutto è diventato molto più complesso una volta arrivato lì ed è stato facile vedere che probabilmente l’adattamento non era del tutto corretto, quindi ho capito che era meglio per me andare avanti.

sensational spider-man

 

A quanto pare sei stato l’uomo dei grandi rilanci: dopo Superman e Spider-Man, ecco arrivare Thor nell’ambito dell’evento Heroes Return insieme a John Romita Jr. Rispetto all’Uomo d’Acciaio e all’Arrampicamuri stavolta ti sei trovato al cospetto di un dio: quanto è stato difficile creare delle avventure nuove e moderne per un personaggio del genere?

Ricordo che in quel periodo tutti mi chiedevano una sola cosa: perché avrei voluto scrivere due personaggi che erano essenzialmente gli stessi? Non la vedevo così, per niente!

Superman è qualcuno che potrebbe essere un dio se solo lo volesse, ma è così radicato nell’umanità che ha scelto di enfatizzare quell’aspetto della sua vita.

Thor è un dio e lo è sempre stato, sia mentalmente che fisicamente. Sono totalmente diversi, ed è stato molto divertente scrivere qualcuno che ha abbracciato e interpretato davvero quell’aspetto della sua personalità. Mi è piaciuto molto lavorare su Thor e ho avuto alcuni grandi artisti come John Romita Jr., Andy Kubert, Stuart Immonen e altri con cui lavorare.

thor dan jurgens john romita jr

Ormai sei nell’industria del fumetto da parecchi anni: come hai visto evolvere il mondo dei comics, sia dal punto di vista narrativo che grafico?

L’approccio alla narrazione è sicuramente cambiato poiché ora stiamo impiegando più tempo per raccontare una singola storia. Parte di questo è così perché in questo modo possiamo adattare la storia a qualcosa che si adatta bene alle edizioni raccolte in volume.

Ora ci rivolgiamo anche di più ai nostri lettori più accaniti e temo che abbiamo reso il nostro prodotto inaccessibile ai lettori più giovani e nuovi.

Abbiamo anche adottato metodi di narrazione più complessi, che possono davvero aggiungere profondità alla storia, se fatti bene. Oppure, in alcuni casi, mettersi in mezzo e rendere incomprensibile la storia.

Ma, in ogni caso, i fumetti sono cambiati e continueranno a farlo. In generale, è positivo.

Ti conosciamo sia come autore completo, che nelle differenti vesti di scrittore o disegnatore. Dovendo scegliere, in quale ruolo ti trovi più a tuo agio? Lavori meglio da solo o preferisci collaborare con uno sceneggiatore e/o con qualcuno che disegni le tue parole?

Penso che tutto dipenda dal progetto.
Mi piace scrivere per altri artisti così come mi diverto a disegnare ciò che scrivono altri scrittori. E mi diverto ancora a scrivere e disegnare le mie storie!
Il mix mi aiuta a mantenermi fresco e imparo sempre lavorando con gli altri.

Che tipo di sceneggiatore sei? Preferisci fornire ai disegnatori che collaborano con te delle sceneggiature dettagliate nei minimi particolari o lasci spazio all’interpretazione dell’artista?

Mi piace lasciare spazio all’interpretazione, specialmente con gli artisti più affermati. Sarebbe sciocco lavorare con qualcuno come John Romita, Jr. e non dargli spazio per allungarsi e muoversi all’interno dei confini della storia perché è un brillante narratore.

Voglio che gli artisti si sentano il più coinvolti possibile perché voglio la loro personalità e il loro impegno sulla pagina, insieme al mio. Troppi scrittori cercano di controllare i loro artisti. Cerco di dare loro molto spazio, proprio come apprezzerei se stessi disegnando io la storia.

James Gunn, il nuovo capo dei DC Studios insieme a Peter Safran, ha annunciato a sorpresa una serie TV live action su Booster Gold, il personaggio che hai creato per DC negli anni 80: sarai coinvolto nella realizzazione? Già qualche anno fa si parlava di un film dedicato a Booster Gold, ora però le cose sembrano essere molto più concrete, con tanto di annuncio ufficiale.

Negli anni passati Booster era stato sviluppato sia come serie TV che come lungometraggio. Entrambi sono arrivati alla fase di sceneggiatura ma non sono mai andati oltre.
Sono incredibilmente entusiasta del piano attuale in quanto fa parte di un approccio più ampio e coeso per l’Universo DC. Booster dovrebbe adattarsi abbastanza bene a questo.

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Nella tua carriera c’è stato spazio anche per il Cavaliere Oscuro, ovviamente: nell’ambito del DC Universe Rebirth hai scritto la testata Batman Beyond, per la quale immagino avessi tantissima libertà, essendo sostanzialmente slegata da qualunque tipo di continuity. Che ricordi hai di questa serie?

Sì, la parte migliore dello scrivere BATMAN BEYOND è stata avere la libertà che ne derivava.

Terry McGinnis è un grande personaggio ed è stato divertente poter aggiungere così tanto al suo mondo. È stato davvero come avere il tuo universo in cui giocare, il che è abbastanza liberatorio per uno scrittore.

Come detto, hai rilanciato tantissimi personaggi: il tuo nome è legato particolarmente a Superman e alla DC Comics, ma sei riuscito a lasciare il segno anche in Marvel. C’è un personaggio tra questi due editori che ti piacerebbe rilanciare e su cui non hai ancora lavorato?

Fortunatamente, sono stato in grado di fare la maggior parte di quello che volevo fare. Ce ne sono ancora un paio là fuori che non ho toccato, ma preferirei non elencarli qui.

Da lettore, quali sono le serie che attualmente segui con maggior attenzione?
Il mio fumetto preferito da leggere in questi giorni è THE HUMAN TARGET di Tom King e Greg Smallwood. È assolutamente meraviglioso!

Come vede il mondo del fumetto Dan Jurgens da qui a 10 anni?

Vorrei tanto saperlo! Il ritmo del cambiamento è diventato più veloce, quindi è ancora più difficile vedere dove andrà a parare. In effetti, direi che sarebbe bello vedere le cose rallentare e stabilizzarsi un po’.
Tuttavia, fumetti e media continueranno a influenzarsi a vicenda e penso che la connessione si approfondirà.

 


Ringraziamo davvero Dan per averci concesso un po’ del suo tempo, in un momento di grandissimo lavoro (è attualmente coinvolto nel rilancio di Action Comics e di altri progetti DC), è riuscito comunque a regalarci una chiacchierata interessante e appassionante.

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L’evoluzione di Superman attraverso gli occhi di Dan Jurgens

Dan Jurgens

Attivo sia come scrittore che come disegnatore, è noto principalmente per essere stato il deus-ex-machina del ciclo de La morte di Superman e delle successive storie (Funerale per un amicoIl regno dei Supermen), tanto da essere spesso chiamato “l’uomo che ha ucciso Superman”.

Tra i suoi contributi principali si ricordano lavori su The Sensational Spider-Man (vol. 1), Thor (vol. 2), Capitan America (vol. 3), Justice League of AmericaMetal MenI Giovani Titani (vol. 2), Ora zero – Crisi nel tempoTomb RaiderAquaman (vol. 3) e Marvel contro DC, oltre alla creazione dell’universo Tangent Comics e di personaggi come Booster Gold e Waverider.


Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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