«Ha senso continuare con la saga di Toy Story?» Il regista del quinto capitolo risponde alle critiche

Il regista di Toy Story 5, Andrew Stanton, risponde alle critiche dei fan spiegando che la trilogia originale resta intatta e che il franchise può evolvere senza tradire il passato. Il nuovo film affronterà il tema della tecnologia nei giochi moderni, mantenendo lo spirito emotivo e riflessivo tipico di Pixar.

Francesco Rescigno
Ha senso continuare con la saga di Toy Story? Il regista del quinto capitolo risponde alle critiche
Ha senso continuare con la saga di Toy Story? Il regista del quinto capitolo risponde alle critiche

Da anni, una delle discussioni più accese tra i fan Pixar riguarda la necessità — o meno — di continuare la saga di Toy Story dopo l’indimenticabile conclusione del terzo film.

Toy Story 3 aveva infatti chiuso un ciclo perfetto: l’addio di Andy ai suoi giocattoli, consegnati a Bonnie prima di partire per il college, era stato un momento toccante e conclusivo, quasi come se avesse chiuso il cerchio della vita dei giocattoli e di Andy. Un momento capace di far piangere in sala un’intera generazione cresciuta con Woody e Buzz. Per molti, lì doveva finire la storia.

Eppure, dopo l’enorme successo al botteghino (oltre un miliardo di dollari), Pixar non ha resistito alla tentazione di tornare in quel mondo. Prima con Toy Story 4 nel 2019, poi con l’annuncio dell’imminente Toy Story 5. Una scelta che continua a dividere il pubblico, accusando lo studio di voler “prolungare artificialmente” una saga già perfetta così com’era.

toy story 4

La posizione del regista

Andrew Stanton, regista del quinto capitolo e figura storica della Pixar, non è d’accordo però. In una recente intervista concessa a Empire per l’anteprima dei film del 2026, ha affrontato direttamente la critica, sottolineando come:

«Toy Story 3 è stata la fine… degli anni di Andy. Nessuno perde la propria trilogia. Se volete fermarvi lì, quella storia resterà sempre vostra. Ma ho sempre amato che questo mondo ci permetta di abbracciare il tempo e il cambiamento. Non c’è nessuna promessa che debba restare cristallizzato nell’ambra.»

Un punto di vista interessante, soprattutto se si considera che dubbi simili erano emersi anche prima di Toy Story 4. Eppure, il film si era rivelato un successo sia commerciale che artistico: un altro miliardo al box office, un Oscar come miglior film d’animazione, e una maturità narrativa sorprendente. La dichiarazione di Stranton chiarisce un punto: il ciclo di Andy è terminato, adesso bisogna raccontare nuove storie per una nuova generazione di bambini.

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Toy Story 5: tecnologia, infanzia e una nuova sfida

Il quinto capitolo punta ora ad affrontare una nuova trasformazione del mondo infantile: l’impatto della tecnologia. Il primo teaser mostra chiaramente il cuore della storia: i giocattoli “tradizionali” di Bonnie si ritrovano a competere con Lilypad, un tablet estremamente intelligente che guida un gruppo di nuovi giocattoli digitali. Un riflesso molto attuale della quotidianità dei bambini contemporanei, sempre più attratti dagli schermi.

Stanton ha però specificato che la tecnologia non sarà la “cattiva” del film, evitando rappresentazioni semplificate:

«La tecnologia, ha spiegato, ha cambiato profondamente la vita di tutti. L’obiettivo del film non è demonizzarla, ma esplorare con sincerità il suo ruolo nella crescita e nell’immaginario dei bambini di oggi.»

Un approccio in linea con la Pixar, che raramente affronta un tema senza approfondire sfumature diverse.

Un nuovo capitolo che potrebbe sorprendere

Se c’è qualcosa che la saga di Toy Story ha dimostrato nel corso degli anni, è la sua capacità di reinventarsi pur mantenendo intatta la propria anima. E, come ricorda Stanton, nessuno obbliga il pubblico a considerare ogni nuovo film come parte della propria “storia personale” con il franchise: chi vuole può conservare la trilogia originale come un ricordo perfetto. Ma per chi è curioso di vedere Woody, Buzz e gli altri confrontarsi con un mondo che cambia, Toy Story 5 potrebbe rivelarsi un capitolo sorprendente, maturo e perfettamente in linea con la tradizione Pixar.

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Vivo di fumetti e cultura pop: i supereroi per me non sono fantasia, ma coinquilini di un universo parallelo. Quando non salvo il mondo leggendo, mi limito a scrivere articoli o a sconfiggere boss alla Play
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