Corazzata Spaziale Yamato: la poetica narrazione oltre i confini di Leiji Matsumoto

Oggi parliamo di una delle opere più importanti del maestro Leiji Matsumoto: la Corazzata Spaziale Yamato, recentemente ristampata in tre volumetti da RW/Goen

Il mare nero delle stelle. Nel buio, si avverte il grido strozzato di uomini sopraffatti dall’immensità muta che si espande nello spazio esterno, luogo decretato a palcoscenico dove la comprensione si consuma e si perde la definizione di ogni certezza. Smarriti i  confini della ragione ci si affida all’umano sentire.

 Se il cuore comanda, i guerrieri obbediscono.

Sul finire degli anni venti, Edmond Hamilton scrisse I soli che si scontrano e da lì in poi la ricerca di un rifugio sicuro dal caos del nostro mondo iniziò a essere il necessario sfogo dalla delusione che proviamo per noi stessi, artefici della distruzione di ogni bellezza vivente, codardi guerrafondai che sparano alla cieca su ogni forma di vita. Vili artefici del grigio dell’esistenza. Fu proprio dai romanzi di Hamilton che trasse ispirazione l’anime di Capitan Futuro, ma questa è un’altra storia.

Dicono, Le noir c’est une couleur. Leiji Matsumoto ha cercato di ritrovare i colori del mondo partendo dal nero che tutto avvolge. Prima che l’Arcadia solcasse il mare dell’universo, in difesa di un pianeta irriconoscente che sentenzia e bolla come fuorilegge chi non asseconda i suoi sbagli, altri eroi solitari accettarono il gravame di un mondo morente.

Se siamo vivi non dobbiamo arrenderci. E il rifiuto della resa è una voce femminile lontana, quella della Regina Starsha che ci parla da Iscandar.

La Regina ci richiama a sé per farci dono del cosmo dna, un dispositivo in grado di rimuovere le radiazioni nucleari dalla Terra che sta esalando l’ultimo respiro per colpa del Pianeta Gamilas.

L’Ammiraglio Okita alla guida della Corazzata Yamato è una leggenda ancor prima di essere un uomo. Sommessamente guida il suo equipaggio nonostante il suo corpo stia abbandonando le forze sotto il peso delle troppe battaglie. Solo, controllando la rotta oltre i confini della nube di Magellano, Okita dichiara il suo amore per le stelle chiedendo a quest’ultime il coraggio di affrontare la morte che sente arrivare. Nell’immensità, Okita si interroga sul senso della vita e della morte, trasferendo, mentre la vita lo abbandona,  la propria anima nella Yamato.

Si. La Corazzata Spaziale Yamato fa commuovere e stringere il cuore. Ed è sempre così con Leiji Matsumoto. L’anima di Tochiro Oyama è rimasta nell’Arcadia e guida Harlock; quella di Okita ricolma la Corazzata.  Tra le pagine che scorrono, i due comandanti s’incontreranno. Un pirata, dalla sua leggendaria astronave, guida la Yamato fuori dal pericolo, riconoscendo il valore dell’Ammiraglio e cedendo il passo rispettosamente. Un passaggio lirico magnifico. Rispettivamente al comando, Harlock augura buon viaggio all’Ammiraglio. Kodai e Yuki chiedono cosa rispondere. Non morire, si limita a trasmettere Okita.

Maicol&Mirco in una bellissima lettera d’amore scrivono a Matsumoto: «Leiji sarebbe poesia, se per fortuna non fosse fumetto». Il leijiverse è un’idea prima ancora di essere il luogo dove Matsumoto confonde i suoi viaggi interstellari. Un’epopea romantica  che naviga in mare aperto.

 

Non so per quale motivo certe cose
portino alla mia mente meraviglie,
o sian come l’immagine di un varco
aperto lungo il muro dell’orizzonte,
che si spalanchi verso nuovi mondi
accessibili solo agli dei.  

“Aspettativa” di H. P. Lovecraft

Ci sono uomini che hanno il dono di percepire l’oltre. Vorrei i loro occhi per dare consistenza all’infinito.

La Corazzata Spaziale Yamato è una summa di difficile comprensione. Tuttavia è un varco che tutti possono attraversare se decidono di perdersi. Un racconto su carta che Matsumoto snoda contemporaneamente a quello animato, su cui potrei finire per non ritrovare la strada; così simili eppure così diversi. Mentre il manga si erge a racconto epico, un teatro tragico dove Leiji muove le sue creature, l’anime è un pregevole esempio di space opera, dove la battaglia interstellare primeggia e occupa quasi tutto lo spazio narrativo. In entrambi i casi, lo spazio esterno è un teatro dove la rotta è solcata da navi leggendarie.

Leiji è un uomo che nella letteratura ha sfogato la propria disillusione. Un narratore che tramite la sua poetica pose in essere una panacea escapistica vera e propria per risanare l’orgoglio ferito del suo popolo dopo l’umiliazione dell’occupazione americana. Ne abbiamo parlato qui a proposito di Capitan Harlock.

E se per rialzarsi abbiamo bisogno di sognare, Matsumoto ridona vita alla Yamato, corazzata abbattuta dagli americani durante la seconda guerra mondiale.

L’antica Corazzata Yamato giaceva bagnata dagli ultimi raggi del crepuscolo… nient’altro che la crisalide di una nave di ferro.

Strano come va il mondo vero?  Proprio quel popolo che ha annichilito la dignità di una Nazione sarà poi la prima a fare suo il racconto restituendolo anche a noi sotto il nome di Star Blazers. L’Astronave Argo vi dice qualcosa sicuramente.

Paradossi a parte, dobbiamo sempre guardare avanti. Se c’è ancora una speranza, è nelle generazioni future che dobbiamo riporle. Kodai e Yuki sono i ragazzi cresciuti senza aver visto la guerra con i loro occhi. Hanno fame di avventura e coraggio da vendere. Personaggi ricorrenti nella narrativa di Leiji e, dal punto di vista storico, fondamentali quando si parla di fumetto giapponese. Matsumoto è colui che prende in mano le redini del concetto di avventura dopo i padri fondatori del manga moderno. Si passa dai racconti di Osamu Tezuka, solo per citare l’autore sommo, dove la grande narrazione è portata avanti da personaggi intimamente problematici perché destinatari diretti degli abomini della guerra, alle avventure vissute da uomini che finalmente reagiscono alle umiliazioni vissute. Sono eroi perché scelgono di esserlo, non perché era scritto nel loro destino.

La Corazzata Spaziale Yamato è una storia tra le stelle di quelle difficili da dimenticare. Narra guerre combattute e un viaggio ancora da affrontare. C’è una speranza che ci chiama dal primo pianeta del sistema solare Sanzar nella grande nube di Magellano.  Anno Domini 2199: la virile Yamato si alza in volo, alimentata dalla speranza di tutti gli abitanti della Terra. Buon viaggio, cari lettori di MegaNerd.

 

 

 

Abbiamo parlato di:

Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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