Il film Tron: Ares, il terzo capitolo del franchise nato 43 anni fa dal videogioco Matrix, ha un costo di produzione di 220 milioni di dollari, molto più dei 170-180 milioni dichiarati inizialmente. Il film, diretto da Joachim Rønning e interpretato da Jared Leto, Greta Lee e Jeff Bridges, rischia così di registrare una perdita netta di oltre 130 milioni di dollari, se l’incasso globale finale non supererà i 160 milioni di dollari. Nel secondo weekend di programmazione, Tron: Ares ha incassato 103 milioni di dollari nel mondo, con un calo del 67% negli Stati Uniti, dove il totale è sceso a soli 11,1 milioni.
Il film Tron: Ares è la nuova follia in casa Disney?
Considerando tutti i ricavi aggiuntivi, tra affitti cinematografici, home entertainment e television, il film ha generato circa 214,8 milioni di dollari. Tuttavia, i costi complessivi, tra produzione, distribuzione, promozione e spese straordinarie, tra cui stunt al Comic-Con di San Diego, un concerto dei Nine Inch Nails alla première di Los Angeles e un tour con le motociclette luminose, sono stati raggiunti 347,5 milioni di dollari. Un rappresentante del settore ha commentato con schiettezza: “Non c’era una visione specifica. La Disney ha speso un quarto di miliardo per un film con Jared Leto su un franchise fermo da decenni: è follia”.
Oltre al budget e al casting, il vero problema del film risiede nella sceneggiatura. Storicamente, i film di fantascienza non legati a franchise consolidati come Star Wars o Star Trek hanno successo soprattutto con budget contenuti. Anche reboot costosi come Blade Runner 2049 hanno lottato al botteghino, mentre saghe più recenti come Dune hanno trovato il loro pubblico post-Covid, confermando che l’interesse per la fantascienza esiste se la storia riesce a catturare l’attenzione.
Il progetto originario prevedeva il ritorno di Olivia Wilde e Garrett Hedlund, con la regia di Joseph Kosinski, come sequel diretto di Tron: Legacy. Tuttavia, Rønning ha chiesto una sceneggiatura diversa da quella proposta da Jesse Wigutow, con l’intervento finale di Billy Ray per completare le riprese aggiuntive in meno di un mese. Nonostante l’attenzione mediatica su Leto, il casting non ha influito in modo significativo sul pubblico. In definitiva, è il franchise stesso a essere il vero protagonista.
Il problema principale resta quindi la storia. Anche reboot di successo hanno spesso avuto bisogno di anni prima di trovare nuova vita: esempi recenti includono Alien, Il Pianeta delle Scimmie e Superman. In questo caso, Tron: Ares sembra destinato a restare soprattutto come veicolo promozionale per le attrazioni dei parchi Disney, dove le code rimangono tra le più lunghe. Per il franchise, quindi, il tempo potrebbe ancora riservare una rinascita, ma questo terzo capitolo non sembra averne le carte in regola.