Sui social network della Casa Bianca è recentemente comparsa un’immagine destinata a far discutere: Donald Trump raffigurato nei panni di Superman, con indosso il celebre costume rosso e blu del supereroe più iconico della DC Comics. L’iniziativa arriva proprio mentre il nuovo film sull’Uomo d’Acciaio, diretto da James Gunn e interpretato da David Corenswet, sta dominando i botteghini di tutto il mondo (qui potete leggere la nostra recensione).
Nel post, il volto del leader repubblicano è stato sovrapposto al corpo muscoloso del celebre eroe dei fumetti, accompagnato dallo storico motto di Superman che contiene parole evocative come “verità”, “giustizia” e la celebre espressione “The American Way” (“Lo stile di vita americano”). Una sorta di dichiarazione simbolica, che accosta l’immagine del tycoon alla figura dell’eroe invincibile e incorruttibile per eccellenza.
In poche ore, il post (molto probabilmente realizzato con l’intelligenza artificiale) ha fatto il giro del web, raccogliendo oltre 55.000 like e più di 10.000 commenti. La reazione del pubblico è stata – come prevedibile – mista: tra sostenitori entusiasti che hanno salutato l’iniziativa come un gesto di forza e patriottismo, e critici che hanno visto nella mossa un uso eccessivamente propagandistico dell’icona Superman.
Dalla tonaca papale al mantello rosso: Trump e le sue provocazioni digitali
Non è la prima volta che l’ex presidente degli Stati Uniti si presenta sui social in vesti tanto scenografiche quanto provocatorie. Già il 2 maggio scorso, poco prima del conclave che ha portato all’elezione di papa Leone XIV, Trump aveva pubblicato un’immagine di sé nei panni del pontefice. In quell’occasione, era raffigurato con tonaca bianca, mitra, croce dorata e un gesto benedicente, con il braccio piegato e l’indice alzato, come da tradizione iconografica cattolica.
Anche quella volta, l’illustrazione era stata realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale e, come sempre accade quando si parla di Trump, aveva suscitato un vero e proprio terremoto mediatico. Nella didascalia del post, l’ex presidente dichiarava con tono ironico e autocelebrativo: “Vorrei diventare Papa. Sarebbe la mia prima scelta. Penso che sarei un grande Papa. Nessuno lo farebbe meglio di me.”
Il tono volutamente provocatorio aveva acceso il dibattito pubblico, generando un’ondata di commenti, meme, articoli e reazioni trasversali, dai fedeli offesi fino ai supporter pronti a leggere la provocazione come un’ennesima sfida al politicamente corretto.
Simboli e messaggi: propaganda o strategia?
L’uso di simboli potenti come Superman o il Pontefice non è mai casuale, soprattutto in contesti politici. Queste immagini non solo attirano l’attenzione, ma veicolano messaggi chiari, spesso più efficaci di lunghi discorsi: forza, autorità, salvezza, giustizia.
Accostare il proprio volto a quello di Superman – un’icona americana per eccellenza, nata durante la Seconda Guerra Mondiale come simbolo di speranza – è un gesto fortemente comunicativo, che punta a rafforzare l’immagine di Trump come “difensore” dell’America tradizionale. L’invito alla “verità” e alla “giustizia”, accanto allo slogan “The American Way”, rievoca la figura di un leader messianico, in grado di salvare la nazione da crisi, nemici e – per i suoi sostenitori – da un sistema corrotto.
D’altra parte, l’effetto polarizzante di queste operazioni mediatiche è evidente. Se da un lato Trump continua a galvanizzare la sua base elettorale con mosse audaci e spettacolari, dall’altro divide profondamente l’opinione pubblica americana (e non solo), sollevando dubbi sull’opportunità di usare simboli religiosi o culturali con tanta disinvoltura.
Trump e i social: un’arma potente nella comunicazione politica
Negli ultimi anni, Donald Trump ha costruito una parte rilevante della sua narrazione politica proprio attraverso i social media, utilizzandoli come un palcoscenico personale. Che si tratti di meme, immagini generate con l’AI, video o provocazioni dirette, ogni post è pensato per fare notizia, creare reazioni, e alimentare il dibattito.
L’immagine in versione Superman rientra perfettamente in questa strategia: un leader “salvatore” che si oppone a un sistema decadente, e che – come l’eroe DC – si erge a simbolo di speranza. Resta da vedere se questa retorica visiva si tradurrà in consensi elettorali, ma una cosa è certa: quando si parla di comunicazione social, Trump continua a dettare le regole del gioco.
Alcune domande, che vengono spontanee
Impossibile, da parte di chi scrive, non porsi alcune domande. La prima, forse la più banale: ma l’attuale Presidente degli Stati Uniti ha visto l’ultimo film di Superman?
Perché se lo avesse davvero visto, dubito fortemente che avrebbe permesso al suo staff di pubblicare quest’immagine…
La seconda, che personalmente m’interessa di più, riguarda la reazione che avrà DC e soprattutto James Gunn di fronte a questo post, che come detto in apertura ha già iniziato a dividere l’opinione pubblica. Visti i temi trattati dal film, che tipo di risposta darà Warner Bros. Discovery? Sfrutterà questo contenuto per alimentare la pubblicità al film o dirà – anche in modo indiretto – qualcosa, soprattutto riguardo il fatto di utilizzare una proprietà intellettuale per propaganda politica?
Non ci resta che attendere e vedere come evolverà questa inaspettata e sorprendente vicenda.
Una cosa è certa: Superman starà sempre dalla parte dei più deboli e sarà sempre un simbolo di speranza.