Netflix ha confermato la produzione della seconda stagione, attualmente in lavorazione, e ha diffuso il poster ufficiale di Blue Eye Samurai che mostra Mizu in una nuova ambientazione: Londra. Il poster suggerisce un cambio d’atmosfera netto rispetto al Giappone feudale della prima stagione, anticipando sviluppi più internazionali nella narrazione.
Finalmente Netflix ha firmato una serie animata che ridefinisce il concetto di “capolavoro adulto”: Blue Eye Samurai. Ambientata nel Giappone del periodo Edo, la storia è un mix esplosivo di azione sanguinaria, riflessioni profonde sull’identità e una resa visiva da antologia. Per noi di Meganerd, Netflix ha finalmente il suo capolavoro animato. Blue Eye Samurai è infatti una serie che va ben oltre l’etichetta di “anime” o “animazione per adulti”. È un’opera d’arte in movimento, una tragedia shakespeariana in stile orientale, una storia di redenzione travestita da racconto di vendetta. E con l’arrivo della seconda stagione e il nuovo poster rivelato da Netflix, è chiaro che il viaggio di Mizu è ancora lontano dalla fine.
Dopo l’annuncio della seconda stagione giunto a fine 2023 con il rilascio di un breve ma intenso teaser, finalmente possiamo sapere qualcosa di più sulla produzione di Blue Eye Samurai. La storia seguirà il percorso di vendetta ancora incompleto di Mizu e introdurrà personaggi nuovi e potenzialmente ambigui, lasciando intendere che nessuno è davvero morto fino a prova contraria. Il poster è un forte indizio di questo spostamento narrativo e visivo, portando la protagonista verso territori ancora inesplorati, sia fisicamente che emotivamente.
Durante un panel tenutosi all’Anime Expo di quest’estate, i creatori di Blue Eye Samurai — Amber Noizumi, Michael Green e la produttrice Jane Wu — avevano condiviso alcuni dettagli sulla seconda stagione. Noizumi ha dichiarato che il viaggio di Mizu resta centrato sulla vendetta, definita come la sua “religione”. Green ha aggiunto che almeno due dei suoi obiettivi si troveranno a Londra, una città descritta come “magica”.
Blue Eye Samurai – Un viaggio di sangue e identità
La protagonista, Mizu, è una giovane di sangue misto (giapponese e occidentale) costretta a vivere travestita da uomo in un Giappone profondamente razzista, dove gli stranieri sono considerati impuri. Il suo scopo è chiaro: trovare e uccidere quattro uomini bianchi legati al suo passato — uno dei quali potrebbe essere il padre. Mizu è una guerriera solitaria, temprata dal dolore e animata dal desiderio di vendetta.
Cresciuta e addestrata da Eiji, un maestro cieco e fabbro leggendario, Mizu impara a forgiare la sua spada da un metallo caduto dal cielo. Ma la sua vera trasformazione comincia quando la lama si rompe: un simbolo potente della fragilità della vendetta cieca. Solo liberandosi dell’odio, potrà forgiare un nuovo destino.
Non si tratta solo di una storia di spade: è una riflessione sulla discriminazione, l’identità e la trasformazione. Mizu è un personaggio tragico, ma non patetico. La sua forza risiede nella sua capacità di evolvere. La fusione tra animazione 2D e 3D, ispirata al teatro bunraku e alla pittura giapponese, dona alla serie un aspetto cinematografico che supera molte produzioni live-action.
Lontana da cliché, la serie mostra combattimenti brutali ma realistici, dialoghi ricercati e una sceneggiatura che non teme di rallentare per approfondire le emozioni.
La regista Jane Wu ha dichiarato di essersi ispirata alla propria esperienza da outsider, e questo traspare nell’autenticità del racconto. Un’opera nata dalla necessità, più che da una strategia commerciale.
Non vediamo l’ora di saperne di più sulla seconda stagione di Blue Eye Samurai, e voi? Fatecelo sapere nei commenti!
fonte: comicbook