La storia di “Shelby Oaks” è, prima di tutto, la storia di un individuo che è riuscito a realizzare il sogno che, probabilmente, é di tutti i critici cinematografici e content creator che si occupano di cinema: portare sul grande schermo il proprio progetto.
Un Content Creator che diventa regista

Il tipo in questione è Chris Stuckmann, uno youtuber americano che è stato uno dei primi a pubblicare online video recensioni di film. La sua attività di content creator nasce infatti nel 2009 con una serie di brevi contenuti dal titolo “Quick Movie Reviews“. All’epoca YouTube era ancora una sorta di terra inesplorata, popolata da pochi videoblogger che si dedicavano alla critica cinematografica. Nonostante la sua giovanissima età (all’epoca il nostro aveva appena 21 anni), la sua voce si è imposta rapidamente e in poco tempo i suoi contenuti sono diventati virali, ampliandosi verso le serie TV, anime e videogiochi.
Oggi definire Stuckmann un semplice youtuber sarebbe riduttivo: il suo canale conta oltre due milioni di iscritti e molti critici lo considerano un punto di riferimento assoluto tra i numerosissimi canali nati negli anni successivi, una fonte autorevole che ogni appassionato cinefilo dovrebbe seguire con fiducia.
Nel 2021 la “semplice” attività di critico cinematografico cominciò a stare stretta a Chris Stuckmann. Con un video su YouTube annunciò che avrebbe ridotto al minimo le recensioni di film e serie tv per fare il salto della barricata e dedicarsi alla regia. Una scelta dettata non solo dalla volontà di mettere in pratica le conoscenze acquisite per concentrarsi su suoi progetti cinematografici, ma anche dall’intenzione di non volere più stroncare le pellicole considerate “brutte”.
Stuckmann spiegò, infatti, di aver cambiato prospettiva dopo aver compreso quanto impegno e quante ore di lavoro richieda la realizzazione di un film. Un concetto ripreso dall’attore inglese Joe Shaw il quale, in merito, è stato anche più diretto: «Non c’è un solo film che posso dire di odiare. I film sono troppo difficili da fare per darti il diritto di odiare, anche quando sono pallosi. L’odio dovremmo riservarlo al fascismo e ai broccoli lessi oramai freddi».
Da i Paranormal Paranoids a Shelby Oaks
Nasce così, sotto la sua regia, il progetto “Paranormal Paranoids“, una serie di video su YouTube girati in stile documentaristico da quattro giovani investigatori del soprannaturale (Riley Brennan, Laura Tucker, David Reynolds, e Peter Bailey) mentre esplorano presunti luoghi infestati da entità misteriose. I filmati (una dozzina circa), registrati con telecamere portatili e postazioni fisse, spiccano per realismo e capacità immersiva, tanto da indurre il pubblico a considerarli autentici anziché il frutto di un’accurata narrazione fittizia presentata come reale. Poi, all’improvviso, come avviene nei migliori cliffhanger, i quattro ragazzi spariscono.
Nella narrazione costruita ad arte da Stuckmann, in un ultimo inquietante video si lascia credere che i ragazzi, durante una delle loro indagini, abbiano affrontato una “forza soprannaturale” che si è rivelata fatale. Il pubblico, oramai rapito dai “Paranormal Paranoids” è letteralmente impazzito dietro teorie e speculazioni sull’autenticità degli eventi narrati. Sono nati addirittura siti web e forum di discussione con i quali gli spettatori si sono immersi a tal punto da avere l’illusione di dover risolvere una vicenda reale.
I tempi per il grande salto verso la realizzazione di un lungometraggio erano oramai maturi. Chris Stuckmann e sua moglie Elizabeth capirono che era venuto il momento di realizzare un’ideale seguito agli eventi raccontati dai “Paranormal Paranoids”, dove venisse spiegato il fato occorso ai quattro indagatori dell’occulto. Nasce così il progetto “Shelby Oaks“, una produzione indipendente che ha rischiato di morire ancor prima di nascere.
Il progetto venne infatti sospeso a causa della mancanza di fondi per la sua realizzazione. Anche questa volta, però, è stato l’appassionato pubblico, spinto dalla curiosità di sapere che fine abbiano fatto i loro quattro eroi, ad aiutare Stuckmann a sbloccare il progetto. “Shelby Oaks” ha visto la luce grazie, soprattutto, ad un’imponente campagna di crownfunding su Kickstarter, grazie alla quale sono stati raccolti quasi 1 milione e mezzo di dollari. Di fatto, il progetto cinematografico horror più finanziato sulla piattaforma online Kickstarter.
Ed eccoci arrivati ad oggi. “Shelby Oaks” arriva nei cinema di tutto il mondo (in Italia il titolo viene esteso a “Shelby Oaks – Il Covo del Male“, tanto per non farci mancare nulla) e con un hype più contenuto rispetto a quello registrato oltreoceano abbiamo assistito all’anteprima stampa del film.
Alla ricerca dei quattro indagatori dell’occulto

La storia riparte dall’ultimo inquietante video che annunciava la misteriosa scomparsa dei “Paranormal Paranoids”. Il punto di vista si sposta su Mia (Camille Sullivan), sorella di Riley (interpretata ancora una volta da Sarah Durn). Mia è ossessionata dalla sparizione della sorella e, quando ritrova una vecchia videocassetta collegata a Shelby Oaks – una cittadina abbandonata legata alle indagini di Riley – decide di avviare un’indagine pericolosa alla sua ricerca.
Shelby Oaks è una città immaginaria americana che Stuckmann colloca nello Stato dell’Ohio, un paesaggio brullo e decadente avvolto da un’atmosfera di abbandono. il silenzio domina le strade, gli edifici sono fatiscenti, con insegne arrugginite, finestre sbarrate e interi isolati lasciati al degrado. Un luogo sospeso tra incubo e realtà, dove ogni angolo sembra custodire un segreto. Teatro perfetto per un buon film horror che si rispetti.
Mia rivela la sua ossessione durante un’intervista che, almeno all’inizio, sembra a tutti gli effetti parte di un documentario. Nella prima parte, infatti, il film conserva la stessa estetica che aveva decretato il successo della serie YouTube: immagini “sporche”, rumori di fondo, inquadrature traballanti. Finché “Shelby Oaks – Il Covo del Male“ mantiene lo stile found footage del materiale da cui attinge – lo stesso reso celebre da pellicole come “The Blair Witch Project“ o “Paranormal Activity” – risulta estremamente affascinante, tanto da catturare completamente la nostra attenzione.
Poi, improvvisamente, il film cambia registro e si trasforma nel più canonico degli horror. Ci ritroviamo così immersi in una trama piuttosto blanda, fatta di riti satanici, possessioni demoniache e le solite creature che minacciano la classica casa nel bosco. Un susseguirsi di cliché che affoga la narrazione e non trova riscatto nemmeno nel finale, dove il tentativo di demistificare il ruolo della “final girl” non riesce a produrre quel guizzo capace di scuotere davvero lo spettatore.
Una scrittura pigra affonda un’idea molto valida

Ciò che affonda “Shelby Oaks – Il Covo del Male“ è una sceneggiatura fiacca, priva di slanci e sorprendentemente povera di idee. Ed è paradossale doverlo sottolineare, considerando l’inventiva che Stuckmann aveva dimostrato nel costruire l’universo narrativo su YouTube. Sembra quasi che il tentativo di dare una chiusura alla brillante storia imbastita con la serie di filmati pubblicati online abbia prosciugato la creatività del suo autore. Nemmeno le interpretazioni del cast riescono a salvare il salvabile: non ci aspettavamo performance attoriali da registrare negli annali, ma un coinvolgimento e una trasmissione di empatia maggiore.
“Shelby Oaks – Il Covo del Male” ci insegna che non tutti posseggono il talento dei fratelli Philippou – che da una serie di filmati demenziali diventati virali sul tubo sono arrivati a realizzare due pellicole horror di successo (“Talk to Me” e “Bring Her Back“) – oppure di Daniel Kwan e Daniel Scheinert (anche conosciuti come i “The Daniels”) che dai filmati fatti in casa sono arrivati a realizzare un film che ha vinto 7 premi Oscar su 11 candidature (“Everything Everywhere All at Once“).
Siamo certi che il film, grazie al percorso che ne ha accompagnato la produzione di questo progetto, troverà in patria un buon riscontro di pubblico. Ciò non toglie, e ci duole ammetterlo, che Chris Stuckmann abbia pagato caro il salto al grande schermo, realizzando un’opera che finisce per svilirie tutto ciò che di eccellente era riuscito a costruire su YouTube.
“Shelby Oaks – Il Covo del Male” è al cinema a partire dal 19 novembre, distribuito da Midnight Factory.

Shelby Oaks: Il Covo del Male
Camille Sullivan
Brendan Sexton III
Keith David
Sarah Durn
Derek Mears
Emily Bennett
Charlie Talbert
Robin Bartlett
Michael Beach

