Antonella Liverano Moscoviti – A tu per tu con la sceneggiatrice di Samuel Stern

La redazione di MegaNerd è orgogliosa di ospitare Antonella Liverano Moscoviti, una delle autrici di fumetto più in vista degli ultimi anni, le cui storie trattano temi attuali e impegnati. Antonella è sceneggiatrice presso Bugs Comics per Samuel Stern e oggi ci racconterà i suoi segreti!

intervista moscoviti

Ciao, Antonella! Benvenuta su MegaNerd e grazie di aver accettato di fare questa chiacchierata con noi. Dunque, come ti sei avvicinata al fumetto e cosa ti ha spinto verso questo settore?

Grazie a voi per l’invito! Mi piace dire che non sono io ad aver scelto il fumetto, ma è stato lui a trovarmi. Ero una lettrice appassionata, ma non avevo mai considerato l’idea di una carriera nel fumetto… Fino a quando un amico mi ha mostrato il volantino di una scuola di fumetto. Ho scoperto che avevano un corso di sceneggiatura e mi sono detta perché no?”.

Lavori da tempo come sceneggiatrice presso Bugs Comics, in che modo sei stata selezionata?

A Maggio 2018 la BUGS era alla ricerca di nuovi collaboratori, vista anche l’uscita di Stern di lì a breve. Seguivo le riviste BUGS e mi piaceva il loro modo di lavorare, quindi mi sono proposta. Dopo qualche mese ho iniziato a lavorare con Adriana Farina alla mia prima pubblicazione in BUGS, MoFtri- La chiamata del Grande Polpo.

Come sei finita su Samuel Stern? E come ti approcci alle avventure del Rosso di Edimburgo, quali sono i parametri da rispettare?

Per me Stern è sempre una gran bella sfida. Scrivere un personaggio da edicola, creato da altri autori, con un background ben definito e con una serie di uscite alle spalle mette addosso una certa pressione. Diciamo che a me piace “barare”, quindi nei miei albi Stern è meno presente, si fa da parte per lasciare spazio agli altri personaggi e alle loro storie.

Puoi parlarci del tuo metodo di lavoro quando scrivi una storia?

Nel mio processo creativo c’è una prima fase in cui non scrivo assolutamente nulla. Lascio vagare la mente il più possibile, “aspettando l’ispirazione”. Una volta trovata un’idea che mi soddisfa, la scrivo di getto, facendo qualche piccolo aggiustamento successivo. Non oso immaginare il panico di chi lavora con me, vedendo mesi di silenzio in cui non propongo nulla.

Quanto c’è di te in quello che scrivi e da cosa trai ispirazione solitamente?

Parto quasi sempre da un argomento che conosco bene o da una tematica che mi sta a cuore. Credo che questo traspaia bene da quello che scrivo, e arrivi anche più facilmente al lettore.

L’ultimo numero di Samuel Stern che hai sceneggiato, intitolato Spirti sulla pelle in edicola in queste settimane, tratta del revenge porn. Un triste fenomeno che ha bisogno di essere messo in luce. Quali difficoltà hai trovato nell’approcciarti ad una tematica del genere?

Credo che Samuel Stern, che parla di demoni che nascono dall’animo umano, fosse la testata più adatta per parlare di quell’orrore contemporaneo che è il revenge porn. La sfida è stata sicuramente parlare di revenge porn non (solo) come reato odioso, ma anche e soprattutto come un trauma che lascia segni indelebili sulla pelle di chi lo subisce. Anche quando “giustizia è fatta”, come nel caso di questa storia, comunque la vittima deve convivere con una pena che continua a infliggersi da sola giorno dopo giorno.

Da donna e professionista, come percepisci l’ambiente del mondo del fumetto? E che rapporti hai con i colleghi?

Per mia fortuna ho sempre avuto accanto colleghi rispettosi, che hanno valutato prima di tutto le mie capacità come sceneggiatrice. Non ho particolari problemi coi colleghi, anzi, con alcuni di loro si è creato un rapporto di amicizia.

Sui social se molto attiva anche come porno divulgatrice, puoi parlarcene? Ti ha mai causato problemi e i tuoi contenuti come vengono recepiti dal tuo pubblico?

In Italia mettere insieme donne, sessualità, porno e sex work in generale è la ricetta per un disastro. Siamo ancora molto indietro su queste tematiche, anche se qualcosa sta iniziando a muoversi. Mi fa piacere poter fare la mia parte parlando del porno come genere cinematografico e smontando la mitologia che lo circonda.

Quali sono stati, e quali sono ancora, i tuoi punti di riferimento per il tuo percorso artistico?

Invidio tantissimo a Kentaro Miura “L’epoca d’oro” di Berserk, è la storia che vorrei aver scritto io. Mi piacciono la capacità di Neil Gaiman di creare mondi, le creature di Shigeru Mizuki, l’orrore di Junji Ito. Nel cinema, amo Darren Aronofsky e il suo raccontare di persone “spezzate”.

Domanda obbligata: hai qualche aneddoto particolare avvenuto nel corso della tua carriera?

Ho una scatola piena di accrediti accumulati dal 2018 a oggi in giro per le varie fiere, e credo che nessuno di loro porti il mio nome completo scritto in modo corretto. Si spazia da quelli con un solo cognome, a quelli dove ci sono solo le iniziali “A.L.M.”, a quelli coi cognomi invertiti o mutilati. A Lucca 2022 ero nota come “Antonell”. Non so come mai, ma il doppio cognome manda in crisi molti. E la cosa fa ridere sia me, chi si trova a lavorare con me.

Che consigli daresti a chi vuole intraprendere questo mestiere, magari in qualità di sceneggiatore?

Fuggite, sciocchi! Ma se proprio volete tuffarvi nel magico mondo del fumetto, chiedetevi cosa volete raccontare. Trovare la propria voce come autori è indispensabile. E poi ci vuole un sacco di pazienza, è un lavoro fatto di lunghe attese e tanti no.

Beh, la nostra chiacchierata si è conclusa, ma prima di salutarti vorremmo qualche anticipazione sui tuoi prossimi lavori, ove possibile ovviamente.

Ho preso un biglietto aereo Edimburgo-Theia, abbandono per qualche tempo le pagine di Stern per approdare su quelle di Kalya. Ma per ora non posso dire nulla di più!

Allora non vediamo l’ora di saperne di più! Grazie mille per la tua disponibilità, Antonella. La redazione ti saluta calorosamente e spera di poterti incontrare stavolta per una chiacchierata dal vivo.


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Gianluca Testaverde

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Faccio un po' di tutto nella vita: perditempo a tempo pieno, disegno, amo il doppiaggio e scrivo ciò che vorrei leggere. E per l'amor di Dio... non fate i fumettisti!

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